La sentenza
Uccide a bastonate il figlio della compagna, confermato l’ergastolo per Tony Essobti Badre: massima pena annullata per la madre
L'atroce delitto è avvenuto nel 2019. L'uomo è stato accusato anche di aver cercato di uccidere la sorellina della vittima. Il piccolo Giuseppe aveva otto anni. La madre non ha fatto nulla per evitare l'omicidio
Cronaca - di Redazione Web
La Corte di Cassazione ha confermato l’ergastolo inflitto a Tony Essobti Badre, 28 anni e patrigno di Giuseppe, il bimbo di otto anni ucciso a bastonate a Cardito, in provincia di Napoli, il 27 gennaio 2019. Badre era stato condannato anche per il tentato omicidio della sorellina più grande di Giuseppe. La Suprema Corte ha annullato invece l’ergastolo per Valentina Casa, 32enne madre della piccola vittima, e ha disposto il processo di secondo grado davanti a un’altra sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli.
La condanna
“Soddisfazione” per la decisione presa nei confronti di Badre, è stata espressa dall’avvocato Clara Niola, legale di Cam-Telefono Azzurro (che si costituì parte civile), che, invece, esprime “amarezza per l’annullamento nei confronti della mamma“. “Restiamo in attesa – conclude Niola – di conoscere le motivazioni per esprimere un commento su questa sentenza“. In primo grado, Badre era stato già condannato all’ergastolo mentre Casa a sei anni di reclusione. In appello, il pm Anna Grillo aveva chiesto di confermare la pena per l’uomo e di conferirla anche alla donna.
Il ruolo della madre
Il piccolo Giuseppe Dorice è stato ucciso a mani nude e a colpi di mazza da scopa. Inaudita la violenza perpetrata a suo carico dal patrigno. La madre è stata accusata di non aver fatto nulla per evitare l’omicidio del figlio. “Anche gli animali hanno l’istinto di proteggere i propri cuccioli“, aveva dichiarato in aula il sostituto procuratore Grillo. Lo stesso comportamento avuto nei confronti della figlia, 6 anni, salvata dai medici dell’ospedale Santobono di Napoli. Una scena dell’orrore quella che si trovarono davanti forze dell’ordine e inquirenti quel 27 gennaio 2019.