Tra il Partito Democratico italiano e Edi Rama è rottura. I Dem nostrani sono a dir poco infuriati col primo ministro albanese dopo la firma del controverso accordo col governo italiano di Giorgia Meloni sui migranti, il patto che prevede di dirottare nel Paese dall’altra parte dell’Adriatico fino ad un massimo di 35mila migranti all’anno intercettati dalle navi italiane nel Mediterraneo, da ospitare in strutture nel porto di Shengjin e a Gjader.
Una scelta, quella di Rama, che ha spinto il Pd a portare il caso sul tavolo del congresso del Pse, il Partito socialista europeo, che si riunirà venerdì e sabato in Spagna, a Malaga. Dal Nazareno, come spiega Peppe Provenzano a Repubblica, la richiesta che arriverà agli altri big del centrosinistra europeo è chiara: cacciare Edi Rama e il suo partito, il Pssh, dalla famiglia del Pse.
“Porremo la questione al congresso del Pse”, spiega Provenzano, che del Pd è responsabile Esteri nella segreteria Schlein. Rama, è la sintesi, è incompatibile “con i valori della famiglia socialista”, dice Provenzano, con i Dem che giudicano l’accordo firmato dal primo ministro albanese con la Meloni una violazione del diritto internazionale.
Il partito di Rama, il Pssh, è osservatore del Pse, al pari dei partiti socialisti di altri Paesi che vorrebbero entrare nell’Unione europea: il primo ministro albanese avrebbe anche la possibilità di presentarsi a Malaga per “difendersi”, ma non ci sarà nella due giorni spagnoli, avendo probabilmente capito il clima.
Il precedente Fico
Si tratta del secondo divorzio nella famiglia dei socialisti europei. A metà ottobre era stato espulso dal Pse il neo-premier slovacco Robert Fico, fresco vincitore delle elezioni tenute a Bratislava, per le sue posizioni filo-russe e la sua alleanza con partiti dell’estrema destra per formare un esecutivo.
Tornando all’Albania, Rama in questi giorni continua a difendere l’accordo siglato col nostro governo, sottolineando come “altri Paesi ci avevano chiesto aiuto”, senza specificare però quali. La cacciata dal Pse per il premier resta un grosso problema, in particolare per l’agognata candidatura per l’ingresso nell’Unione Europea, che vede come grande sponsor proprio il nostro Paese e la premier Giorgia Meloni, amica personale del suo omologo di Tirana.
Le critiche in Albania
Se contro Rama e il suo accordo con Roma si scaglia l’opposizione nostrana, non cambia molto il contesto anche in Albania. Qui è Sali Berisha, 79 anni, ex primo ministro e presidente dell’Albania, tutt’oggi parlamentare e leader del centrodestra albanese, a denunciare le storture dell’intesa firmata sui migranti.
Berisha, intervistato dal Corriere della Sera, definisce “pericoloso per tanti motivi” il patto. L’ex+ premier e leader del Partito Democratico albanese sottolinea che l’accordo può “aumentare la xenofobia” e il rischio di “proteste in piazza contro l’Italia”. L’Albania, ricorda Berisha, “è un Pase piccolo che teme perciò possano amplificarsi sul suo territorio i problemi già visti in altri Paesi dove sono nati questi centri”.
Per il leader Dem albanese c’è poi un problema politico: “La nostra Corte costituzionale dice che per assegnare l’extraterritorialità a un luogo ci vuole l’autorizzazione del presidente della Repubblica. Edi Rama invece ha fatto tutto da solo, in segreto, senza un mandato. Spero intervenga la Corte di Strasburgo e annulli tutto”.