Riviste al ribasso stime Pil
Manovra, i conti non tornano per l’Ufficio parlamentare di bilancio: mancano coperture su sanità e asili
Economia - di Carmine Di Niro
Dopo le critiche di Confindustria e Bankitalia, è il turno dell’Ufficio parlamentare di bilancio per una analisi impietosa della Manovra predisposta dal governo di Giorgia Meloni per il 2024. Una legge di bilancio, attualmente al vaglio del Parlamento e su cui la maggioranza non dovrebbe presentare emendamenti, che l’Upb, l’Autorità indipendente dei conti pubblici, ha definito illustrando il suo parere in audizione alle commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato dalla presidente dell’Ufficio, Lilia Cavallari, come “improntata a un’ottica di breve periodo, con interventi temporanei e frammentati”.
Ma i problemi sono in realtà relativi soprattutto al futuro prossimo, con gli esperti dell’Upb che tracciano un quadro a tinte fosche: “Le previsioni macroeconomiche ufficiali, validate dall’Upb il mese scorso in occasione dell’audizione sulla Nadef, sono ancora accettabili per il 2023 mentre sono decisamente aumentati i rischi al ribasso per l’anno prossimo”. Per questo “gli obiettivi di crescita del governo per il 2024 sono raggiungibili, ma solo sotto l’ipotesi che si rafforzi consistentemente la domanda estera e che avanzino speditamente i progetti del Pnrr”.
Le coperture mancanti su sanità e bonus
L’analisi è severa in particolare nel merito delle coperture sulle spese del Servizio sanitario nazionale. Il suo finanziamento per il 2024 “potrebbe non coprire integralmente le spese, anche tenendo conto dei potenziali livelli di spesa farmaceutica, dell’applicazione dei nuovi Lea (con i connessi aumenti su tariffe di prestazioni specialistiche e assistenza protesica) e del contenzioso delle imprese sul pay-back”, ha detto in audizione Cavallari.
Altri problemi di copertura, come detto, riguardano i bonus, in particolare una delle misure-spot più care alla premier Meloni: parliamo del provvedimento in favore della natalità, l’azzeramento delle spese per le famiglie per l’iscrizione all’asilo nido del secondo figlio. Secondo ’Ufficio parlamentare di bilancio “pur considerando l’incremento del bonus, la stima della relazione tecnica appare eccessivamente prudenziale. Inoltre, appare poco verosimile che detto incremento, data la differenziazione delle tariffe a livello comunale, sia nel pubblico sia nel privato, consentirà di coprire integralmente le rette sostenute da tutte le famiglie interessate”, sono state le parole di Cavallari.
Il paradosso del cuneo fiscale
Altra misura chiave della manovra analizzata dall’Upb è il taglio del cuneo fiscale, vera e propria battaglia della maggioranza. Se Cavallari conferma in audizione che il taglio così com’è costruito in Manovra “garantisce un importante supporto ai redditi da lavoro bassi e medi”, dall’altra parte la modalità per fasce di reddito “fa però cessare ogni beneficio oltre la soglia di retribuzione lorda i 35.000 euro lordi, con una perdita di circa 1.100 euro con il superamento di tale soglia per un solo euro”.
Cavallari ha anche ricordato come la misura simbolo della Manovra, la più rilevante per un costo di 10,7 miliardi di euro, “è finanziata temporaneamente in deficit: una eventuale ulteriore estensione richiederà l’individuazione di misure di copertura strutturali”.
Giorgetti e il Pil al ribasso
Nella riunione a commissioni riunite di Camera e Bilancio interviene anche il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, “padre” della legge di bilancio. Nelle sue parole c’è una rivendicazione del lavoro svolto e anche uno scaricabarile sui numeri al ribasso: “Il confronto all’interno dell’esecutivo ha dovuto individuare una sintesi tra le diverse istanze e i vincoli, interni ed esterni, di bilancio. È stato un lavoro niente affatto facile, ma ritengo che sia stato fatto il meglio possibile”.
Il peggio però deve ancora venire. Giorgetti ha annunciato che se la stima preliminare relativa al terzo trimestre dovesse essere confermata, “l’obiettivo di crescita per l’anno in corso contenuto nel Documento programmatico di Bilancio (0,8%) potrebbe essere soggetto ad una – sia pure contenuta – correzione al ribasso. Allo stato, risulta trascurabile l’impatto sulla crescita del 2024“.
Colpe che Giorgetti, come detto, scarica su fattori esterni, in questo caso la Bce, la Banca centrale europea. “La spesa per interessi non è direttamente controllabile dal governo ma, anzi, risente delle decisioni assunte dalle banche centrali che, continuando a perseguire politiche fortemente restrittive, contribuiscono ad alimentare incertezza e determinare un incremento degli oneri a carico sia delle casse pubbliche sia dei cittadini”, ha detto il ministro tirando in ballo le scelte negli ultimi mesi dell’Eurotower.