La guerra
Israele controlla il Nord di Gaza e la roccaforte Jabalia: Netanyahu chiude all’ipotesi di cessate il fuoco
Esteri - di Redazione
Dopo 32 giorni di combattimenti, si fa sempre più pressante la stretta dell’esercito di Israele sulla Striscia di Gaza ed in particolare sull’area Nord del territorio guidato da Hamas.
Daniel Hagari, portavoce dell’IDF, le Forze di Difesa dello stato ebraico, ha spiegato che i civili palestinesi “stanno andando via dal nord della Striscia perché hanno capito che Hamas lì ha perso il controllo e che il sud è più sicuro”. Ha poi aggiunto che nell’area meridionale della Striscia “c’è una zona più sicura rifornita di medicine, di acqua e di cibo. Lo capiscono bene”, anche se in realtà la stessa zona non è stata esente da bombardamenti israeliani in questi giorni.
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L’Onu: “Crimini di guerra commessi da Israele e Hamas”
L’alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Volker Türk ha affermato che sia Hamas che Israele hanno commesso crimini di guerra da quando è scoppiato il conflitto il mese scorso.
“Le atrocità perpetrate dai gruppi armati palestinesi il 7 ottobre sono state terribili, brutali e scioccanti: sono stati crimini di guerra, così come lo è la continua detenzione di ostaggi“, ha affermato Türk. “Anche la punizione collettiva da parte di Israele dei civili palestinesi costituisce un crimine di guerra, così come l’evacuazione forzata illegale dei civili“, ha aggiunto.
Türk mercoledì è stato in visita al varco di Rafah, la frontiera tra Striscia di Gaza ed Egitto.
Israele controlla la roccaforte Jabalya
L’esercito israeliano ha comunicato stamane che la fanteria dell’IDF ha ha preso il controllo della roccaforte di Jabalia, nel nord della Striscia,dopo 10 ore di combattimento.
Secondo l’esercito le forze armate della Brigata Nahal dopo importanti combattimenti ora controllano la postazione – conosciuta come Avamposto 17 – nel campo profughi di Jabalya – nel nord dell’enclave palestinese.
In stallo trattative per cessate il fuoco
Nel frattempo, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha ribadito che “senza la liberazione degli ostaggi non ci sarà nessun cessate il fuoco“, ha detto il primo ministro, mentre si moltiplicano le voci su un accordo per una pausa umanitaria in cambio del rilascio di alcuni ostaggi. “Voglio mettere da parte tutte le voci inutili che sentiamo da tutte le direzioni e ripetere una cosa chiara: non ci sarà cessate il fuoco senza il rilascio dei nostri prigionieri“, ha affermato Netanyahu. Il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale, John Kirby, in un briefing con la stampa ha fatto sapere che gli Usa «non hanno prove che gli ostaggi in mano ad Hamas, compresi i cittadini statunitensi, siano ancora in vita», ha detto Kirby, sottolineando che «potrebbe essere necessaria più di una pausa umanitaria per farli uscire tutti».