Minacce anche da Beirut
Guerra a Gaza, le truppe Idf nel Parlamento: Israele annuncia che Hamas ha perso il controllo della Striscia
Nessuna pausa per procedere verso la vittoria contro Hamas nella Striscia di Gaza. Sono i messaggi che arrivano da Israele ed in particolare dal ministro della Difesa israeliano, Yoav Gallant, e dal primo ministro Benjamin Netanyahu.
Il primo ha ha sostenuto oggi che Hamas “ha perso il controllo della Striscia di Gaza” e i suoi combattenti “fuggono verso il sud” dell’enclave palestinese. Secondo Gallant negli ultimi giorni le forze armate israeliane (Idf) “stanno avanzando su ogni punto”, intensificando l’attività contro i tunnel del Movimento islamico. “Lavoriamo in base ai compiti, non abbiamo un cronometro, abbiamo degli obiettivi e li raggiungeremo“, ha aggiunto il ministro della Difesa, un riferimento alle parole del ministro degli Esteri Eli Cohen secondo cui la pressione internazionale potrebbe costringere Israele a modificare i piani a Gaza.
Di pari passo vanno le dichiarazioni di Bibi Netanyahu. Rivolgendosi ai militari di Tel Aviv durante una visita al battaglione di ricognizione nel deserto, noto anche come Unità 585 o battaglione beduino, il premier ha ribadito che Israele “vincerà” e che “non ci ci saranno pause. Questa non è un’operazione, non è un’altra serie di combattimenti. Stiamo andando verso la vittoria totale”, ha detto il primo ministro di Israele aggiungendo che “Hamas sarà eliminato”.
Il ruolo di Hezbollah
Da Gaza arriva però l’avvertimento di Hamas. Secondo quanto riporta Nbc, citando un membro del movimento islamico a Beirut, Hezbollah entrerà pienamente in guerra con Israele se Hamas sarà completamente distrutta a Gaza.
“Ora non è il momento. La linea rossa per Hezbollah è la totale distruzione della resistenza a Gaza“, ha detto Ahmed Abdul Hadi con Nbc
Truppe Idf nel Parlamento di Gaza
Soldati israeliani della Brigati Golani sono penetrati nel Parlamento di Gaza City prendendone il controllo. È diventato virale sui social la foto delle truppe che espongono le bandiere israeliane dietro il banco della presidenza.
Il dramma degli ospedali
Sempre a Gaza la situazione negli ospedali della Striscia si fa sempre più complicata e drammatica. L’ospedale Al Shifa di Gaza City, il più grande della Striscia, “non funziona più come dovrebbe” a causa delle interruzioni di corrente e della mancanza di carburante ed “è quasi un cimitero, ha dichiarato alla Bbc Christian Lindmeier, portavoce dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Lindmeier ha spiegato che attorno alla struttura “ci sono cadaveri di cui non ci si può occupare e che non possono nemmeno essere sepolti o portati in un obitorio“.
La preoccupazione dell’Oms è rivolta soprattutto alla sorte di decine di neonati prematuri che non possono più rimanere nelle loro incubatrici. Secondo Lindmeier, l’ospedale non è in grado di effettuare la dialisi renale per 45 pazienti che ne hanno bisogno. All’interno della struttura ci sono circa 600 pazienti e altre persone che si sono rifugiate nei corridoi.
Il ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas, afferma che 6 bambini prematuri sono morti nell’ospedale di Al Shifa, a Gaza City, a causa dello stop ai macchinari dovuto alla mancanza di carburante, come riporta l’agenzia Wafa.
I morti palestinesi nella Striscia
Quanto al numero delle vittime palestinesi dall’inizio del conflitto nella Striscia, il loro numero secondo l’ultimo bilancio del ministero della Sanità è salito a 11.360. Tra i morti finora ci sarebbero 4.609 minori, 3.100 donne e 678 anziani. Il numero dei feriti, invece, ha raggiunto i 28mila. In Cisgiordania, il numero dei palestinesi uccisi è salito a 180, e quello dei feriti a 2.700. Il ministero ribadisce che è difficile raccogliere informazioni per la mancanza di comunicazione e a causa degli attacchi agli ospedali, ma precisa che 3.250 cittadini, di cui 1700 minori, sono ancora dispersi.