Il conflitto
Guerra Israele-Hamas: l’esercito annuncia Gaza circondata in 48 ore, il capo di Hamas a Teheran dall’ayatollah Khamenei
Netanyahu rigetta ogni cessate il fuoco. Abu Mazen si dice pronto a prendere il controllo di Gaza. Il segretario di Stato Blinken atterra in Iraq
Esteri - di Redazione Web
L’esercito israeliano ritiene che in 48 ore Gaza City sarà completamente circondata e a quel punto cominceranno i combattimenti all’interno della città. Lo ha comunicato l’IDF al 29esimo giorno di guerra dopo gli attacchi di Hamas nel sud di Israele che hanno innescato la dura reazione dello Stato Ebraico. Prosegue quella che il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha definito terza fase della risposta ai terroristi, che contempla anche una penetrazione militare via terra. A oggi sono 9.700 i morti palestinesi secondo dati non verificabili di Hamas, 1.400 quelli israeliani, ancora 241 gli ostaggi nella Striscia di Gaza.
La guerra continua, al momento le trattative per un cessate il fuoco sembrano dirette in un vicolo cieco nonostante le impressioni positive comunicate dal Presidente degli Stati Uniti Joe Biden. L’ayatollah e guida suprema dell’Iran Ali Khamenei ha annunciato di avere incontrato oggi a Teheran il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh. “La politica permanente della Repubblica islamica dell’Iran è di sostenere le forze della resistenza palestinese contro i sionisti occupanti. I crimini del regime sionista a Gaza sono direttamente sostenuto dagli Usa e da alcuni governi occidentali”. L’asse sciita Teheran-Beirut sostiene i sunniti di Hamas, sia l’organizzazione che la Repubblica islamica vogliono la distruzione di Israele. Il ministero degli Esteri ha minacciato Washington di portare a un immediato cessate il fuoco nella Striscia se vuole evitare di essere “colpita duramente”.
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L’esercito israeliano non esclude un’operazione nell’ospedale Al Shifa: le forze armate avevano dichiarato la settimana scorsa che sotto l’ospedale ritengono si nascondano miliziani di Hamas, proprio davanti al nosocomio un bombardamento ha colpito un’ambulanza e provocato decine di morti e feriti e inorridito il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. Al Shifa è l’ospedale più grande della Striscia di Gaza. Dall’inizio del conflitto 36 reporter sono stati uccisi a Gaza.
Gli ostaggi
Hamas intanto ha denunciato “intensi bombardamenti” attorno agli ospedali a Gaza. La famiglia di Emily Hand, bambina di 8 anni dalla cittadinanza anche irlandese e ritenuta morta nell’attacco al kibbutz di Beeri, ha saputo oggi che la piccola è viva ed è ostaggio nella Striscia. Il corpo della 16enne Ruth Peretz invece è stato riconosciuto, era andata al rave party colpito dai miliziani il 7 ottobre scorso. I servizi di sicurezza israeliani ritengono che a quegli attacchi abbiano partecipato anche militanti stranieri, dall’accento palestinese diverso da quello di Gaza.
Il premier israeliano Netanyahu insiste a rigettare la proposta di tregue umanitarie, anche quella avanzata dagli Stati Uniti. “Non ci sarà il cessate il fuoco senza il ritorno dei nostri ostaggi, lo diciamo sia ai nostri nemici che ai nostri amici. Noi Continueranno finché non li batteremo”. Hamas ha invece più volte dichiarato che non ci saranno trattative senza una tregua. Il ministero degli Esteri del Qatar, negoziatore tra le parti che ospita leader politici di Hamas, ha sollecitato oggi alla necessità di pause umanitarie per arrivare al rilascio.
La diplomazia
Il segretario di Stato americano Antony Blinken continua i suoi viaggi diplomatici. È atterrato a sorpresa a Baghdad, in Iraq. Oggi aveva incontrato a Ramallah il Presidente dell’Autorità azionale palestinese, Mahmoud Abbas (noto anche come Abu Mazen). Il leader palestinese ha definito Gaza “parte integrante dello Stato di Palestina” e annunciato che “ci assumeremo tutte le nostre responsabilità, nel quadro di una soluzione politica globale sia per la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, che per la Striscia di Gaza”.