L'allarme dalla Striscia
A Gaza è catastrofe umanitaria e sanitaria, oltre 6500 vittime: 12 ospedali su 35 non sono più in funzione
Esteri - di Carmine Di Niro
Lo sporadico e fino ad oggi chiaramente insufficiente arrivo nella Striscia di Gaza dei camion contenenti aiuti umanitari autorizzati ad attraversare il valico di Rafah non può in alcun modo dare sollievo alla popolazione palestinese, stremata dopo 18 giorni di conflitto contro Israele.
La situazione nella Striscia si fa col passare dei giorni sempre più complicata. A dirlo sono, banalmente, i numeri: il ministro della Salute, controllato da Hamas, ha detto che dall’inizio del conflitto sono stati uccisi almeno 6.546 palestinesi nei bombardamenti israeliani sulla Striscia, di cui almeno 2.704 sono bambini, e che oltre 17mila sono stati feriti. Hamas ha detto che solo nelle ultime 24 ore sarebbero state uccise più di 700 persone nei bombardamenti di Israele.
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Se i numeri forniti da Hamas vanno presi col beneficio del dubbio per ovvie ragioni, ci sono altri dati provenienti dall’Organizzazione mondiale dalla sanità che evidenziano chiaramente il disastro umanitario in corso nella Striscia.
Oggi l’Oms ha fatto sapere che 12 dei 35 ospedali presenti nell’area non sono operativi, mentre altri sette devono fare i conti con un afflusso di pazienti ben oltre le proprie possibilità. L’ospedale Al-Shifa di Gaza City, il più grande della Striscia, è a circa il 150% della propria capacità.
🚨Since 7 October, @WHO has documented 171 attacks on health care in the occupied Palestinian territory.
493 people have been killed in health attacks including 16 health workers on duty.
Health care and civilians must be protected now.#NotATarget pic.twitter.com/MtR9X60hjp
— WHO in occupied Palestinian territory (@WHOoPt) October 25, 2023
Altra testimonianza arriva dal corrispondente della Bbc dalla Striscia di Gaza, Rushdi Abualouf, uno dei pochissimi giornalisti occidentali sul posto. Abualouf ha raccontato che l’ospedale Nasser della città di Khan Yunis smetterà presto di garantire anche gli interventi di emergenza salva vita: per via della mancanza di carburante e quindi di elettricità, con Israele che rifiuta categoricamente di far entrare carburante nella Striscia tramite i camion di aiuti umanitari (sostiene che Hamas abbia a disposizione del carburante che usa per scopi militari), ma anche perché ha quasi esaurito le attrezzature necessarie e il sangue per le trasfusioni.
L’ospedale Nasser di Khan Yunis è il principale centro medico nel sud della Striscia di Gaza: nell’area meridionale del territorio controllato da Hamas nell’ultima settimana sono arrivati centinaia di migliaia di palestinesi in fuga dal nord della Striscia dopo l’ordine di evacuazione di Israele, che sta bombardando senza sosta il territorio.
Altra emergenza riguarda l’acqua potabile, che nella Striscia di Gaza è “praticamente finita”, come denuncia l’Oxfam.
BREAKING: @Oxfam says: Starvation as a weapon of war is being used against Gaza civilians.
Just 2 percent of the usual food has been delivered to Gaza since the siege was imposed.Read our full statement
👉👉https://t.co/DFr7fvXB56 pic.twitter.com/ZV4JOae8wI— Oxfam International Media Team (@newsfromoxfam) October 25, 2023
“Si stima che oggi siano disponibili solo tre litri di acqua pulita per persona“, ha fatto sapere l’organizzazione, come riporta Al Jazeera, “l’Onu ha affermato che un minimo di 15 litri al giorno è essenziale per le persone che si trovano nelle emergenze umanitarie più acute“. Le scorte di acqua in bottiglia stanno diminuendo e il loro prezzo è salito alle stelle fino a un livello inaccessibile per la famiglia media di Gaza.