La guerra a Gaza
Netanyahu isolato: contestato dai ministri e dagli americani affonda nei sondaggi
Morta l’italiana rapita dai terroristi. Hamas pronto a rilasciare alcune decine di persone. Morti quasi 5mila civili nella rappresaglia di Tel Aviv all’attacco del 7 ottobre, la metà dei cadaveri sono di bambini
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
Israele, tre ministri minacciano le dimissioni contro Netanyahu. Crolla il consenso per il governo.
La fiducia nel governo da parte degli israeliani ha toccato i minimi degli ultimi 20 anni, stando a un nuovo sondaggio dell’Israel Democracy Institute riportato dal Times of Israel. Solo il 20,5% degli ebrei israeliani e il 7,5% degli arabi israeliani intervistati affermano di avere fiducia nel governo del primo ministro Benjamin Netanyahu, dopo l’attacco del 7 ottobre.
Almeno tre ministri israeliani stanno considerando la possibilità di rassegnare le dimissioni per obbligare il premier Benjamin Netanyahu ad assumersi pubblicamente le proprie responsabilità in seguito all’attacco a sorpresa sferrato da Hamas il 7 ottobre. Lo ha appreso il sito Ynet, del quotidiano Yediot Ahronot. Il sito pubblica anche un sondaggio di opinione secondo cui il 75 per cento degli israeliani addossano a Netanyahu la responsabilità della totale sorpresa del Paese per l’attacco di Hamas. Ieri il giornale ha anche affermato che ci sono tensioni fra Netanyahu e l’esercito. Il capo di Stato maggiore delle Forze di difesa israeliane (Idf), generale Herzi Halevi, e il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, si sono già assunti la responsabilità, così come i ministri della Difesa Yoav Gallant e delle Finanze Bezalel Smotrich.
Israele, “quando la guerra sarà finita, si scatenerà l’inferno politico”
“Il Primo Ministro Benjamin Netanyahu conta sulla stanchezza e sulla disperazione dell’opinione pubblica per rimanere in carica, ma non ci si può fidare di lui per gestire una guerra e questo non lo salverà da un’eredità di fallimento duraturo. Quando la guerra sarà finita, che sia tra tre settimane o tra tre mesi, si scatenerà l’inferno politico[…] Ora conta sulla stanchezza e sulla disperazione dell’opinione pubblica. Più lunga è la guerra, più lunga è la lista delle vittime, più grande è lo shock, più è probabile che riesca a farla franca, pensa. Ci sarà sempre il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden – che ha malignato e deriso con arroganza fino a due settimane fa – o il nuovo collega di gabinetto di guerra Benny Gantz, che ha manipolato ripetutamente negli ultimi anni, o il capo di stato maggiore dell’Idf da incolpare”. Ad affermarlo è Alon Pinkas, tra i più autorevoli analisti politici israeliani, firma storica di Haaretz.
Usa a Israele: con il rinvio dell’offensiva possibile il rilascio di altri ostaggi
Gli Stati Uniti hanno suggerito ai funzionari israeliani che un ritardo in una possibile offensiva di terra a Gaza permetterebbe agli Stati Uniti di lavorare più a lungo con i loro partner regionali per il rilascio di altri ostaggi. È quanto riferisce un funzionario Usa, che ha parlato a condizione di mantenere l’anonimato, precisando che non è chiaro quanto l’argomento “sposterà l’ago della bilancia” nel pensiero israeliano.
Secondo il funzionario statunitense, l’aiuto del Qatar nella mediazione con Hamas ha permesso di ottenere il rilascio delle due israelo-americane in ostaggio, Judith e Natalie Raanan. Il percorso che ha portato al loro rilascio (solo due delle oltre 222 persone che si ritiene siano state prese in ostaggio in Israele negli attacchi di Hamas del 7 ottobre) è iniziato subito dopo l’operazione del gruppo palestinese. La fonte ha riferito che l’organizzazione del rilascio di Judith e Natalie Raanan, madre e figlia, “ha richiesto più tempo di quanto la gente realizzi”.
Israele avrebbe deciso di “ritardare” l’offensiva di terra in attesa dell’arrivo di altre forze Usa nella regione. Lo ha riferito la Radio militare israeliana secondo cui “gli Usa hanno fatto sapere a Israele la loro intenzione di schierare altre forze in Medio Oriente in vista dell’operazione di terra a causa delle minacce dell’Iran di agire su vari fronti”. La Radio militare ha detto che questa non è l’unica ragione del rinvio ma che ce ne sono anche altre, tra cui la presenza nel nord della Striscia di Gaza di 350mila civili palestinesi.
Volantini in arabo sulla Striscia: “Chi resterà a Nord sarà ritenuto terrorista”
“Tutti coloro che hanno scelto di non lasciare il nord della Striscia per dirigersi a sud saranno ritenuti membri di un’organizzazione terrorista”. Così si legge in arabo su volantini che giornalisti palestinesi nella Striscia di Gaza hanno fotografato e poi condiviso sui social network, riferendo che si tratta di messaggi che l’aviazione israeliana ha lanciato per spingere nuovamente la popolazione a lasciare le zone a nord, compresa Gaza City, per dirigersi a sud oltre il fiume Wadi Gaza, in preparazione di una possibile invasione di terra. Lo stesso messaggio, confermano fonti locali, è stato inviato anche tramite sms ai residenti dell’enclave.