La relazione
Torre Garisenda: situazione da codice rosso a Bologna, per gli esperti “rischio collasso 10mila volte oltre la norma”
Per gli esperti la situazione è da codice rosso, massima allerta. La torsione della torre più pendente di quella di Pisa si rivolta verso quella degli Asinelli. Il censimento degli abitanti per un piano d'emergenza e una gabbia intorno al simbolo della città
Cultura - di Redazione Web
Per niente confortante la relazione finale del comitato tecnico scientifico sulle condizioni della Torre Garisenda di Bologna. “La situazione è da codice rosso. Bisogna portare l’attenzione in condizioni di massima allerta, ritenendo che non sussistono più le condizioni di sicurezza”. Al momento il traffico nei pressi delle due torri simbolo di Bologna resta interdetto. Le indicazioni sono piuttosto preoccupanti, non è chiaro quale direzione potrebbero prendere i lavori di messa in sicurezza e restauro. Il sindaco Matteo Lepore aveva sollecitato il parere e le indicazioni sulle soluzioni da adottare per salvaguardare il bene e gli edifici attorno. I contenuti della relazione sono stati anticipati dal Corriere di Bologna.
La commissione ha stilato un documento di trenta pagine, con grafici e immagini dell’interno della Torre, una delle due simbolo di Bologna, recapitato ieri al sindaco Matteo Lepore. Il basamento è gravemente malmesso, le condizioni della torre sarebbero nettamente peggiorate. Le anomalie erano cominciate nel 2018, segnalate dal monitoraggio avviato nel 2011 da Comune e Università di Bologna. Il comitato che se ne occupa è formato da ingegneri, geologi ed altri esperti.
Già nel 2020 il comitato scriveva: “Si chiedono interventi che evitino l’approssimarsi della perdita del bene e di vite umane”. La relazione finale ricostruisce i monitoraggi e gli allarmi degli ultimi anni. La Sovrintendenza aveva lanciato un’allerta lo scorso 13 ottobre, non si parlava tuttavia di rischio crollo. La Torre Garisenda aveva cominciato a far registrare scricchiolii e oscillazioni anomale dai sensori collocati sull’edificio. È stato formato anche un compitato per il restauro della torre.
Cos’è la Torre Garisenda
La pendenza della Garisenda supera di quattro gradi quella della torre di Pisa. È alta 48 metri, poggia su un basamento in malta e selenite. Si muove da quando è stata costruita, da quando l’omonima famiglia nobiliare all’inizio del XII secolo l’aveva fatta erigere in piazza di porta Ravegnana, ed è arrivata a oggi superando proprietari e catastrofi. È stata citata in un sonetto da Dante Alighieri, costruita presumibilmente in funzione militare, di avvistamento, rivolta verso est, nel 1300 dimezzata. Per un periodo fu anche collegata alla torre degli Asinelli da un pontile in legno. La sua pendenza, forse dovuta a un terreno non adatto, nei secoli è andata peggiorando. L’Università di Bologna monitora il monumento con 22 sensori di spostamento, 10 estensimetri a corda vibrante, 14 inclinometri, 3 piezometri, 6 distanziometri laser, 4 sensori di temperatura, 2 gonioanemometri e una stazione meteorologica.
Le condizioni della Torre
Lepore dopo l’allarme di inizio ottobre aveva deciso di transennare l’area adiacente alle Due Torri e di vietare il passaggio a pedoni, automobili e pullman. Aveva ricordato il piano di evacuazione della Protezione Civile e non aveva escluso che per salvaguardare il bene e le persone un domani si potesse decidere di non far passare più i pullman nei pressi delle Torri. Da tempo tuttavia come ricostruisce Il Corriere Bologna i professionisti del comitato tecnico scientifico introdotto nel 2019 ipotizzano che la Torre potrebbe anche ribaltarsi verso la chiesa di San Bartolomeo o crollare verso altre direzioni, anche verso la torre degli Asinelli. Sembra infatti che nel corso degli anni la torre abbia cambiato torsione, che si sia rivolta verso sud, verso la torre gemella.
Secondo la relazione tecnica finale al 2020 “i valori di probabilità di collasso sono inaccettabilmente elevati, oltre 10.000 volte superiori a quanto tipicamente consentito dalle norme”. Gli interventi del Comune furono giudicati dal comitato non sufficienti a garantire la stabilità della torre mentre rimase un buco nell’interpretazione dei dati del monitoraggio per il mancato rinnovo della convenzione con Unibo. A inizio 2023 si è insediato un comitato allargato. La relazione di ieri recita: “Non sussistono le condizioni di sicurezza per operare sulla torre e nei pressi della torre, se non nell’ambito di un piano di protezione civile”.
La gabbia
Al momento è stata decisa l’installazione di una gabbia intorno alla torre, una struttura che potrebbe permettere agli operai che dovranno realizzare il restauro di raggiungere ogni punto del monumento e ei proteggere la zona in caso di crollo. Il censimento degli abitanti nei pressi della torre ha contato 459 persone, di cui 46 con meno di 10 anni 14 seguite dai servizi sociali, che vivono nei pressi della torre. Ai residenti sono stati consegnati degli opuscoli con le indicazioni su cosa fare in caso di pericolo e i punti di raccolta in caso di evacuazione. Il piano di emergenza prevede che gli abitanti saranno avvisati tramite messaggi sui cellulari, sirene e megafoni.