Il rapporto Save the children
Non solo denatalità, l’Italia dei minori è in crisi anche su casa, scuola e verde
10 milioni e 493mila bambini e adolescenti tra i 0 e i 19 anni fanno i conti con un'evidente disparità nell'accesso agli spazi abitativi, scolastici e pubblici adeguati
News - di Redazione Web
Disparità tra spazi abitativi ed educativi, scuole e infrastrutture pubbliche. Save the Children pubblica un rapporto che mette al centro la vita dei giovani e giovanissimi, i bambini, i minori, generazioni sulle quali si fa spesso retorica, propaganda. Si parla di “crisi delle culle”, denatalità, soltanto un aspetto del punto, dopo mesi a discutere di casi di cronaca, anche molto violenta, con protagonisti bambini e giovanissimi. 3 milioni e 800mila in tutto i minorenni che vivono in 14 città metropolitane italiane e più a rischio di mancanza di stimoli e possibilità di crescita, 13mila sono senza casa o fissa dimora, quasi due su cinque vivono in 14 città metropolitane, due su cinque vivono in un’abitazione sovraffollata, per il 30,7% delle famiglie la carenza di mezzi pubblici è un limite concreto.
Il focus del dossier realizzato con Openpolis è sulla disuguaglianza. Il rapporto sottolinea come la maggioranza dei dieci milioni e 493mila bambini e adolescenti tra i 0 e i 19 anni fanno i conti con una evidente disparità nell’accesso agli spazi abitativi, scolastici e pubblici adeguati alla crescita e al loro benessere educativo, fisico e socio-emozionale. Sono quasi tre milioni e 800mila i ragazzi dai 0 ai 19 anni che vivono in 14 città metropolitane italiane e più a rischio di mancanza di stimoli e possibilità di crescita. Il 13,7% dei contribuenti con reddito inferiore ai 15mila euro annui vive nelle città metropolitane.
La maggior parte al Sud, in città come Catania, Palermo e Messina dove più della metà dei contribuenti ha un reddito inferiore ai 15mila euro annui. Redditi bassi si concentrato però anche al Centro e nel Nord Italia: a Roma è al 38,8%, a Venezia il 36,9%. A una netta disparità socioeconomica corrisponde anche una mancanza di spazi adeguati alla crescita. Il 9,2% dei minori di famiglie con almeno un figlio minore vive in case danneggiate, il 13,7% in appartamenti umidi e il 5,4% con scarsa illuminazione. Due su tre dei quasi 13mila minori senza casa o fissa dimora si trovano nelle città metropolitane, dove si registra anche il 45% di tutti i provvedimenti di sfratto.
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Sanguinoso il capitolo scuola. Le città metropolitane si distinguono anche per la percentuale altissima, al 70%, degli edifici senza certificato di agibilità, mentre la media italiana è al 62,8%; e nelle stesse gli spazi collettivi come mense, palestre, aule tecniche o informatiche sono inferiori. L’accesso al tempo pieno resta parecchio più basso rispetto alla media nazionale in otto città metropolitane con punte negative a Palermo, Catania e Reggio Calabria. Le aree verdi fruibili sono inferiori nelle grandi città. Per ogni bambino esistono 12 metri quadrati di aree sportive, 1,4 di parchi urbani, 1,05 di aree sociali/ricreative attrezzate, 0,59 di arredo urbano e solo 0,4 di giardino/orto botanico a scuola, anche se non sempre questi spazi sono concretamente accessibili.
“L’Italia vive una contraddizione evidente. Se da un lato cresce l’allarme demografico per il calo delle nascite dei bambini, dall’altro si fa troppo poco per promuovere degli ambienti di crescita in grado di accogliere i neogenitori con i loro bambini”, afferma Save the Children. “La carenza di spazi si accentua particolarmente nelle città metropolitane, dove vive il 15% di tutti i minori tra 0 e 19 anni del nostro Paese e allo stesso tempo il 36% dei contribuenti con un reddito complessivo inferiore a 10.000 euro annui. Le città sono, al loro interno, eterogenee. Esistono infatti differenze marcate tra aree periferiche, dal punto di vista socioeconomico ed educativo, e aree ‘centrali’, non sempre collocate al centro della città. Nelle aree periferiche si concentrano forme di deprivazione educativa, economica e ambientale che rischiano di annientare le aspirazioni dei più giovani”.