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G20 in India, il summit virtuale segna il ritorno di Putin: nessun invito per Zelensky da Modi

Esteri - di Redazione - 20 Novembre 2023

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G20 in India, il summit virtuale segna il ritorno di Putin: nessun invito per Zelensky da Modi

Le difficoltà di Volodymyr Zelensky non sono solo sul fronte di guerra, di fronte all’invasione russa che va avanti ormai dal 24 febbraio dello scorso anno: per il presidente ucraino i problemi maggiori al momento arrivano dalla diplomazia internazionale.

Da una parte il conflitto tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza sta distogliendo l’attenzione dei Paesi occidentali, fino ad oggi i grandi alleati di Kiev nella guerra di resistenza contro le truppe fedeli al Cremlino, dall’altra arrivano segnali ancora meno incoraggianti dall’India.

Il G20 virtuale con Putin (e senza Zelensky)

Il Paese guidato da Narendra Modi ospiterà un summit virtuale del G20 mercoledì, celebrando così la fine del suo mandato come presidente di turno passando il testimone al Brasile di Luiz Inácio Lula. Occasione in cui verrà ospitato per la prima volta a parlare con gli altri leader globali Vladimir Putin, il presidente russo diventato un “paria” dopo l’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio scorso. Per Putin si tratta del primo impegno internazionale con i leader occidentali.

Ospiti del summit virtuale ci saranno i più importanti leader mondiali: dal presidente degli Stati Uniti Joe Biden alla premier italiana Giorgia Meloni, dal prime minister inglese Rishi Sunak al cancelliere tedesco Olaf Scholz, per poi passare al presidente francese Emmanuel Macron e fino al presidente del Consiglio europeo Charles Michel e alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen, che recentemente ha incontrato a Kiev Volodymr Zelensky.

Proprio il leader di Kiev sarà il grande assente al G20: un summit in cui si parlerà di Ucraina, senza il diretto interessato. Non una novità, almeno nella “gestione” indiana: anche nel precedente vertice del G20 nel Paese guidato Modi, avvenuto a settembre e “in presenza”, Zelensky non fu invitato a parlare. Ovviamente non c’era neanche Putin, su cui pende ancora oggi un ordine di arresto spiccato a marzo dalla Corte penale internazionale. Eppure già a settembre il clima internazionale sull’Ucraina era apparso cambiato: nella dichiarazione finale si leggeva che “gli Stati devono astenersi dal minacciare o usare la forza” contro “l’integrità territoriale e la sovranità o l’indipendenza politica di qualsiasi Stato”, senza condannare l’aggressione russa dell’Ucraina.

Clima cambiato per Kiev

Un clima cambiato ormai da diversi mesi, frutto di una catena di avvenimenti che stanno spingendo gli alleati Occidentali di Kiev a un progressivo disimpegno: l’ultimo problema per Zelensky in ordine di tempo è lo scoppiare della crisi in Medioriente che sta accentrando su di sé le attenzioni in particolare di Washington, ma nel recente passato non sono sfuggite le dichiarazioni e i retroscena che vedono l’amministrazione Biden “perplessa” sull’andamento della controffensiva delle forze armate di Kiev, sostanzialmente impantanate (così come quelle russe) in una guerra di logoramento da cui non si vede una via d’uscita, oltre che preoccupata per lo scontro in corso tra lo stesso Zelensky e i vertici militari ucraini, continuamente rimossi per accuse di corruzione.

di: Redazione - 20 Novembre 2023

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