Solito psicodramma

Il Pd e i casi Sardegna-Piemonte, niente primarie per il “patto” con i 5 Stelle: ma l’ex Soru non molla la candidatura

Politica - di Carmine Di Niro - 27 Ottobre 2023

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Il Pd e i casi Sardegna-Piemonte, niente primarie per il “patto” con i 5 Stelle: ma l’ex Soru non molla la candidatura

Ci risiamo con un grande classico della sinistra italiana: spaccature, divisioni, che spesso si trasformano in assist per gli avversari politici. Il problema è sempre relativo all’ormai mitologico “campo largo”, la possibile alleanza tra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e gli altri partiti “minori” della sinistra (più o meno riformista): una questione che impatta due realtà locali di grande importanza come Sardegna e Piemonte.

Le due Regioni, attualmente guidata da giunte di centrodestra, andranno al voto il prossimo anno. Il Partito Democratico non può farsi trovare impreparato ed ha dunque iniziato le discussioni interne per trovare un candidato che possa contendere le due Regioni alla destra: in quest’ottica ci sarebbero rumours insistenti di un “patto” tra il Nazareno di Elly Schlein e i 5 Stelle di Giuseppe Conte per spartirsi le candidature a governatore.

Uno scambio che, brutalmente, suona così: ai grillini la candidatura in Sardegna, ai Dem quella in Piemonte. I nomi d’altronde sono già filtrati chiaramente: per l’isola in ballo c’è Alessandra Todde, deputata e vicepresidente del Movimento 5 Stelle, in Piemonte Chiara Gribaudo, fedelissima della segreteria Schlein e vicepresidente del partito.

Un patto che non piace a Renato Soru, prima imprenditore di successo (è stato il fondatore di Tiscali, ndr) e poi sceso in politica nel Pd come presidente della Sardegna dal 2004 al 2009 e come eurodeputato. In attesa della mossa ufficiale del Nazareno di dare il via libera alla candidatura della Todde per la Regione, è stato proprio Soru a fare il primo passo: i Progressisti hanno annunciato che al tavolo di coalizione porteranno la candidatura dell’ex governatore e di Graziano Milia, sindaco di Quartu Sant’Elena.

Lo “scambio” tra i due partiti non va proprio giù a Soru, che si sfoga in una intervista al Corriere della Sera sottolineando soprattutto che la Sardegna “è una Regione autonoma, questo per noi è un tratto distintivo. Ma come possiamo esserlo se non siamo nemmeno messi in condizione di scegliere il candidato presidente della Regione?”, si chiede l’ex presidente.

Soru non dà giudizi sulla Todde, preferisce restare sul “metodo” della scelta: “Il Pd e il centrosinistra – accusa l’imprenditore – non possono sovvertire un principio sacrosanto. Questa è una mossa anti politica”. Per questo l’ex governatore propone un metodo che ha fatto la storia del centrosinistra degli ultimi anni, le primarie, “un metodo che garantisca la scelta del miglior candidato possibile che sia capace di vincere, cosa di per sé non facile, ma anche di governare. Non si può delegare la scelta a un caminetto. Deve decidere la base.

Una proposta che ha già incassato il “no” del partito, che allo stesso tempo però si è mostrato ben più aperto sulla stessa ipotesi in Piemonte: “E’ stata la stessa Chiara Gribaudo a evocarle – ricorda Soru – Non si capisce perché non debbano essere possibili anche in Sardegna”.

Per questo l’ex presidente della Regione annuncia che, almeno per ora, resta in campo come candidato, anche senza primarie: “Non posso deludere chi mi ha dato fiducia”. L’ex presidente non vuole mollare nemmeno dopo il perentorio invito di sua figlia Camilla, esponente del Pd cagliaritano, che non condivide i suoi “tentativi personalistici di affermare la sua candidatura“. “Camilla è un bell’esempio della libertà di opinione che abbiamo esercitato in famiglia. Ma sbaglia perché io non intendo imporre la mia candidatura, sollevo un tema di metodo democratico“, replica il padre.

27 Ottobre 2023

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