Manovra a ostacoli
Caos manovra, il governo la “riscrive” dopo i problemi su Quota 104 e accesso ai conti correnti: Meloni accuse le bozze…
Economia - di Carmine Di Niro
Una legge di bilancio che soltanto due settimane fa la premier Giorgia Meloni, nella conferenza stampa post Consiglio dei ministri, sottolineava fosse stata approvata in un’ora parlando di “unità di vedute” delle varie componenti di maggioranza e governo, ma soprattutto “non emendabile”.
Talmente “non emendabile” che è stata sostanzialmente sconfessata da tutti i partiti. Colpa delle bozze, dicono ministero dall’Economia: eppure le bozze circolate tra gli organi di stampa hanno come fonte lo stesso governo e gli esponenti di maggioranza.
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Così si passa dagli annunci della premier Meloni alle smentite. A partire dalla questione chiave della pensione a quota 104, poi scesa a 103 almeno per il 2024 dopo il pressing furioso di Matteo Salvini, o del prelievo diretto dell’Agenzia delle entrate sui conti correnti dei cittadini morosi, con la maldestra retromarcia dell’esecutivo fatta passare anche via social come una conquista o una battaglia vinta dalla maggioranza che quella norma l’aveva firmata e inserita nella legge di bilancio.
Il leitmotiv è chiaro e lo ribadisce anche Giorgia Meloni da Bruxelles, dove si trova per il Consiglio europeo e dove continua a “sconsigliare di rincorrere le bozze”. Bozze che, lo ripetiamo, non possono non avere origine dal ministero dell’Economia, dove la legge di Bilancio viene emendata.
Ma il breve punto stampa serve alla premier anche per professare distensione tra le forze di maggioranza, con Salvini e la Lega infuriati per la questione Quota 104 e per il prelievo dai conti correnti, e Forza Italia a sua volta in rivolta per la norma sulla cedolare secca per gli affitti brevi che passerà dal 21% al 26 per cento, quest’ultima presente anche nell’ultima versione della bozza della manovra.
“Non ci sono allo stato attuale problemi particolari da superare, nelle prossime ore, weekend permettendo, sarà inviata al Parlamento. Il nostro obiettivo è di dare un segnale di compattezza anche approvandola in tempi rapidi. È una buona idea quella di non proporre emendamenti del centrodestra perché l’elemento che qualifica la capacità della maggioranza di fare il suo lavoro è la tempistica con cui decide. Se diamo un segnale che lavoriamo velocemente, rispettando i tempi di una Repubblica parlamentare, facciamo una cosa fatta bene”, dice ai giornalisti alla premier invitando tutti alla calma e tenendo bassi i toni.
A proposito di rapporti nella maggioranza, Meloni ha parlato anche della situazione con Forza Italia e Mediaset, l’azienda che si è fatta partito grazie a Silvio Berlusconi prima e Antonio Tajani ora. “I rapporti fra il governo e Mediaset sono quelli fra un esecutivo e una grande azienda italiana”, si è limitata a dire la premier, ancora scottata dai fuorionda trasmessi nei giorni scorsi da Striscia la notizia (programma Mediaset di Canale 5) in cui l’ormai ex compagno della Meloni, il giornalista di Rete4 Andrea Giambruno, veniva ripreso in atteggiamenti di dubbio gusto (che gli sono costati lo stop alla presenza video nel suo programma, Diario del giorno).
Nessun problema neanche con Tajani e Salvini, i due vicepremier e leader rispettivamente di Forza Italia e Lega, assicura Meloni: “Ogni mattina sento Tajani e Salvini e ci divertiamo molto a leggere la rassegna stampa. C’è un clima più sereno di quello che leggo e lo dimostreranno i fatti perché quando dobbiamo decidere decidiamo e andiamo avanti”.
Ma la premier deve guardarsi, oltre che dai rapporti tesi in maggioranza, al di là delle smentite, soprattutto dalle opposizioni. Queste protestano per i cambiamenti impressi alla legge di Bilancio dopo l’approvazione del Consiglio dei ministri. Italia Viva decide di scrivere una lettera direttamente al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. I parlamentari renziani denunciano che la Manovra è stata modificata “non solo formalmente”, con le modalità della sua stesura che “definirle istituzionalmente indecenti è riduttivo”.