Gaza City è ormai stretta nella morsa dell’esercito israeliano. Ad annunciarlo sono le stesse forze armate dello Stato ebraico, che col capo di Stato maggiore Herzi Halevil hanno comunicato che le forze armate israeliano sono “nel cuore del nord della Striscia, dentro Gaza City, circondandola e approfondendo l’operazione”.
Combattimenti, ha aggiunto Halevil, che sanno avvenendo “in un’area urbana densa e complessa, che richiede combattimento professionale e coraggio”.
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Toni sempre più bellicosi arrivano anche dal primo ministro Benjamin Netanyahu, che si è mostrato pubblicamente al fianco dei soldati pronti per andare sul “fronte” della Striscia di Gaza. “Siamo al culmine della campagna, abbiamo già raggiunto successi impressionanti, siamo già oltre gli ingressi di Gaza City e andiamo avanti”, sono state le dichiarazioni del premier parlando con i soldati.
Netanyahu che con le sue parole ha allontanato ulteriormente ogni ipotesi di tregua umanitaria o di cessate il fuoco, proposte arrivata anche dagli alleati di Tel Aviv. “Abbiamo anche perdite dolorose ma come mi ha detto uno dei combattenti ‘niente ci fermerà’. Faccio appello alle persone non coinvolte ad uscire e andare a sud, perchè noi non ci fermeremo dall’eliminare i terroristi di Hamas”.
Lo scontro sulla benzina
Ma in patria per Bibi la situazione resta complicata. Ulteriore riprova dei rapporti tesi con le altre componenti dello Stato è arrivata dallo sconto tra premier e capo di Stato maggiore israeliano Herzi Halevi.
Quest’ultimo ha spiegato oggi che il rifornimento di carburante sarà consentito per l’uso negli ospedali a Gaza. “Finora non abbiamo portato carburante. Controlliamo ogni giorno la situazione nella Striscia. Da più di una settimana ci dicono che il carburante negli ospedali finirà, e non è così. Il carburante verrà trasferito, con supervisione, agli ospedali e faremo di tutto per garantire che non serva agli obiettivi militari di Hamas”.
Parole smentite dall’ufficio del premier, che ha pubblicamente precisati di non aver approvato il trasferimento di carburante agli ospedali di Gaza se questo dovesse finire, come annunciato invece da Halevi.
La situazione negli ospedali di Gaza
Mentre in Israele esercito e premier vanno allo scontro sul fornire o meno il carburante a Gaza, nella Striscia la situazione negli ospedali è al collasso.
A dare l’allarme il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus, che ha chiesto ancora una volta “un accesso urgente e prolungato su larga scala per gli aiuti umanitari” oltre a un “cessate il fuoco umanitario”.
Quanto ai numeri, 14 ospedali su 36 e due centri specialistici a Gaza non funzionano a causa della mancanza di carburante, dei danni, degli attacchi e dell’insicurezza. Gli ospedali rimasti aperti sono sovraccarichi, con il 40% di pazienti in più rispetto a quelli che sono stati progettati per gestire.