La stangata

Sforbiciata sulle pensioni, il taglio per 700mila statali frutta 8 miliardi al governo Meloni: la mazzata dai sanitari agli insegnanti

Economia - di Redazione - 27 Ottobre 2023

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Sforbiciata sulle pensioni, il taglio per 700mila statali frutta 8 miliardi al governo Meloni: la mazzata dai sanitari agli insegnanti

Soldi, soldi, soldi. Non è una citazione del brano di Mahmood, ma la necessità del governo Meloni: fare cassa per finanziare la Manovra, in particolare il taglio del cuneo fiscale che, per il solo 2024, comporterà una spesa di 10 miliardi di euro.

Così nella legge di bilancio, con la bozza uscita nei giorni scorsi che il ministero dell’Economia ritiene “non definitiva e non attendibile”, eppure il testo approvato in Consiglio dei ministri nei giorni scorsi era stato definito “non emendabile dalla maggioranza” nella stessa conferenza stampa, spuntano tagli e nuove “micro-tasse” a destra e a manca.

Il colpo ai pensionati “pubblici”

Un settore che verrà particolarmente colpito è quello dei pensionati, con un taglio deciso per i dipendenti pubblici. I numeri sono importanti e li snocciola oggi Repubblica: sono 700mila le persone che nei prossimi anni andranno in pensione con l’assegno decurtato, 30mila già nel 2024, con un risparmio per lo Stato di 7-8 miliardi a regime.

Una norma in manovra agisce in particolare su quattro categorie di dipendenti pubblici: quelli degli enti locali, ambito sanitario, insegnanti di asilo e scuole elementari parificate, ufficiali giudiziari. L’esecutivo in particolare abolisce una tabella del 1965 che garantiva a questi lavoratori un’aliquota di rendimento della pensione molto favorevole per gli anni lavorati tra 1984 e 1994, sostituendola con una nuova tabella che comporterà tagli agli assegni mensili.

A denunciarlo è anche l’Anaao-Assomed, il sindacato dei medici dirigenti, che parla di “gravissimo ridimensionamento della quota retributiva che sottrae migliaia di euro alle future pensioni dei camici bianchi, tra il 5 e il 25%”. Il sindacato evoca quindi un secondo rischio, quello di una “fuga” da qui a dicembre di quei medici che hanno maturato il diritto alla pensione, “svuotando di specialisti il sistema sanitario nazionale”.

La stretta sui Millenials

Il governo interviene anche sui Millenials, la “Generazione Y” nata tra il 1980 e il 1996. In questo caso il requisito per la pensione anticipata contributiva — a 64 anni e 20 di contributi, per i post-1996 — viene alzato da 2,8 a 3 volte l’assegno sociale, non più a 3,3. In pratica, spiega Repubblica, significa uscire solo se con una pensione maturata pari a 1.500 euro, dai 1.660 euro della prima bozza della Manovra.

di: Redazione - 27 Ottobre 2023

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