Il ricorso dell'anarchico
Caso Cospito, perché l’Antimafia ha chiesto la revoca del 41bis
Si apre uno spiraglio per il detenuto protagonista di un lunghissimo sciopero della fame contro il carcere duro. Se il Tribunale di sorveglianza dovesse accogliere la richiesta della Dna e della difesa, Cospito andrebbe nel regime di Alta sorveglianza. La decisione nei prossimi giorni
Giustizia - di Frank Cimini
La Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo apre uno spiraglio per l’anarchico Alfredo Cospito chiedendo al Tribunale di Sorveglianza di Roma di revocare il 41bis, l’articolo del regolamento penitenziario che regola il carcere più duro. I giudici si sono riservati la decisione che sarà depositata nei prossimi giorni. Tutto succede nell’udienza in cui si discutono i ricorsi della difesa per ottenere la revoca del 41bis, compreso il reclamo presentato dopo la mancata risposta del ministro Carlo Nordio nei mesi scorsi.
Sull’iniziativa assunta dalla Direzione antiterrorismo pesano diversi fattori. A cominciare dalla sentenza della Corte Costituzionale che aveva dichiarato la prevalenza delle attenuanti nei confronti della recidiva per i reati che prevedono l’ergastolo. E di conseguenza la valutazione della ‘lieve entità’ dei danni fatta dalla Corte di assise di appello di Torino sull’attentato con i pacchi bomba di Fossano. Si tratta di un fatto che ridimensiona depotenziandola notevolmente l’enfatizzazione della figura di Alfredo Cospito. Nel reclamo i difensori Flavio Rossi Albertini e Margherita Palazza ricordavano che per ben due volte il Tribunale del Riesame escludeva che le esternazioni dell’anarchico fossero idonee a istigare la commissione di reati o indicazioni utili a soggetti esterni per determinarsi a condotte illegali.
Tutto questo ragionamento alla luce del fatto che il presupposto del 41bis è quello di interrompere l’attività comunicativa del soggetto detenuto con l’obiettivo di sanzionare l’istigazione che sarebbe ravvisata nelle sue parole. Alfredo Cospito che ha già scontato la condanna per il ferimento a Genova del manager dell’Ansaldo Roberto Adinolfi si trova recluso con le regole del 41bis dal maggio del 2022 per decisione dell’allora ministro della Giustizia Marta Cartabia.
Il suo successore Carlo Nordio ha sempre rifiutato di modificare quel provvedimento. Cospito era stato protagonista di un lunghissimo sciopero della fame in cui aveva anche rischiato la vita, poi interrotto nel momento in cui la Corte Costituzionale prendeva la decisione che sarebbe servita per evitare il massimo della pena per i fatti di Fossano come era nella richiesta del procuratore generale di Torino nel processo di appello bis.
Nel caso il Tribunale di Sorveglianza di Roma dovesse uniformarsi alla richiesta della Dna e dei difensori Alfredo Cospito finirebbe nel regime detto di alta sorveglianza un gradino appena inferiore al 41 bis che nel nostro paese viene applicato a circa 750 detenuti. Si tratta di appartenenti a gruppi della criminalità organizzata e di tre ex militanti delle Brigate Rosse (Nadia Desdemona Lioce, Marco Mezzasalma e Roberto Morandi) organizzazione che non esiste più da oltre 20 anni.