In campo nuovo legale
Filippo Turetta sabato in Italia, la difesa verso la perizia psichiatrica: infermità mentale per ridurre la pena
Filippo Turetta, il 22enne studente universitario indagato per l’omicidio l’omicidio volontario aggravato di Giulia Cecchettin, la sua ex fidanzata prima sequestrata e poi uccisa a seguito di una lite, sarà consegnato sabato 25 novembre alle autorità italiane. Il giovane è infatti recluso da domenica 19 novembre nel carcere tedesco di Halle: in Germani era stato fermato la sera di sabato scorso quando la polizia tedesca lo ha individuato nella corsia di emergenza a luci spente e senza quattro frecce sull’autostrada vicino a Lipsia.
A comunicare il suo ritorno in Italia è stato il suo nuovo avvocato, Giovanni Caruso. Ordinario di Diritto Penale all’Università degli Studi di Padova, affiancherà l’avvocato Emanuele Compagno nella difesa di Turetta.
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Il 22eenne arriverà a Venezia con un aereo dell’Aeronautica militare, che partirà alle ore 8 da Roma e atterrerà alle 10 a Francoforte. Gli agenti italiani prenderanno quindi in custodia Turetta e la partenza dallo scalo tedesco è prevista per le 10:45 per il rientro in Italia.
Ieri la procura generale della Sassonia-Anhalt aveva dato il via libera all’estradizione di Turetta. “La consegna del cittadino italiano – si leggeva nella nota diramata mercoledì – è stata autorizzata oggi dalla Procura Generale di Naumburg, per cui il suo trasferimento alla custodia delle autorità italiane avverrà entro alcuni giorni”. E in Germania Turetta, secondo le dichiarazioni rilasciata agli investigatori che lo hanno fermato, il giovane avrebbe riferito di aver cercato più volte di farla finita, puntandosi il coltello alla gola, ma di non avere mai trovato il coraggio di farlo.
La perizia psichiatrica per Turetta
Circostanza questa che potrebbe rientrare nella strategia difensiva del ragazzo. Il suo avvocato Emanuele Compagno aveva già spiegato alcuni giorni fa in tv di essere pronti a chiedere una perizia psichiatrica, “non per esonerare il ragazzo dalle sue responsabilità” ma per “capire fino in fondo cosa c’è stato nella sua mente”.
Non sfugge poi che nell’intervista concessa ieri dai genitori di Filippo al Corriere della Sera, il padre Nicola Turetta abbia fatto riferimento al figlio come ad un ragazzo che ha perso improvvisamente il lume della ragione per arrivare a compiere un omicidio. “È scoppiata qualche vena in testa. Non c’è davvero una spiegazione. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato”, le sue parole.
Invocare una perizia psichiatrica per ottenere un eventuale valutazione di vizio totale o parziale di mente è una scelta difensiva scontata: l’infermità parziale funge da circostanza attenuante e può portare alla diminuzione di un terzo della pena. L’infermità totale invece porterebbe all’esclusione dell’imputabilità: in questi casi però di solito poi il soggetto può essere valutato come socialmente pericolo e inserito in una Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza, la Rems.