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Tim Burton: grande regista, indispensabile e la bellezza di essere diverso

Tim Burton: grande regista, indispensabile e la bellezza di essere diverso

“Quando decidi di dar vita a un’idea devi veramente ripulire l’anima per poter sentire profondamente qualcosa dentro, come se fosse tuo, e poterlo esprimere” (Tim Burton)

Mi ostino a cercare di buttare giù due righe in maniera lineare ma sono giorni che penso a questo pezzo su Tim Burton in un altro modo e malgrado sono cosciente del fatto che bisogna tener conto nel giornalismo sempre del come-cosa-quando-dove perché, per Tim Burton è necessario scavalcare tutto, è proprio lo schema che va scavalcato, per andare dall’altra parte del mondo. Un po’ rovesciarlo, un po’ tenerlo in mano come se avessimo una Snow Ball, dove il paesaggio diventa bello e incantato solo se la sfera di vetro viene scossa verso il basso perché è così che cade la neve e tutto diventa incantato.

Così carissimo Tim Burton, ormai anche un pochino nostro (grazie Monica Bellucci), sapessi quanto è difficile dover scrivere un articolo di giornale sulla tua mostra alla Mole Antonelliana di Torino, che si potrà vedere fino al 7 Aprile, dove hai portato tutto il tuo mondo e dove sarebbe giusto e normale scrivere “La mostra di Tim Burton etc. etc. etc. etc. etc.…mettere i titoli dei tuoi film per ricordare ai lettori chi sei, dunque partendo da Edward mani di forbici, La fabbrica di cioccolata, Batman, Mercoledì etc. etc. etc”. E invece no, non prenderemo le distanze da Tim Burton, non saremo composti ma saremo appassionati nello scuotere la sfera verso il basso. E così scuotendo speriamo per una volta di poter dire grazie ad un artista, ogni tanto si può fare.

E poi chi meglio di Tim Burton può essere la nostra eccezione in questo mondo di regole? Parleremo di Tim Burton come un artista di quelli che proteggono dalla realtà, perché te la mostrano per quella che è davvero, non confezionata, ma disfatta, di quella che ti aiutano a oltrepassarla senza dimenticare che esiste. Di Tim Burton come un artista che ti ha fatto amare la parte non più oscura ma nascosta che è in ognuno di noi. Della paura che ormai siamo abituati a confondere con l’amore e di quell’amore che dovrebbe avere come base il rispetto verso sé stessi in primis e di riflesso verso gli altri. E dunque signori e signori, bambine e bambini, piccoli esseri dal cuore grande, benvenuti nel mondo di Tim Burton, dove ogni piccola creatura ha un cuore grande e dove ogni vostro incubo è nella realtà molto più vicina a voi, più di quanto voi stessi pensiate, aprendo gli occhi e non chiudendoli.

Benvenuti nel mondo di un artista che ci ha regalato e ci regala eroi che si nascondono nell’ombra, perché alla luce, per gli altri, si possono vedere i difetti e la società questo non lo permette. “Il mondo di Tim Burton” è il titolo della mostra che dall’11 Ottobre al 7 Aprile troverete alla Mole Antonelliana di Torino, scelta e voluta dallo stesso artista americano che all’apertura ha tenuto una masterclass affollatissima di fan, curiosi, innamorati. Bozze di fazzoletti mangiucchiati dai suoi disegni, bozze di eroi, incubi, disegni e tutto quel mondo che Tim Burton racchiude dentro, quel sogno nel sogno che descriveva il suo amato Edgard Allan Poe.

Una mostra che vi porterà direttamente nel magico, tormentato e fanciullesco mondo di uno dei maggiori artisti del nostro secolo, e che ha un’importanza profondissima, poiché porta direttamente alla tenerezza, insegna la tenerezza, ne parla e la raccolta come se fosse l’unico modo per oltrepassare le paure. “Da ragazzino mi terrorizzava alzarmi e andare a scuola”, dice Tim Burton durante la masterclass tenuta a Torino all’apertura della mostra, e questa sua affermazione non fa che dimostrare che quelli che noi consideriamo incubi sono strettamente legati alla nostra difficoltà di come potremmo agire e reagire se uscissimo fuori dagli schemi che ci vengono imposti , dai meccanismi che ci portano a considerare una persona diversa dall’altra, una persona bella o brutta, qualcosa di giusto o sbagliato, quello che per tutti è normale ma per noi non lo è.

