La scelta del fumettista
Zerocalcare non va al Lucca Comics per il patrocinio dell’ambasciata di Israele: “Quel simbolo è un problema”
Politica - di Carmine Di Niro
Ne fa una questione di coerenza. Zerocalcare, all’anagrafe Michele Rech, non sarà presente al Lucca Comics and Games, la manifestazione che dal 2006 attrae nella città toscana migliaia di persone, basti pensare ai 320mila biglietti venduti per l’edizione del 2022.
Il fumettista italiano, che doveva essere presente allo stand della Bao Publishing, casa editrice che ha pubblicato tutte le sue graphic novel, e al panel a lui dedicato dal titolo “Zero. Nessuno. Centomila”, diserterà la kermesse a causa del patrocinio dell’ambasciata di Israele alla manifestazione.
Un annuncio che arriva a pochi giorni dal via, il Lucca Comics and Games è in programma dall’1 al 5 novembre, e infatti Rech si dice dispiaciuto nei confronti di casa editrice e lettori e lettrici che “hanno speso denaro per treni e alloggi magari per venire apposta“.
Ma il problema è politico, come evidenzia il fumettista romano sui social: “In questo momento in cui a Gaza sono incastrate due milioni di persone che non sanno nemmeno se saranno vive il giorno dopo, dopo oltre 6000 morti civili, uomini donne e bambini affamati e ridotti allo stremo in attesa del prossimo bombardamento o di un’invasione di terra, mentre politici sbraitano in TV che a Gaza non esistono civili e che Gaza dev’essere distrutta, mentre anche le Nazioni Unite chiedono un cessate il fuoco – il minimo davvero – che viene sprezzantemente rifiutato, per me venire a festeggiare lì dentro rappresenta un corto circuito che non riesco a gestire”.
Pur ammettendo che “quello sul manifesto è solo un simbolo”, riferendo al logo dell’ambasciata israeliano sul cartellone della kermesse di Lucca, “quel simbolo per molte persone a me care rappresenta in questo momento la paura di non vedere il sole sorgere domattina, le macerie sotto cui sono sepolti i propri cari, la minaccia di morire intrappolati in quel carcere a cielo aperto dove tanti ragazzi e ragazze sono nati e cresciuti senza essere mai potuti uscire”.
Zerocalcare nel suo post di esser stato a Gaza diversi anni fa e di conoscere “persone che ancora ci vivono e persone che ci sono andate per costruire progetti di solidarietà, di sport, di hip hop e di writing. Quando queste persone mi chiedono com’è possibile che una manifestazione culturale di questa importanza non si interroghi sull’opportunità di collaborare con la rappresentanza di un governo che sta perpetrando crimini di guerra in spregio del diritto internazionale, io onestamente non riesco a fornire una spiegazione. Non riesco nemmeno a dire loro del mio dispiacere di non esserci e di quanto questa cosa mi laceri, se lo paragono all’angoscia che sento nelle loro voci”.
Il fumettista conclude sottolineando che non si tratta di una “gara di radicalità”, che da parte sua “non c’è nessuna lezione o giudizio morale verso chi andrà a Lucca e lo farà nel modo che ritiene più opportuno, soprattutto non è una contestazione alla presenza dei due autori del poster Asaf e Tomer Hanuka (autori israeliani presenti al Comics, ndr), che spero riusciranno ad esserci e che si sentiranno a casa, perché non ho mai pensato che i popoli e gli individui coincidessero coi loro governi. Spero che un giorno ci possano essere anche i fumettisti palestinesi che al momento non possono lasciare il loro paese”.
Dunque ‘no’ alla partecipazione causa patrocinio israeliano alla kermesse: circostanza che risale a ben prima dell’escalation dell’esercito di Tel Aviv nella Striscia di Gaza, seguita agli attentai di Hamas del 7 ottobre scorso.
Patrocinio che non va confuso con sponsorizzazione economica o partecipazione: si tratta di un riconoscimento (a volte anche con un contributo economico) da parte di un ente ad una manifestazione alla quale viene riconosciuto un interesse per la comunità.