I misteri in Procura
Travaglio lasci perdere Scarpinato, solo così può continuare a lottare contro la mafia
Ha fatto troppi errori quando era magistrato in Sicilia. I suoi rapporti con Borsellino non erano quelli che ci ha fatto credere. E poi il pentito Avola....
Editoriali - di Piero Sansonetti
Caro Travaglio,
ci conosciamo da tanti anni e da tanti anni ci troviamo su sponde politiche lontane. Abbiamo avuto polemiche di ogni tipo, anche molto aspre. Credo che tu mi abbia anche querelato. C’è, però, una cosa sulla quale non ho dubbi: che tu – coi tuoi sistemi e tuoi punti di vista che non condivido – sei schierato anima e corpo da sempre nella lotta contro la mafia. Per questo ti do un consiglio sincero e senza sottintesi: liberati di Scarpinato. Con Scarpinato al tuo fianco la lotta alla mafia non risulta credibile.
Ieri la figlia di Borsellino ha spiegato all’antimafia chi erano gli amici e i non amici di Borsellino. Scarpinato – lo sai – non risulta tra gli amici. Anche se in tutti questi anni, con grande spargimento di retorica, si è presentato come un suo discepolo. Rileggevo ieri la lettera che scrisse a Borsellino in occasione dei vent’anni dalla sua morte. Mi sono venuti i brividi. Scarpinato racconta di come Falcone e Borsellino furono fermati e il loro lavoro sepolto. Già, sicuramente è vero. Pochi giorni dopo la morte di Borsellino, alcuni Pm di Palermo chiesero l’archiviazione del dossier mafia-appalti, che era stato avviato da Falcone e che Borsellino aveva chiesto di poter seguire.
Lo considerava importantissimo, un tassello decisivo per arrivare alla verità. In quel dossier c’erano tutte le tracce dei rapporti tra mafia e imprese del Nord. Sparì. Ha ragione Scarpinato, fu cancellato il lavoro di Falcone e Borsellino. Però, Marco, tu sai benissimo chi erano i Pm che chiesero l’archiviazione: Uno di loro era Scarpinato. Tu sai anche che Scarpinato puntò tutto sulla pista trattativa stato-mafia, e in quel modo portò le indagini fuoristrada, andando alla fine a sbattere contro la Corte di appello e la corte di Cassazione che assolsero tutti gli imputati. Tu sai che proprio nei giorni scorsi un Gip ha sconfessato Scarpinato sull’affare Avola (il pentito del quale si era interessato Michele Santoro, e che Scarpinato tentò di delegittimare).
Rileggendo quella lettera a Borsellino alla quale accennavo, ho trovato questa frase testuale di Scarpinato, rivolta proprio, retoricamente, a Borsellino: “Per questo dicesti a tua moglie Agnese: “Mi ucciderà la mafia, ma saranno altri che mi faranno uccidere, la mafia mi ucciderà quando altri lo consentiranno”. Quelle forze hanno continuato ad agire, Paolo, anche dopo la tua morte per cancellare le tracce della loro presenza. E per tenerci nascosta la verità”.
E’ vero che hanno continuato ad agire. Ed è vero anche che la scomparsa del dossier mafia- appalti ha impedito di arrivare a molte verità. Non è vera invece la frase che Scarpinato ha attribuito a Borsellino. la frase era completamente diversa. Trascrivo testualmente la dichiarazione di Agnese Borsellino: “”Ricordo perfettamente che sabato 18 luglio 1992 andai a fare una passeggiata con mio marito sul lungomare di Carini, senza essere seguiti dalla scorta. Paolo mi disse che non sarebbe stata la mafia ad ucciderlo, della quale non aveva paura, ma sarebbero stati i suoi colleghi e altri a permettere che ciò potesse accadere”.
Capisci, amico mio? Borsellino accusò i suoi colleghi. Scarpinato ha cambiato il senso di quella frase. Ha cancellato la parola “colleghi”. Borsellino, il giorno prima di morire era convinto che i mandanti del suo omicidio fossero da cercare nella Procura di Palermo. Perché Scarpinato ha modificato e snaturato quella frase? Dammi retta. Se vuoi continuare la tua battaglia contro la mafia, ed essere credibile, lascia perdere Scarpinato che in passato ha spesso collaborato col tuo giornale.