Il Presidente
Netanyahu non si ferma, Israele annuncia la terza fase della guerra: “Nessun cessate il fuoco, entriamo a Gaza”
Il premier in conferenza stampa: "L'esercito avanza in maniera misurata ma molto potente. Non deve morire un solo civile". Il capo del Mossad in missione in Qatar per gli ostaggi. La Striscia è allo stremo
Esteri - di Redazione Web
Benjamin Netanyahu non fa un passo indietro: la guerra continua, nessun cessate il fuoco. Anzi il premier israeliano rilancia: “C’è un tempo per la pace e un tempo per la guerra. Ora è tempo di guerra. Israele è pronto a combattere. Non abbiamo voluto noi questa guerra ma la porteremo a termine fino alla vittoria”. Il premier israeliano ha parlato in conferenza stampa ai giornalisti internazionali dopo il consiglio dei ministri. Ha spiegato che questa è la terza fase della guerra “con l’esercito che avanza in maniera misurata ma molto potente all’interno della Striscia” di Gaza.
23 giorni dopo quell’attacco di Hamas nel sud dello Stato Ebraico, le vittime palestinesi sarebbero più di ottomila secondo Hamas, quelle israeliane 1.400, 239 gli ostaggi. “La prima fase – ha spiegato Netanyahu – era stata quella del contenimento, la seconda un martellamento dal cielo che continua ancora ed ora, invece, l’estensione della penetrazione via terra nella Striscia”. Un’invasione di via terra che era stata a lungo sospesa, verso la quale la maggioranza della comunità internazionale ha provato a dissuadere Gerusalemme, soprattutto alla luce delle migliaia di vittime che il conflitto sta causando nella popolazione civile. Le manifestazioni di piazza che si sono tenute in tutto il mondo non hanno fatto la differenza.
Le parole di Netanyahu arrivano nel giorno in cui Hamas ha liberato il primo ostaggio dell’esercito, la soldatessa 19enne Uri Magidish, e ha diffuso tramite i suoi canali un video con tre donne israeliane ostaggio. Le tre donne si chiamano Yelena Tropanov, Danielle Alloni e Rimon Kirscht. “Shalom, Bibi Netanyahu. Siamo prigioniere da 23 giorni – esordiscono le donne nel video – ieri c’è stato un incontro con i parenti degli ostaggi, sappiamo che si poteva raggiungere il cessate il fuoco e che avremmo potuto essere rilasciate, avresti potuto impegnarti e invece rimaniamo dimenticate dalla politica, dal governo, dalle forze di sicurezza, a causa di un errore. C’è stata una catastrofe nel governo, non c’era nessuno a proteggerci, non un soldato. Siamo civili innocenti, persone che pagano le tasse, siamo prigionieri in ostaggio. Ci stai uccidendo, ci vuoi uccidere tutti! Non sono abbastanza i civili che hai ucciso, i cittadini israeliani? Rilasciate quelli che chiedono e tutti noi liberateci subito, subito, subito!”.
Le trattative per gli ostaggi
Secondo Axios il direttore del Mossad, David Barnea, è stato in Qatar lo scorso fine settimana per incontrare alti funzionari con i quali ha discusso degli sforzi per cercare di ottenere il rilascio degli ostaggi. Lo slogan rilanciato dai familiari degli ostaggi è “Tutto in cambio di tutti”. Il ministro per le questioni strategiche Ron Dermer ha dichiarato che “la nostra valutazione è che l’operazione militare sul terreno e la sua estensione, ci aiuta a raggiungere entrambi gli obiettivi che ci siamo prefissi: eliminare Hamas e la sua macchina bellica, e compiere progressi per un possibile accordo sugli ostaggi”. Hamas però ha chiarito più volte nelle scorse settimane che non ci sarà alcuna trattativa fino a quando Israele non fermerà le ostilità. L’organizzazione ha chiarito la settimana scorsa che alcune delle persone prelevate nei raid dello scorso sette ottobre si trovano nelle mani dell’organizzazione sunnita e radicale Jihad Islamico.
“Capisco le preoccupazioni dei familiari degli ostaggi, ma la valutazione comune è che un’operazione di terra può creare la possibilità di liberare gli ostaggi. L’operazione di terra aumenta e crea più pressione”, ha detto ai giornalisti il presidente israeliano. “Non deve morire un solo civile. Stiamo facendo tutto il possibile per evitare vittime civili. Non solo chiedendo ai civili di spostarsi, invitandoli a farlo e fornendo loro luoghi sicuri. Hamas dovrebbe semplicemente lasciare che i civili entrino nella zona sicura che abbiamo creato nel sud-est della Striscia di Gaza”.
Gaza allo stremo
Hamas tuttavia ha impedito a tanti di partire e muoversi verso sud, tanti di quelli che sono partiti non hanno trovato una sistemazione, sono sfollati. La situazione a Gaza è sempre più critica, mancano i beni di prima necessità e i servizi essenziali tagliati, distrutti dai bombardamenti. Netanyahu però ha insistito: “Dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per ridurre al minimo le vittime civili. Ma non possiamo rinunciare alla lotta”. La guerra è passata a un nuovo livello di intensità lo scorso venerdì, con invasioni anche via terra delle forze israeliane.