Sfiderà il populista Milei
Chi è Sergio Massa, il peronista “pragmatico” e dalle origini italiane vincitore del primo turno elettorale in Argentina
È riuscito ad evitare una sconfitta che, visti gli ultimi sondaggi, sembrava dietro l’angolo. Sergio Massa, dalle chiare origini italiane, è l’uomo che ha impedito al populista di estrema destra Javier Milei di vincere al primo turno le elezioni in Argentina. Non solo: Massa ha ribaltato completamente i pronostici, risultando in testa nel primo turno con quasi 7 punti di vantaggio su Milei.
È la “rivincita” del peronismo, dato per spacciato alla vigilia di questa tornata elettorale contro l’ultraliberismo di Milei, che invece aveva promesso la dollarizzazione dell’economia, ovvero l’abbandono della moneta nazionale a favore del dollaro (una misura sostanzialmente impossibile da realizzare), oltre alla trovata folle di voler “bruciare la Banca centrale argentina” e di voler tagliare la spesa pubblica in favore di una totale deregulation.
Una campagna elettorale tutta o quasi incentrata sui temi economici: l’Argentina versa in un stato di pre-fallimento, deve restituite 44 miliardi di dollari al Fondo monetario internazionale e fare i conti con una inflazione superiore al 130 per cento.
Massa, candidato da “superministro” dell’Economia, è riuscito a superare questo “fardello” ottenendo il 36,68 per cento dei voti e risultando il più votato: Milei ha preso il 29,98 per cento dei voti mentre la candidata di centrodestra Patricia Bullrich, di Unión por la Patria, è rimasta al 23,83 per cento. Dal ballottaggio sarà esclusa quest’ultima ma i suoi voti potrebbero in buona parte andare verso Milei al ballottaggio previsto a novembre, col risultato che potrebbe dunque ribaltarsi e consentire la conquista della “Casa Rosada” all’estremista Milei.
Chi è Massa
Sposato con Malena Galmarini, a sua volta candidata nel distretto suburbano di Tigre, a Buenos Aires, due figli, Massa muove i primi passi politici nella Unión de Centro Democrático, partito ultraliberista che appoggiò il governo di Carlos Menem, peronista della corrente più di destra. Quindi il passaggio Partito Justicialista e l’elezione a deputato provinciale a 27 anni: da lì una scalata ripida e rapida, con la nomina a capo di gabinetto di Cristina Fernández de Kirchner e poi la rottura nel 2013 con la protagonista indiscussa degli ultimi 15 anni di vita politica argentina, che nel dicembre 2022 è stata condannata a sei anni di carcere per corruzione e per amministrazione fraudolenta.
Massa prova a mettersi “in proprio” fondando un proprio partito, il Frente Renovador, con cui tenta la corsa alla presidenza: nel 2015 arriva terzo dietro al peronista Daniel Scioli e al conservatore Mauricio Macri, che poi ribalta l’esito del primo turno al ballottaggio venendo eletto. Nel 2019 viene eletto nella coalizione peronista candidandosi al Parlamento e diventando presidente della Camera.
Nel 2022, dopo le dimissioni di Martín Guzmán e la breve gestione di Silvina Batakis, Massa è nominato ministro dell’Economia con poteri straordinari: eppure Massa non è riuscito di fatto a migliorare in alcun modo la situazione.
Non a caso Massa ha promesso in campagna elettorale tagli alla spesa pubblica e misure pro-mercati, ma con un occhio di riguardo alla popolazione povera, tramite sussidi ed esenzioni fiscali e all’insegna di un certo “pragmatismo“. Come evidente dal nome, Massa è un immigrato di seconda generazione: i suoi genitori arrivarono in Argentina dall’Italia nel secondo dopoguerra. La madre Lucia, della provincia di Trieste, aveva appena sei anni, mentre il padre Alfonso, siciliano di Niscemi, undici anni: la famiglia del candidato presidente fece quindi fortuna con un’impresa edile, con Sergio che però sin da giovane preferì la carriera politica.