I tagli alla sanità

La parabola dei medici: da eroi in epoca Covid alle pensioni tagliate

L’articolo 33 della legge di bilancio è un saggio di quanto sia difficile intervenire sulla previdenza. E della distanza tra propaganda e realtà...

Editoriali - di Vito De Filippo - 1 Novembre 2023

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Medici durante la pandemia Covid
Medici durante la pandemia Covid

La battaglia sulle “quote” nel sistema pensionistico italiano ha prodotto in questi giorni il più strano degli esiti. Sicuramente il più inatteso. Quello di prendere di mira le pensioni dei medici. Dopo la retorica degli “eroi” nel nostro sistema sanitario o le ripetute dichiarazioni apologetiche sul lavoro degli operatori della sanità, l’articolo 33 della legge di bilancio, quella ufficiale già “bollinata”, che circola, è un saggio di quanto sia difficile mettere mano alla previdenza in Italia.

La distanza tra propaganda, palchi da campagne elettorali e i numeri durissimi e rigidi del bilancio dello stato con i quali si confronta il Ministro Giorgetti è tutta descritta nella declaratoria, per molti aspetti imprevedibile, di quell’articolo. Dopo la pandemia era il caso di partire con mini-riforme fatte senza confronto dal settore della sanità? Anaao- assomed e Cimo -Fesmed due grandi sigle sindacali gridano allo scandalo. Parlano di inaccettabile attacco ai diritti e di “un vergognoso cambio delle regole”.

Annunciano un contenzioso “monstre” contro lo stato. A parte una grande mobilitazione e scioperi. Gli fa eco con la stessa forza Aarooi-Emac il sindacato degli anestesisti, ambito fra i più carenti nel nostro sistema sanitario, ma anche la FVM, la federazione dei medici veterinari e dirigenti sanitari. Cosa prevede la norma? Una riduzione delle aliquote di rendimento dei contribuiti versati prima del 1996. Cioè prima della nota riforma Dini, entrata nel dibattito pubblico, in maniera roboante, dopo la “riforma Amato”. L’operazione messa in campo riguarda il 50 per cento del personale in servizio ed una perdita stimata dal 5 al 25 per cento del valore delle pensioni.

Come sempre in questo dibattito ci sono ragioni di serietà e anche di prospettive future per i giovani lavoratori di ogni settore nel sistema previdenziale, con le quali fare i conti. Ma appare, oggettivamente fuori posto, intervenire in maniera così limitata come descrive il contestato articolo 33. Una chirurgica operazione per recuperare risorse fatta in un campo sottoposto in questi anni a troppe tensioni.

Citiamo: le quote di pensione a favore degli iscritti della Cassa per le pensioni ai dipendenti degli enti locali (CPDDEL), alla cassa per le pensioni dei sanitari (CPS) e della cassa per le pensioni agli insegnanti di asilo nido e di scuole elementari parificate (CPI) ecc… dal 1° gennaio 2024 saranno calcolate con altro metodo. Un articolo che riapre platealmente il dibattito sul più famoso dei punti del nostro sistema pensionistico che è quello del rapporto fra sistema “contributivo” e quello “retributivo”.

La guerra alla “draconiana” riforma della Fornero si scontra con la realtà? Il grande e prevedibile esodo che i sindacati medici annunciano nelle prossime settimane cosa determinerà? È giusto prendere un punto di un problema vasto ed anche a volte non equo partendo dai medici e metterlo in legge di bilancio? Senza confronto e senza ascoltarli? Sono domande che ad oggi con il nuovo decisionismo inaugurato, forse non troveranno risposte. Aggiungendo una novità che è quella di evitare anche in Parlamento qualsiasi confronto.

La questione appare ancora più plateale se il riassunto su questi argomenti è sintetizzato solo su due numeri: quota 104 o quota 103. La novità della legge di bilancio azzera in un sol colpo le positive valutazioni che gran parte delle rappresentanze sindacali avevano espresse all’atto della firma dell’ipotesi del contratto collettivo nazionale del lavoro 2019-2021. Un gioco del dare e dell’avere che si prevede determinerà ancora sfiducia.

1 Novembre 2023

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