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Guerra Israele-Hamas: la richiesta di Biden a Netanyahu

Guerra Israele-Hamas: la richiesta di Biden a Netanyahu

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha chiesto a Benyamin Netanyahu tre giorni di pausa nei combattimenti per permettere la liberazione di almeno una decina di ostaggi in mano ad Hamas secondo la proposta avanzata da Usa, Israele e Qatar. Un piano su cui sono al lavoro Cia e 007 israeliani. Il premier israeliano finora ha sempre detto che il cessate il fuoco sarebbe stato possibile solo in caso di liberazione di tutti gli ostaggi e lo sta consentendo solo per le ondate di uscita di civili dalla Striscia di Gaza attraverso l’Egitto. Nelle ultime ore lo hanno fatto in 500, per lo più stranieri o con doppia nazionalità. Intanto Medici senza frontiere ha annunciato la morte di una suo collaboratore e della sua famiglia in un bombardamento sul campo profughi di Chati.

Biden a Netanyahu

L’organizzazione umanitaria nei giorni scorsi aveva diffuso la testimonianza di un suo medico sul terribile attacco contro un’ambulanza fuori l‘ospedale di Al Shifa, il principale di Gaza, dove il personale Msf lavora in condizione disperate, quasi al collasso: “Eravamo dentro al cancello dell’ospedale quando l’ambulanza è stata colpita davanti ai nostri occhi. C’erano corpi insanguinati ovunque. Molti sono morti sul colpo, mentre altri sono stati portati d’urgenza in sala operatoria“. Ieri è trascorso un mese da quando i militanti di Hamas hanno attaccato Israele. Da allora Israele ha sferrato attacchi su oltre 14.000 obiettivi nella Striscia di Gaza. Secondo l’Autorità sanitaria palestinese e le Forze di difesa israeliane (IDF), più di 10.000 palestinesi e almeno 1.400 israeliani sono stati uccisi e più di 200 altri sono stati presi in ostaggio dai militanti di Hamas.

Il bilancio del conflitto

Inoltre nelle ultime ore sono stati colpiti siti di Hezbollah nel sud del Libano dopo il lancio di razzi sul nord di Israele. Israele ha colpito il territorio libanese più volte nelle ultime 24 ore. Lo rendo noto l’esercito israeliano, definendo i suoi attacchi come “risposte al fuoco” contro lo Stato ebraico e a “un obiettivo aereo sospetto” rilevato in territorio israeliano. Nella tarda serata di ieri il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), Daniel Hagari, ha detto che gli aerei da guerra delle Idf hanno colpito più volte obiettivi di Hezbollah il Libano tra cui un “magazzino, posizioni di lancio, infrastrutture e siti in cui si trovano mezzi tecnologici”.

Hezbollah e uno dei responsabili di Hamas

L’esercito israeliano ha ucciso nella notte, in un attacco aereo mirato, Mohsen Abu Zina, capo della produzione di armi di Hamas. Lo ha fatto sapere il portavoce militare, secondo cui Abu Zina è stato “uno dei principali sviluppatori di armi di Hamas ed era un esperto nello sviluppo di armi strategiche e razzi utilizzati dai terroristi“. Il portavoce ha poi aggiunto che la notte scorsa è stata eliminata “una cellula terroristica che progettava di lanciare missili anti tank contro i soldati“.