La denuncia del giornalista
La strage di bambini e il fascismo dilagante in Israele
La denuncia di Gideon Levy: "Scegli da che parte stare. Quali bambini morti ti sconvolgono di più? Quali genitori in lutto ti turbano di più? Non riesci a vedere la differenza tra Hamas, che è venuto qui per massacrare, e un esercito che è venuto per salvare gli ostaggi e spazzare via Hamas?"
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
“Siamo tutti palestinesi, tutti israeliani”. Così è uscito giorni fa questo giornale. “Siamo tutti con i bimbi palestinesi, tutti con i bimbi israeliani” bisognerebbe dire oggi. A confortare questo assunto è uno dei più autorevoli giornalisti israeliani: Gideon Levy.
Scrive Levy sul quotidiano progressista di Tel Aviv: “Una foto di Ohad Zwigenberg dell’Associated Press sulla prima pagina di Haaretz valeva più di mille parole. Mostrava un soldato dell’esercito israeliano all’interno della stanza di una bambina a Gaza, con il piede appoggiato su un letto.
Le pareti rosa della stanza, destinate a creare un’atmosfera tranquilla, non potevano nascondere l’orrore: la stanza era sottosopra, tutto ridotto a brandelli, solo una bambola senza capelli buttata sul letto, che ricordava agli spettatori che quella era la stanza di una bambina, che non potrà mai più essere tale. I suoi abitanti sono fuggiti per salvarsi la vita o sono stati uccisi, o entrambe le cose”.
“La stanza dei gazawi era identica alle stanze dei bambini distrutte che ho visto nel kibbutz Be’eri la mattina dopo il massacro – dice Levy – non si può non pensare al destino dei loro piccoli abitanti, sia qui che là. Se i bambini di Be’eri sono sopravvissuti, possono almeno sperare in un futuro migliore. Se i bambini di Gaza sono sopravvissuti, non c’è speranza per loro.
I bambini sono bambini, bisogna ribadirlo, e non si può non essere ugualmente inorriditi da ciò che è accaduto loro, sia qui che là. Nella realtà del fascismo ormai dilagante in Israele, anche questa affermazione è considerata un tradimento, una sovversione e un’espressione di odio verso Israele. Come osi fare un paragone?
Sabato a mezzogiorno, il vice ministro della Sanità di Hamas, Yousuf Abu al-Arish, parlando dall’ospedale Al-Shifa di Gaza, ha annunciato che 39 neonati prematuri rischiano di morire per soffocamento, dopo che i generatori si sono spenti, interrompendo il flusso di ossigeno alle loro incubatrici. All’esterno, c’era già una pila di 100 corpi non identificati, coperti da sudari bianchi. Non potevano essere portati alla sepoltura, l’ospedale era sotto assedio, circondato da tutti i lati dai carri armati.
I feriti e i malati, così come i morti, non potevano più essere estratti dall’inferno. Poco dopo, il Prof. Mads Gilbert, un medico norvegese che aveva prestato servizio volontario presso l’ospedale in tutte le guerre precedenti ma che ora era bloccato al Cairo, ha detto che i cecchini israeliani si erano sparpagliati intorno all’ospedale e stavano sparando. Un’infermiera del reparto neonati prematuri è stata uccisa.
Le foto dell’ospedale Al-Shifa mostravano decine di feriti sanguinanti stesi sul pavimento e un padre urlante che si precipitava verso il suo neonato morto, anch’esso sul pavimento. L’inferno è lì. La dottoressa Tanya Haj-Hassan, medico di Medici Senza Frontiere, ha detto di non avere più parole per dirlo. Venerdì sera i bambini morti erano 4.506. Quarantamila unità abitative sono state completamente distrutte. Metà di Gaza giace in macerie. L’ospedale pediatrico di Rantisi è sotto assedio, nessuno può entrare o uscire.
Anche l’ospedale pediatrico di Al-Nasr ha smesso di funzionare e tutti i bambini malati e feriti sono stati evacuati, Dio solo sa dove. La scuola Al-Buraq è stata bombardata venerdì sera e almeno 50 persone che pensavano di aver trovato rifugio lì sono state uccise. L’Idf ha riferito che tra i morti c’era anche il comandante di una compagnia di Hamas che aveva impedito ai gazawi di spostarsi verso sud. Bingo. Non si può mantenere l’equanimità di fronte a queste scene.
Anche dopo aver visitato i kibbutz e le città del sud il giorno dopo il massacro, anche dopo essere stati esposti a tutti gli orrori che si sono verificati lì. Anche dopo aver ascoltato i racconti dei sopravvissuti e dei morti, e anche dopo aver visto il filmato realizzato dal portavoce dell’Idf. Non si può evitare di rimanere inorriditi da ciò che sta accadendo a Gaza, pur sapendo cosa c’è sotto quegli ospedali. Non meno orribile è la consapevolezza di doversi schierare: o sei scioccato dalle atrocità commesse da Hamas o da quelle commesse dall’Idf. Decidi.
Scegli da che parte stare. Quali bambini morti ti sconvolgono di più? Quali genitori in lutto ti turbano di più? Non riesci a vedere la differenza tra Hamas, che è venuto qui per massacrare, e un esercito che è venuto per salvare gli ostaggi e spazzare via Hamas?
Certo, ma i bambini massacrati e i loro genitori, non meno massacrati, hanno poco interesse nelle intenzioni dei loro assassini. Da entrambe le parti, non dovevano morire. La loro uccisione è ugualmente scioccante e non c’è motivo al mondo di doversi giustificarsi per aver preso questa posizione”. Così Gideon Levy.