Ad Agorà
Hamas, l’accusa all’Italia: “È parte dell’aggressione contro Gaza, ha scelto la destra”
Le dichiarazioni alla Rai dell'ex ministro della Sanità e attuale capo del Consiglio per le relazioni internazionali di Hamas a Gaza: "La comunità internazionale ha oggi la stessa responsabilità degli israeliani per tutte le stragi commesse ogni giorno contro il nostro popolo"
Esteri - di Redazione Web
L’ex ministro della Sanità di Hamas e attuale capo del Consiglio per le relazioni internazionali dell’organizzazione a Gaza, Basem Naim, accusa l’Italia. “Purtroppo il governo italiano ha scelto ancora una volta la destra, la parte destra della storia. È un errore gravissimo che trasforma l’Italia in una delle parti dell’aggressione contro il nostro popolo”. La dichiarazione è arrivata al programma Agorà su Rai3. “Israele oggi non agisce da solo. Israele agisce per conto di Stati Uniti, Francia, Germania, Regno Unito e purtroppo anche dell’Italia, che ha inviato alcune truppe nel Mediterraneo”.
La settimana scorsa l’Italia si è astenuta dal votare la risoluzione presentata dagli Stati Arabi all’Assemblea generale dell’Onu che chiedeva una tregua nella Striscia di Gaza, dove dagli attacchi di Hamas dello scorso 7 ottobre continuano i bombardamenti di Israele che ha lanciato anche la terza fase dell’operazione, com’è la definita ieri in conferenza stampa il premier israeliano Benjamin Netanyahu, con una penetrazione via terra. Secondo Hamas le vittime palestinesi sono oltre ottomila, 1.400 quelle israeliane, 240 gli ostaggi.
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L’astensione alla risoluzione per la tregua
L’Italia è tra i 45 Paesi che si sono astenuti alla risoluzione Onu. La risoluzione è stata approvata a stragrande maggioranza con 120 voti a favore. Stati Uniti e Israele hanno votato contro. I no sono stati quattordici. L’ambasciatore italiano Maurizio Massari nel suo intervento ha motivato la decisione a partire dalla mancata “condanna chiara degli attacchi di Hamas a Israele e manca il riconoscimento del diritto a difendersi da ogni Stato sotto attacco” oltre alla totale mancanza di una richiesta incondizionata al rilascio degli ostaggi israeliani sequestrati il 7 ottobre.
“L’Italia è e sarà con fermezza solidale verso Israele – aveva continuato all’Assemblea l’ambasciatore Massari – per noi la sicurezza di Israele non è negoziabile. Questo è ciò che il governo italiano, dal primo ministro al ministro degli Esteri, ha sempre sostenuto”. Massari ha invitato a “non cadere nella trappola dei terroristi” che “vogliono trasformare il Medio Oriente in uno scontro di civiltà, religioso e culturale. Noi non lo permetteremo”. La Presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva aggiunto che la posizione italiana “era la più equilibrata fra le posizioni possibili, e non a caso è stata la posizione della gran parte dei Paesi del Consiglio europeo, dei Paesi europei e di quelli del G7. È stato giusto tenere la posizione più equilibrata rispetto all’obiettivo di impedire una escalation del conflitto, la cosa più responsabile che si possa fare ora”.
Di altro avviso il capo del Consiglio per le relazioni internazionali di Hamas a Gaza, Naim. “Come possiamo affrontare tutto questo? – si è chiesto sempre alla trasmissione su Rai3 – Possiamo soltanto dire che la comunità internazionale ha oggi la stessa responsabilità degli israeliani per tutte le stragi commesse ogni giorno contro il nostro popolo”. Hamas ha chiarito più volte nelle ultime settimane che senza un cessate il fuoco non saranno liberati tutti gli ostaggi. Finora ne ha rilasciati cinque, tutte donne. L’ultima ieri, una soldatessa di 19 anni. “Noi siamo sotto occupazione da oltre 75 anni, è stato un atto di difesa. Secondo la comunità internazionale tutti abbiamo il diritto di difenderci, di opporci all’occupazione con tutti i mezzi possibili, compresa la resistenza armata”, ha aggiunto Naim.
L’operazione e gli ostaggi
L’esercito israeliano ritiene invece che “la nostra valutazione è che l’operazione militare sul terreno e la sua estensione, ci aiuta a raggiungere entrambi gli obiettivi che ci siamo prefissi: eliminare Hamas e la sua macchina bellica, e compiere progressi per un possibile accordo sugli ostaggi”. Netanyahu: “Capisco le preoccupazioni dei familiari degli ostaggi, ma la valutazione comune è che un’operazione di terra può creare la possibilità di liberare gli ostaggi. L’operazione di terra aumenta e crea più pressione”.