Il dramma di Gaza
Dramma Gaza, finito il disinfettante in ospedale si opera con l’aceto
Gli aiuti che sono entrati finora sono poco e nulla, e non vanno comunque oltre i dintorni di Rafah, niente arriva a Gaza city da dove moltissime persone non possono andar via.
Esteri - di Angela Nocioni
Negli ospedali di Gaza, pieni di sfollati e di feriti, manca tutto. Sono finiti i disinfettanti, sono finiti gli anestetici. I medici sono costretti ad usare l’aceto per disinfettare durante le operazioni. L’acqua potabile è finita, si beve acqua salata filtrata allungata con acqua distillata. Nei pronto soccorso si vedono persone con arti amputati chiusi con le buste di plastica perché non c’è altro.
Nei rifugi di fortuna comunque a rischio bombardamento dove sono stipate persone in fuga dalle bombe ci sono anche 35mila persone con 4 bagni, il che significa ore di fila per andare in un bagno senz’acqua, il rischio di epidemie è altissimo. Gli aiuti che sono entrati finora sono poco e nulla, e non vanno comunque oltre i dintorni di Rafah, niente arriva a Gaza city da dove moltissime persone non possono andar via.
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Sono queste soltanto alcune delle terribili testimonianze dei cooperanti usciti giorni fa attraverso il valico di Rafah che ieri hanno incontrato giornalisti a Montecitorio. Una di loro è Amal Khayal, responsabile del Ciss per la Striscia che dice: “Noi palestinesi veniamo disumanizzati e umiliati. Ho un collega a Gaza che sotto le macerie ha perso 47 persone della sua famiglia”.