Il dossier di Honest Reporting

Attacchi di Hamas in Israele, le accuse dell’ong israeliana ai fotoreporter: “Cosa ci facevano lì, sapevano tutto?”

Il report dell'ong solleva ambiguità: "Possibile pensare che siano apparsi per caso al confine senza un preventivo coordinamento con i terroristi?". L'ira di Israele: "Come i terroristi". Le agenzie internazionali sospendono le collaborazioni

Esteri - di Redazione Web

10 Novembre 2023 alle 13:04 - Ultimo agg. 10 Novembre 2023 alle 13:04

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Palestinians celebrate by a destroyed Israeli tank at the Gaza Strip fence east of Khan Younis southern Saturday, Oct. 7, 2023. The militant Hamas rulers of the Gaza Strip carried out an unprecedented, multi-front attack on Israel at daybreak Saturday, firing thousands of rockets as dozens of Hamas fighters infiltrated the heavily fortified border in several locations by air, land, and sea and catching the country off-guard on a major holiday. (AP Photo/Hassan Eslaiah) Associated Press/LaPresse Only Italy And Spain
Palestinians celebrate by a destroyed Israeli tank at the Gaza Strip fence east of Khan Younis southern Saturday, Oct. 7, 2023. The militant Hamas rulers of the Gaza Strip carried out an unprecedented, multi-front attack on Israel at daybreak Saturday, firing thousands of rockets as dozens of Hamas fighters infiltrated the heavily fortified border in several locations by air, land, and sea and catching the country off-guard on a major holiday. (AP Photo/Hassan Eslaiah) Associated Press/LaPresse Only Italy And Spain

Fotoreporter palestinesi nei luoghi del massacro, degli attacchi di Hamas nel Sud di Israele dello scorso 7 ottobre che hanno fatto esplodere la nuova guerra in Medio Oriente. Richieste di chiarimenti su queste presenze sono stati posti dall’ong israeliana Honest Reporting che solleva un’enorme e controversa rilevanza mediatica anche perché i fotoreporter collaborano con le agenzie internazionali CNN, Associated Press, Reuters e con il quotidiano New York Times. In pratica l’organizzazione pro-Israele solleva interrogativi sui fotoreporter coinvolti: erano a conoscenza, in parte o del tutto, degli attacchi? Erano “embedded”, al seguito, dei terroristi? Il governo israeliano ha rilasciato dichiarazioni durissime in cui descrive i giornalisti come “complici di crimini contro l’umanità” e ha chiesto chiarimenti alle testate.

L’organizzazione non governativa israeliana Honest Reporting si occupa di “monitorare i media alla ricerca di pregiudizi contro Israele”. Ha pubblicato immagini, foto e video, in cui si vedono i fotoreporter, con sede a Gaza, Hassan Eslaiah, Yousef Masoud, Ali Mahmud, Hatem Ali, Mohammed Fayq Abu Mustafa e Yasser Qudih. La posizione più delicata sembra essere quella di Eslaiah che ha scattato foto a un carro armato israeliano in fiamme e ai terroristi che facevano irruzione nel kibbutz di Kfar Aza dove sono state uccise oltre cento persone. “Tutti coloro che erano all’interno di questo carro armato sono stati rapiti dalle Brigate al-Qassam (l’ala armata di Hamas, ndr), come abbiamo visto con i nostri occhi”, ha aggiunto l’ong. Su X aveva postato un’immagine in piedi davanti al carro armato in fiamme ed è accusato di comparire in moto, dietro un miliziano, in un filmato.

La stessa ong ha raccolto la segnalazione di un vecchio tweet in cui si vede Eslaiah con il leader di Hamas nella Striscia, Yahya Sinwar. Se è intuibile che il gruppo terroristico abbia preparato le sue operazioni anche mediaticamente e che una foto con Sinwar non significhi automaticamente una collusione, la situazione ha destato comunque ambiguità e richieste di chiarimento. Ali Mahmud e Hatem Ali hanno scattato foto dei rapimenti e agli ostaggi, il primo anche del pick-up su cui è stato esposto il corpo della 22enne tedesco-israeliana Shani Louk. Mostafa e Qudih hanno pubblicato foto di un carro armato in fiamme e della folla che brutalizzava il corpo di un soldato israeliano. Honest Reporting ha spiegato come i nomi dei fotografi siano stati rimossi dai credit di alcune delle foto del database di Ap.

