L'accordo
Israele-Hamas: la tregua domani mattina e ostaggi liberi
Grazie alla mediazione del Qatar e degli Usa la trattativa non è saltata: saranno liberati 50 ostaggi rapiti dai terroristi e 150 detenuti palestinesi. Il cessate il fuoco avrà inizio dalle ore 6 del mattino. Il Ministro Gallant: "Dopo, altri due mesi di guerra"
Esteri - di Redazione Web
Dopo i rinvii e i tentennamenti delle ultime ore che avevano fatto temere il peggio è il Qatar, il principale mediatore fra Israele e Hamas, a rompere gli indugi sull’accordo fra le parti relativo alla tregua e allo scambio di prigionieri. Il cessate il fuoco temporaneo partirà domattina alle 7 orario israeliano e – salvo colpi di scena – durerà quattro giorni. Nell’arco di questo periodo Hamas dovrebbe liberare 50 ostaggi mentre Israele dovrebbe fare altrettanto con 150 detenuti palestinesi che al momento si trovano nelle sue carceri. I primi 13 prigionieri – secondo quanto riferito da Doha – saranno liberati domani nel pomeriggio. Si tratta di donne e bambini e dovrebbero far parte dello stesso nucleo familiare. Israele conferma di aver ricevuto una lista con i nominativi e di aver avvertito i familiari ma decide di non renderla pubblica. Allo stesso tempo l’esercito israeliano afferma che 39 palestinesi verranno rilasciati dalle carceri di Megiddo, Damon e Ofer.
Israele-Hamas: le ultime notizie
Il tutto – sottolinea l’Idf – avverà soltanto dopo la liberazione dei 13 ostaggi israeliani e il loro rientro in patria. Hamas dichiara di voler rispettare la tregua mentre Israele, tramite il ministro della Difesa Yoav Gallant, avverte che lo stop sarà “breve“. I combattimenti riprenderanno e si prevede che dureranno “altri due mesi“. Il Qatar precisa che lo stop di quattro giorni riguarda solo la Striscia di Gaza. Nell’accordo infatti non figura Hezbollah, le cui schermaglie con Israele ai confini con il Libano stanno aumentando di intensità. Nelle ultime ore dalla parte meridionale del ‘Paese dei cedri‘ l’organizzazione sciita dichiara di aver lanciato 48 razzi contro Israele mentre il suo leader, Hassan Nasrallah, incontra il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amir-Abdollahian. In Israele, invece, giungono in visita il neo ministro degli Esteri britannico, James Cameron, e i primi ministri di Belgio e Spagna, Alexander De Croo e Pedro Sanchez.
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Israele-Hamas: l’accordo per la liberazione degli ostaggi
Il leader di Madrid conferma la sua posizione sulla necessità dei ‘due popoli due Stati‘ e chiede di fermare “con urgenza” la catastrofe umanitaria a Gaza. Netanyahu replica spiegando come sia Hamas a volere “più morti” fra i civili mentre Israele tenta di ridurre al minimo le conseguenze sulla popolazione di Gaza. In attesa della tregua intanto le forze armate israeliane proseguono le loro operazioni nella Striscia. A fare scalpore è l’arresto del direttore dell’ospedale Al-Shifa, Mohammad Abu-Salmiya. L’accusa è che la struttura, “sotto la sua diretta gestione” fosse diventata un centro di comando di Hamas. Un addebito respinto al mittente dalle autorità di Gaza che parlano di “atto spregevole” e di “palese violazione del diritto internazionale“. La situazione sanitaria a Gaza resta tragica e l’Unrwa, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, parla di un’epidemia “imminente” a causa della mancanza di acqua potabile. Il sovraffollamento e le condizioni igieniche non idonee – viene spiegato – stanno portando a una significativa diffusione di malattie, comprese patologie respiratorie acute e della pelle.