Oms e Usa contro Tel Aviv
Perché Sanchez vuole riconoscere lo Stato di Palestina, cosa cambia nel conflitto di Gaza
Spiragli nel negoziato: Hamas pronto a consegnare 50 ostaggi in cambio di una tregua di 3 giorni. Il leader M5s Conte attacca Tajani: “Basta mandare armi a Israele, l’Italia è vigliacca”
Esteri - di Umberto De Giovannangeli
“Siamo a fianco di Israele, chiediamo la liberazione immediata degli ostaggi, ma con altrettanta chiarezza ripeto che ripudiamo il massacro indiscriminato di civili palestinesi. Il primo impegno del governo sarà il riconoscimento dello stato della Palestina”. Lo ha detto il leader socialista Pedro Sanchez aprendo il suo discorso alla sessione parlamentare che domani si concluderà con il voto sul suo governo.
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“I corridoi umanitari non bastano, ora serve il cessate il fuoco. L’Italia si è pilatescamente astenuta all’Onu. Basta con l’invio di armi a Israele. Stop alla vigliaccheria dell’Italia”. Con queste parole il leader M5s, Giuseppe Conte, ha replicato in aula alla Camera sul Medio Oriente al vicepremier Antonio Tajani.
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“Sospendete immediatamente le forniture di armi ad Israele. Il mio governo lo ha fatto con alcuni Paesi. Per farlo serve solo una cosa che vi manca: il coraggio”. Nel suo messaggio Conte ha aggiunto anche: “Non le abbiamo chiesto di aiuti umanitari, volevamo sapere cosa sta facendo concretamente il governo italiano per un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza. Noi abbiamo subito espresso solidarietà a Israele, abbiamo condannato fermamente l’atroce attacco di Hamas, ma ora di fronte a oltre 10mila morti palestinesi, di fronte a questa carneficina, non possiamo limitarci a qualche pausa, a qualche aiuto o corridoio umanitario: occorre un immediato cessate il fuoco. La risposta della politica non può essere nel segno della pavidità”.
“Chiediamo pause umanitarie più lunghe, i codardi non stanno certamente sui banchi di questo governo, onorevole Conte”. Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al Question Time alla Camera, rispondendo al leader M5s.
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“Israele sta ancora ritardando il rilascio di 50 donne e bambini prigionieri in cambio di una tregua umanitaria, della liberazione di un certo numero di donne e bambini detenuti nelle sue carceri e dell’ingresso di aiuti umanitari in tutte le aree della Striscia di Gaza”. Lo scrive su Telegram Ezzat al-Risheq, membro dell’ufficio politico di Hamas. Lo riporta al-Jazeera. Secondo al-Risheq, Israele non sarebbe davvero interessato a concludere l’accordo ma «sta temporeggiando per continuare la sua aggressione e la guerra contro civili indifesi».
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Sa’ar: “Ci sarà cessate il fuoco temporaneo a Gaza”.
Israele accetterà l’entrata in vigore di un cessate il fuoco temporaneo a Gaza per facilitare il rilascio degli ostaggi in mano a Hamas. Se ne è detto convinto Gideon Sa’ar, ex vice primo ministro e attuale membro del governo di emergenza nazionale guidato da Benjamin Netanyahu, intervistato da Jewish News. Sa’ar, che è stato ministro della Giustizia fino al 2022, non ha precisato quando il cessate il fuoco scatterà, ma ha escluso che durerà a lungo.
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«Siamo ancora nell’ospedale Al-Shifa». Lo ha detto a ‘Porta a Porta’ Richard Hect, portavoce dell’esercito israeliano. «Siamo giunti ieri sera in un punto molto preciso per un’operazione molto mirata sulla base di informazioni che ci indicavano che Hamas aveva posto del materiale bellico all’interno dell’ospedale. Siamo intervenuti in maniera chirurgica con le forze speciali», ha spiegato.
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La maggioranza degli americani ritiene che Israele dovrebbe dichiarare un cessate il fuoco a Gaza e cercare di negoziare. È quanto emerge da un sondaggio Reuters-Ipsos citato dal Guardian, secondo il quale il 68% degli interpellati si è detto d’accordo con l’affermazione “Israele dovrebbe dichiarare un cessate il fuoco e cercare di negoziare”. Il 32% degli intervistati ritiene che gli “Stati Uniti dovrebbero sostenere Israele”, una quota in calo rispetto al 41% della precedente rilevazione, mentre un 39% è convinto che gli “Stati Uniti dovrebbero essere un mediatore neutrale”.
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I neonati ricoverati nell’ospedale di al Shifa sono in “grave pericolo” poiché le condizioni nella struttura medica peggiorano ulteriormente: lo ha detto ad al- Jazeera il direttore generale degli ospedali di Gaza Mohammad Zaqout, come riporta la Cnn. “Durante l’evacuazione dell’ospedale abbiamo detto numerose volte che non c’è posto dove spostare 40 incubatrici fuori dall’ospedale”, ha detto Mohammad Zaqout.
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“È assolutamente inaccettabile l’incursione militare di Israele nell’ospedale al-Shifa di Gaza City”. Si è espresso così il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità in conferenza stampa a Ginevra. “Anche se strutture sanitarie vengono utilizzate per scopi militari, valgono sempre i principi di distinzione, precauzione e proporzionalità – ha detto Tedros Adhanom Ghebreyesus – Gli ospedali non sono campi di battaglia”.
“Non vogliamo vedere attacchi dal cielo sugli ospedali, non vogliamo vedere pazienti e staff medico vittime di scontri a fuoco tra Hamas e le forze di Israele”: lo ha detto in un briefing telefonico il portavoce del consiglio per la Sicurezza nazionale Usa John Kirby, ribandendo che “gli ospedali devono essere protetti”.
La «carneficina» di Gaza deve terminare: lo ha affermato ieri il responsabile degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite Martin Griffiths dopo che le forze israeliane hanno fatto irruzione nel più grande ospedale del territorio palestinese.
«Mentre la carneficina a Gaza raggiunge ogni giorno nuovi livelli di orrore, il mondo continua a guardare scioccato intanto che gli ospedali sono presi di mira, i bambini prematuri muoiono e un’intera popolazione viene privata dei mezzi basilari di sopravvivenza. Non si può permettere che ciò continui», ha detto Griffiths in una nota.
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Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno fatto saltare in aria la sede del Parlamento di Hamas a Gaza City. Lo riferiscono il sito di Ynet e Channel 12. Due giorni fa i soldati della brigata Golani avevano preso il controllo dell’edificio e scattato una foto al suo interno con tre bandiere israeliane. Nel parlamento sedevano solo rappresentanti di Hamas da quando il gruppo aveva preso il potere nella Striscia di Gaza nel 2007.
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Un recente sondaggio tra la popolazione ebrea israeliana rileva che meno del 4% ritiene che il primo ministro Benjamin Netanyahu sia una fonte affidabile di informazioni sulla guerra in corso tra Israele e Hamas. La cifra aumenta leggermente al 6,63% tra gli elettori di destra. Lo riporta il Times of Israel.
In netto contrasto, il 73,7% ritiene che il portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), il contrammiraglio Daniel Hagari, sia la fonte di informazioni più affidabile sul conflitto. L’indagine è stata condotta dall’Università Bar Ilan insieme alla società di sondaggi iPanel e ha coinvolto un campione di 505 israeliani rappresentativi della popolazione ebraica.