I quesiti di Honest Reporting

“Le rispettabili testate che hanno pubblicato quelle foto hanno approvato la presenza dei loro collaboratori fotoreporter in territorio israeliano, insieme con i terroristi? I fotoreporter che lavorano come freelance per altri media, come la Cnn e il New York Times, li hanno informati?”, chiede nel suo report la ong. “È possibile pensare che i fotoreporter siano apparsi per caso la mattina presto al confine senza un preventivo coordinamento con i terroristi? Anche se non conoscevano i dettagli esatti di ciò che stava per accadere, una volta che hanno assistito all’assalto, non si sono resi conto che stavano violando un confine? E se sì, hanno informato le testate giornalistiche?”.

Le reazioni delle agenzie

Gli interrogativi hanno generato le reazioni delle agenzie, che hanno chi più e chi meno preso le distanze dai freelance. La replica di Ap è arrivata tramite una nota: “La nostra agenzia non era a conoscenza degli attacchi del 7 ottobre prima che accadessero. Il ruolo dell’Ap è quello di raccogliere informazioni sugli eventi dell’ultima ora in tutto il mondo, ovunque accadano, anche quando tali eventi sono orribili e causano vittime di massa. Ap utilizza immagini scattate da freelance in tutto il mondo, inclusa Gaza”. CNN ha detto di “essere a conoscenza dell’articolo e della foto riguardanti Hassan Eslaiah, un fotoreporter freelance che ha lavorato con numerosi organi di stampa internazionali e israeliani. Anche se in questo momento non abbiamo trovato motivo di dubitare dell’accuratezza giornalistica del lavoro che ha svolto per noi, abbiamo deciso di sospendere ogni legame con lui”.

Le accuse dell'ong israeliana ai fotoreporter sui luoghi dei massacri di Hamas
Palestinian militants from the Gaza Strip run by the gate of kibbutz Kfar Azza on Saturday, Oct. 7, 2023. The militant Hamas rulers of the Gaza Strip carried out an unprecedented, multi-front attack on Israel at daybreak Saturday, firing thousands of rockets as dozens of Hamas fighters infiltrated the heavily fortified border in several locations by air, land, and sea and catching the country off-guard on a major holiday. (AP Photo/Hassan Eslaiah)

Stessa decisione da parte di Ap che ha dichiarato di non essere a conoscenza degli attacchi e ribadito di utilizzare “immagini scattate da freelance in tutto il mondo, inclusa Gaza”. Reuters ha fatto sapere di “aver acquisito le foto da due fotografi freelance di Gaza con i quali non aveva una relazione precedente” e precisato che “lo staff giornalistico di Reuters non era sul posto nei luoghi menzionati nell’articolo di Honest Reporting”. Il New York Times ha respinto tutte le accuse.

Le reazioni di Israele

La replica del governo dello Stato Ebraico è stata durissima. L’ufficio stampa ha giudicato questo tipo di coinvolgimento oltre “ogni linea rossa, professionale e morale. Quattro fotografi che lavorano per questi network hanno documentato gli orrori perpetrati dai terroristi di Hamas dopo aver sfondato la barriera di confine con Israele. Hanno filmato l’uccisione di civili, l’abuso di corpi e il rapimento di uomini e donne”. Chieste spiegazioni alle redazioni. Il leader centrista israeliano, Benny Gantz, entrato a far parte del governo e del gabinetto di guerra, ha scritto un post sul social X. “Se c’erano giornalisti che sapevano del massacro e hanno taciuto e anche filmato mentre bambini venivano massacrati, non sono diversi dai terroristi e devono essere trattati allo stesso modo”.

 

Al momento non c’è alcuna evidenza che quei reporter siano collusi con Hamas. L’analista palestinese Muhammad Shehada ha accusato Israele di voler screditare i giornalisti che operano all’interno della Striscia di Gaza. Dal 7 ottobre a nessun giornalista internazionale è permesso di entrare nella Striscia di Gaza, il governo israeliano ha chiuso il varco di Erez, l’unico utilizzabile in passato. Sono rimasti soltanto i giornalisti palestinesi. Sono dipendenti fissi di grandi agenzie come APBBCReuters e Al Jazeera o più spesso sono collaboratori delle stesse agenzie e testate internazionali. Di fatto sono le uniche fonti, non esenti dalla fatica di sopravvivere a un assedio, fatta eccezione per quelli al seguito dell’esercito israeliano. Alcuni sono morti sotto le bombe anche loro.

10 Novembre 2023

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