Alla Festa del Cinema
Stato di Grazia”, il docufilm di Luca Telese: la storia di Ambrogio Crespi
Un racconto che ci porterà a conoscere la vita di una famiglia che ha lottato per affermare la verità, ma non solo: amici, comitati, programmi radio, tv e associazioni che insieme si sono uniti al grido “Io sto con Ambrogio”
Cinema - di Redazione Web
Nell’ambito della diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma sabato 28 ottobre alle 21:30 alla Casa del Cinema in largo Marcello Mastroianni verrà proiettato, nella sezione Proiezioni Speciali, “Stato di Grazia”, il docufilm prodotto da Proger Smart Communication (PSC) e Alfio Bardolla Training Group (ABTG) con la regia di Luca Telese.
Grande interesse per il docufilm da parte del pubblico che in poche ore ha mandato in “sold out” le due sale dove verrà proiettato: Sala Cinecittà e Sala Fellini. Il caso di Ambrogio Crespi è molto più di un caso giudiziario, è la storia di un uomo che ha dovuto subire un’accusa lunare, mai sostenuta da prove ma solo da suggestioni, che lo ha però portato in carcere di massima sicurezza per 306 giorni di cui 65 in isolamento. Un viaggio dove il paradosso si tramuta in realtà, dove l’incubo diventa la concretezza delle sbarre.
Tra processi, carcere e la Grazia concessa dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Luca Telese è voluto andare fino in fondo per capire cosa è successo perché questa sembra una storia mai vissuta, tanto incredibile da sembrare frutto della creatività di qualcuno.
Un racconto che ci porterà a conoscere la vita di una famiglia che ha lottato per affermare la verità, ma non solo: amici, comitati, programmi radio, tv e associazioni che insieme si sono uniti al grido “Io sto con Ambrogio” perché come dice il giudice che ha firmato l’ordinanza di differimento pena “L’arresto di Ambrogio ha creato sgomento nell’opinione pubblica”. E Telese questo sgomento lo ha voluto raccontare.
Tra i protagonisti del docufilm anche figure simbolo della lotta alle mafie, come Sergio De Caprio, alias “Capitano Ultimo” che arrestò Totò Riina, e Benedetto Zoccola, testimone di giustizia. Accanto a loro anche figure istituzionali quali Edi Rama, Primo Ministro dell’Albania, Sergio D’Elia, Segretario di “Nessuno Tocchi Caino”, Alessandro Arrighi Presidente del Comitato per Ambrogio Crespi e direttore di Produzione, Francesco Storace e Sandro Gozi; giornalisti come Gian Marco Chiocci, direttore del TG1, Clemente Mimun direttore del TG5 e Peter Gomez, direttore de Il Fatto Quotidiano; giudici, avvocati e i direttori delle carceri di San Vittore e Opera. Con la partecipazione straordinaria di Lorenzo Flaherty nel ruolo del Pubblico Ministero.