Ecco, se proprio dobbiamo descrivere il cinema e l’arte di Tim Burton si può tranquillamente dire che è l’unico a sapere mostrare quanta paura c’è in noi e negli altri quando non si seguono i dogmi che la società ci impone. Quanto chi va fuori questi schemi viene considerato diverso, quanto il diverso venga isolato e considerato mostruoso. E invece no, il mondo di Tim Burton è il mondo degli eroi che devono rimanere nascosti per non essere giudicati, ma che poi sono i veri eroi, perché affrontano le paure degli altri. E poi l’amore. Pensate a quanto amore e a quanta tenerezza abbiamo vissuto e visto nel suo cinema. A quanto ci ha fatto capire e mostrato nel suo cinema che ogni piccolo essere che vive ha diritto all’amore.

E poi pensate a Parigi, pensate all’amore, pensate a mani nelle mani. Chi non ha gioito nel vedere Tim Burton e Monica Bellucci mano nella mano per le vie di Parigi, vestiti di nero con l’eleganza che solo l’amore può donargli? Se non avete gioito, state mentendo, e se state mentendo una bugia più grande di voi vi sta dilaniando il cuore. Perché lo so, può sembrare apparentemente stupido ma questo amore qui è la rivincita sugli schemi imposti dalla società. È tutto meravigliosamente burtoniano, questo amore, e anche per questo gli diciamo grazie, perché abbiamo bisogno anche di questo amore, abbiamo bisogno dell’arte di un uomo che ci fa sentire protetti, che non ci fa sentire esclusi, che non ci fa sentire sbagliati.

E dunque carissimo Tim Burton, scrivo per me ma so di scrivere per tanti, devi sapere che ti ho amato tantissimo e da subito fin da piccola. L’amore verso un soggetto diverso, chiamiamolo così, vestito di scuro, con giacche larghe e gli occhiali che si vedono e non si vedono, sul blu, ecco. E poi quei capelli come se non si fosse mai guardato ad uno specchio al mattino o come se lo specchio non fosse il suo primo pensiero. L’importanza di non guardarsi allo specchio. Non ho mai pensato ad un Tim Burton costruito, che si alza al mattino e si pettina i capelli a mo’ di petardo scoppiato in testa. E non c’era bisogno e non c’è bisogno di vestirsi come lui o emularlo, l’importante era riconoscere qualcuno che qualche incubo ce l’aveva, che qualche paura la teneva dentro di sé ma dalla quale non fuggiva. Bensì la trasformava.

Penso che per milioni di fan, estimatori, bambini e adulti, Tim Burton rappresenti qualcuno che è riuscito a trasformare la paura, che non deve essere enorme, come ha detto lui, un incubo poteva essere anche alzarsi al mattino e avere paura di andare a scuola… la paura di crescere e sopravvivere in un piccolo paese, la paura di essere al di sotto delle aspettative familiari, la paura di dover crescere a tutti i costi per poi indossare gli abiti dell’impiegato, la paura di dover per forza sposarsi e sorridere a tutti i costi anche con i lividi addosso. La paura di avere qualcosa di esteticamente sbagliato che non fosse sbagliato in realtà negli occhi di chi guardava e guarda.

La paura di non essere amati poiché non riconosciuti dai propri simili. E dunque grazie all’arte di Tim Burton, al suo cinema, ai suoi fazzoletti carichi di sogni svegli, grazie per essere quell’eroe malinconicamente accompagnato dalla sua malinconia vive e sopravvive ai suoi dolori, grazie a Tim Burton che al mattino ti fa svegliare con la tazza di Batman e la tovaglietta di Batman, che ti fa sperare in un qualche modo che ognuno di noi, a modo suo può essere eroe della propria vita. Grazie a Tim Burton e alla sua arte, attraverso la quale ci ha mostrato e continua a mostrarci che non c’è luce senza ombra. Ecco, la mostra, non ve la perdete, perché tutti, almeno una volta nella vita meritano di entrare nel suo mondo, senza paura, ma con tenerezza.