Cosa è il Piano Mattei e perché è vuoto
Non si sa ancora quali saranno i paesi africani e non si sa quanti soldi ci si metteranno e chi li metterà. Servono poche migliaia di miliardi. Il governo Italiano per ora i soldi non li ha.
Editoriali - di Piero Sansonetti
È fatta. C’è voluto qualche mese ma alla fine l’obiettivo è raggiunto. L’ondata migratoria verso l’Italia è stata bloccata, o comunque lo sarà nelle prossime ore, perché il governo ha varato finalmente il piano Mattei. E dunque il problema delle differenze economiche tra paesi africani ed Europa si dovrebbe risolvere in fretta.
Giorgia Meloni aveva giurato che avrebbe messo a punto questo piano Mattei e ci è riuscita. Il Consiglio dei ministri ieri lo ha varato. In cosa consiste? Nell’istituzione di una cabina di regia. E voi sapete che – come nei film e anche nel calcio – il punto essenziale è quello: la regia. Nella cabina entreranno il Presidente del Consiglio, i vicepresidenti del Consiglio e un po’ di ministri. Ottima scelta. Abbastanza originale. Capite bene che ormai ci siamo. Nel decreto che vara il piano ci sono anche molti dettagli.
Dice, per esempio, di cosa dovrà occuparsi questo piano Mattei. Si occuperà di cooperazione, di scuole, sanità, d’intesa con alcuni paesi africani. È una scelta un po’ sorprendente, molto ragionata, perché tutti pensavano invece che sarebbe stato dedicato alla floricultura, all’enigmistica e alla pratica del canto. Mancano solo pochi dettagli, ma pochi pochi.
Non si sa ancora quali saranno i paesi africani e non si sa quanti soldi ci si metteranno e chi li metterà. Servono poche migliaia di miliardi. Il governo Italiano per ora i soldi non li ha. È pieno di guai, lo sapete. Perciò al momento ha deciso semplicemente di prendere i molto esigui stanziamenti già previsti, a favore dei paesi poveri, dai precedenti governi, e riformarli. Le riforme sono un pallino di questo governo. La riforma che è stata decisa si chiama “riforma del 50 per cento”.
Nel senso che il governo ha deciso di dimezzare gli stanziamenti dei governi precedenti. Per l’Africa sarà un piccolo sacrificio e noi risparmieremo qualche milione, che potrebbe servire per finanziare la parte burocratica del piano Mattei. Nel senso che per fare una cosa seria bisognerà comunque pagare un po’ di funzionari, di consulenti, trovare delle sedi, rimborsare un po’ di viaggi, alberghi, ristoranti. Per fare una cosa seria qualche soldo serve, e la burocrazia è importante.
Chissà se tra i ministri che hanno approvato il piano ce n’è anche qualcuno che sa chi era Enrico Mattei. Era un signore del secolo scorso che negli anni quaranta fece il partigiano e fu tra quelli che diressero la Resistenza. Con Luigi Longo, Riccardo Lombardi, Ferruccio Parri. Un antifascista a 24 carati. Era un democristiano di sinistra, parecchio di sinistra, vicino a Giorgio La Pira. Gli piaceva la sostanza delle cose e non gli piacevano né la burocrazia e neanche troppo le leggi. Andava dritto all’obiettivo.
L’obiettivo era quello di smantellare lo strapotere delle compagnie petrolifere americane, inglesi e francesi. Creò e rese grande l’Eni. Fu per diversi anni il vero ministro degli Esteri italiano. Condusse una politica parecchio filo-araba. Era amico di Nasser. Non piaceva per niente agli americani. E a lui non piacevano loro. Gli americani però erano più forti di lui. E lo fecero uccidere. Proprio venerdì scorso ricorreva l’anniversario. Il sessantunesimo. Fu ucciso da chi gli sabotò l’aereo il 27 ottobre del 1962.