Nella città dell’arte ci sarà spazio per un duello alle urne tra esperti di arte? È la possibilità che si sta aprendo a Firenze, il capoluogo toscano dove si tornerà al voto nel 2024 per scegliere il successore dell’attuale sindaco, il Dem Dario Nardella.
Perché in ballo, a destra come a sinistra, c’è la possibilità di una candidatura di due illustri studiosi. Nel campo della destra-centro è forte il pressing sul direttore degli Uffizi Eike Schmidt, che il 30 novembre otterrà la cittadinanza italiana: sarebbe lui, 55enne che dal 2015 guida il Museo più importante della città, la carta da giocarsi per strappare Firenze alla sinistra.
Nell’altro schieramento si ragiona su un altro nome noto: lo storico dell’arte Tomaso Montanari, rettore all’Università per stranieri di Siena che oggi, in risposta ad un ritratto al vetriolo uscito sul Corriere della Sera a firma Fabrizio Roncone, ricorda che il suo mandato “scade nel 2027”.
Eppure l’ipotesi di una sua candidatura è in ballo, in particolare su pressing del Movimento 5 Stelle. Il partito di Giuseppe Conte spera di poter contare sul rettore e critico d’arte, da tempo anche personaggio televisivo, per sfidare la destra. Qualche discussione vi sarebbe già stata, ma per Montanari conta il progetto: non essere dunque il candidato del Movimento 5 Stelle ma di un centrosinistra che comprenda anche il Partito Democratico.
Ottenere la sponda del Nazareno di Elly Schlein non è missione facile. Se da una parte i Dem non possono permettersi di perdere Firenze, dall’altra il partito a livello locale non vuole intromissioni da Roma sulla scelta del candidato sindaco. Inoltre Montanari paga un rapporto col Pd non proprio dei migliori: fiero oppositore dell’epoca renziana del Pd, anche i rapporti con l’attuale sindaco Nardella sono ai minimi termini, con tanto di querela sporta dal primo cittadino contro il rettore dell’Università per stranieri di Siena per aver parlato di una città in vendita. Allo stesso tempo Montanari ha riallacciato i rapporti con almeno un pezzo di Partito Democratico, quello più vicino alla segreteria Schlein, così come ha mostrato pubblicamente di aver apprezzato alcune mosse del sindaco Nardella, come la battaglia contro gli affitti brevi.
Trovare una sintesi non sarà facile, i rapporti tra 5 Stelle e Partito Democratico non sono dei migliori sia a livello nazionale che locale. A buona parte dei Dem l’ipotesi Montanari non pare dispiacere, ma il clima per la successione a Nardella si è già infuocato con la mossa di Cecilia Del Re, ex assessore all’Urbanistica “record woman” di preferenze alle scorse elezioni e defenestrata a marzo dal sindaco per aver rilanciato, senza parlarne col primo cittadino, l’idea della tramvia al Duomo, di “chiamare a raccolta il popolo delle primarie” con appuntamento già fissato al 15 novembre.
A spingere comunque in direzione di un tentativo di intesa con i 5 Stelle c’è anche la rottura quasi definitiva dei rapporti tra Partito Democratico e Italia Viva, sempre più ai ferri corti a Palazzo Vecchio. L’ultimo scontro è arrivato in sede di approvazione in Consiglio comunale dello scostamento di bilancio la scorsa settimana, con l’astensione delle due consigliere di IV Mimma Dardano e Barbara Felleca.