Le dichiarazioni
Guerra Israele-Gaza: Netanyahu sospende il ministro che evoca la bomba atomica sulla Striscia, Biden fiducioso per una tregua
Parole "scioccanti e folli" del ministro del partito di estrema destra, fatto fuori. Hamas accusa bombardamenti sui campi profughi di Maghazi e di Jabalia. Piazze per le dimissioni di Netanyahu in Israele
Esteri - di Redazione Web
Continuano i bombardamenti sulla Striscia di Gaza, prosegue lentamente l’avanzata via terra delle forze israeliane che dall’inizio dell’invasione hanno già perso 28 uomini. Una battaglia dall’altissimo costo umano, e non solo delle quasi 10mila vittime palestinesi, sulla quale si apre il caso del ministro Eliyahu che evoca la bomba atomica e fa esplodere un casino in Israele. Al 29esimo giorno di guerra i morti palestinesi sono quasi 9.500 secondo in numeri non verificabili forniti da Hamas, 1.400 le vittime israeliane, 241 gli ostaggi a Gaza. L’ufficio delle Nazioni Unite ha comunicato che sono quasi un milione e mezzo gli sfollati dalle loro abitazioni nella Striscia.
Ci era andato parecchio pesante Amichai Eliyahu, il ministro per il Patrimonio che in un’intervista alla radio Kol Barma alla domanda “dovremmo sganciare una bomba atomica su tutta Gaza?” aveva risposto: “Questa è una delle possibilità”. L’opposizione, con il leader Yair Lapid aveva subito condannato quella dichiarazione, definita “scioccante e folle”, e aveva chiesto a Netanyahu le dimissioni del ministro. Il premier in prima battuta aveva liquidato quelle parole come “fuori dalla realtà” e aveva aggiunto che “Israele e il suo esercito operano secondo i più alti standard del diritto internazionale per prevenire danni ai civili non coinvolti, e continueremo a farlo fino alla vittoria”.
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Eliyahu è un esponente e un dirigente del partito di estrema destra Otzma Yehudit, Potere Ebraico. “Non daremmo aiuti umanitari ai nazisti. A Gaza non esistono persone non coinvolte”. A proposito degli israeliani ostaggio nella Striscia aveva aggiunto: “Preghiamo e speriamo nel loro ritorno, ma in guerra ci sono anche dei prezzi”. Le famiglie degli ostaggi hanno chiesto le dimissioni immediate del ministro. Aveva provato una marca indietro, definendo le sue parole sull’atomica come metaforiche. Stessa versione da parte del leader di partito Itama Ben Gvir. Troppo tardi. Netanyahu lo ha sospeso “da tutte le sedute del governo, fino a nuovo ordine”.
Il conflitto nella Striscia
Continuano intanto i bombardamenti dell’esercito israeliano sulla Striscia di Gaza. Hamas ha accusato Israele di aver bombardato il campo profughi di Maghazi, nella città di Deir al Balah, al centro della Striscia. L’agenzia di stampa palestinese WAFA riporta almeno 51 vittime. Altri attacchi al campo profughi di Jabalia. L’operazione israeliana punta ad aprire corridoi, a eliminare covi di resistenza e a creare degli avamposti. L’esercito finora ha perso 28 soldati dall’inizio dell’invasione.
Un funzionario di stato statunitense ha confermato alla CNN che Hamas sta impedendo ai cittadini stranieri di lasciare Gaza fino a quando Israele non avrà garantito che le ambulanze dall’enclave palestinese possano raggiungere il valico di Rafah verso l’Egitto. L’esercito ha confermato ieri di aver colpito un’ambulanza nei pressi dell’ospedale Al Shifa, il più grande di Gaza, una strage di 15 vittime e una sessantina di feriti ma ha aggiunto che Hamas trasporta miliziani e armi sui mezzi di soccorso. Una ricostruzione del Washington Post basata sulle immagini a disposizione aveva smentito che a bordo del mezzo ci fossero miliziani.
La diplomazia e gli USA
Secondo Hamas dopo gli ultimi bombardamenti israeliani 60 ostaggi sono dispersi, un’informazione impossibile da verificare. Il segretario di Stato americano Antony Blinken, che ieri era stato in Giordania e che aveva chiesto a Netanyahu un cessate il fuoco, oggi incontrerà a Ramallah il presidente dell’autorità palestinese Mahmoud Abbas (Abu Mazen) nel primo viaggio del massimo diplomatico americano dallo scoppio del conflitto in Medio Oriente. Il presidente americano Joe Biden ha dichiarato che ci sarebbero progressi per la pausa umanitaria sulla Striscia. Ieri sera si sono svolte grandi proteste in Israele per chiedere le dimissioni del premier Benjamin Netanyahu.