Elezione diretta del premier

Premierato: come funziona il sistema in Europa

In Italia è un tema molto caldo e discusso, il governo ha pronta la riforma: come funziona il sistema elettivo nei principali paesi del continente (con l'eccezione di Israele). Capitolo presidenzialismo: i casi di Francia e Stati Uniti

Politica - di Andrea Aversa - 8 Novembre 2023

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Premierato: come funziona il sistema in Europa

Il Consiglio dei Ministri ha approvato la legge di riforma costituzionale cosiddetta del premierato. Tale provvedimento è stato un cavallo di battaglia del centrodestra in campagna elettorale. L’elezione diretta del premier da parte dei cittadini è stato un obiettivo che anche altri esecutivi del passato hanno cercato di rendere realtà. Ma senza riuscirvi. Non avendo mai trovato l’adeguata maggioranza in Parlamento, i progetti legislativi e di riforma sono sempre naufragati nei successivi referendum. Gli esiti referendari hanno poi segnato la fine dei governi-promotori. Ma vediamo come funziona il premierato in Europa.

Il premierato

Con l’eccezione della Spagna, il cui sistema è molto simile a quello italiano (i cittadini eleggono i parlamentari, il Re affida l’incarico al leader che ha la maggioranza dei voti, il Parlamento vota la fiducia) e della Francia (il paese transalpino è una repubblica semi presidenziale, i cittadini eleggono direttamente il Presidente che a sua volta nomina il primo ministro), analizziamo i casi della Germania e del Regno Unito. Vedremo in seguito come paesi extra continentali, come gli Usa e Israele, rappresentino delle eccezioni.

Il premierato in Europa: Germania

In Germania vige un sistema secondo il quale è solo il Cancelliere della Repubblica Federale (il Primo Ministro) a dover ottenere la fiducia del Parlamento. Il capo del governo può liberamente nominare un ministro o revocarne l’incarico. A Berlino esiste il principio della ‘sfiducia costruttiva‘: le camere possono sfiduciare il premier avendo la certezza di poter nominare subito dopo un nuovo Cancelliere che abbia già la maggioranza in aula. Un caso del genere c’è stato nel 1982 con il ‘passaggio di poteri’ da Helmut Schmidt a Helmut Kohl.

Il Regno Unito

Il sistema britannico, il cui modello elettorale è puramente maggioritario, non prevede l’elezione diretta del premier. Tuttavia il primo ministro è sempre il leader del partito che ha vinto le elezioni. Se dovesse verificarsi un cambio ai vertici dell’organizzazione politica di appartenenza, questa potrebbe riflettersi anche sul ruolo di capo del governo. Il passaggio non necessita di una nuova consultazione elettorale. Di recente è successo con l’avvicendarsi a Downing Street di Boris Johnson, Liz Truss e infine Rishi Sunak.

L’eccezione: Israele

Lo Stato Ebraico è stato l’unico paese ad avere un sistema che consentisse l’elezione diretta del premier. Il metodo prevedeva due schede elettorali differenti: una con la quale i cittadini votavano il primo ministro, l’altra con la quale gli elettori – con sistema proporzionale – esprimevano la loro preferenza per i parlamentari. Tale dispositivo ha avuto nove anni di vita, dal 1992 al 2001. L’anno successivo, nel 2002, è stato abolito perché incapace di garantire la stabilità della maggioranza.

Gli Stati Uniti

Esclusa la Francia che rientra nei casi europei, il sistema presidenziale più famoso al mondo è quello made in Usa. Il Presidente degli Stati Uniti è eletto indirettamente dal popolo (sono i  ‘grandi elettori‘ dei vari stati a decretare l’eventuale vittoria di uno degli sfidanti). La sfida elettorale è preceduta dalle primarie durante le quali i delegati, eletti dai cittadini, devono scegliere quale dei candidati di partito (che sono due, DemocraticiRepubblicani) possono poi correre per la presidenza. Il Senato nomina i ministri, il Presidente eletto può sostituirli e chiederne le dimissioni; può nominare i giudici della Corte Suprema (la nomina deve poi essere confermata dal Senato); nomina il Comandante delle Forze Armate.

L’equilibrio dei poteri

Il Presidente non può sciogliere le camere e queste ultime non possono sfiduciarlo. C’è solo un caso, che però rientra nella sfera giudiziaria, ed è quello della ‘messa in accusa‘, ovvero dell”impeachment‘. Il Congresso può presentare al governo dei disegni di legge che il Presidente può bloccare con il diritto di veto (quest’ultimo può essere bypassato se l’assemblea esprime una maggioranza dei due terzi). Mentre il Presidente può emettere degli ‘ordini esecutivi‘ ma solo se il Congresso ha preventivamente delegato una parte dei propri poteri tramite una legge delega.

8 Novembre 2023

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