Sardegna
Paura legionella: una vittima e hotel chiuso a Oristano, il sospetto dopo i due casi di infezione
La decisione dell’Asl, un’altra donna è ricoverata. Avrebbero partecipato a un incontro neucatecumenale. I risultati delle analisi in una quindicina di giorni
News - di Redazione Web
Due i casi che hanno portato alla chiusura di un albergo a Oristano. Due donne, una delle quali è morta per sospetta legionella mercoledì. L’Hostel Rodia è stato chiuso in via precauzionale, tranne che per l’attività di ristorazione. La decisione è arrivata tramite un’ordinanza della direttrice del Dipartimento di Igiene e Prevenzione della Asl 5 di Oristano, Maria Valentina Marras. La donna morta aveva 66 anni, era di Cagliari ed era stata ricoverata al Policlinico Monserrato. Soffriva sintomi di grave polmonite.
“La struttura – si legge nella nota della Asl – è stata chiusa in via precauzionale in attesa dell’esito sulle analisi dei campioni dei prelievi effettuati ieri dai tecnici specializzati del Dipartimento di Igiene e Prevenzione della Asl oristanese nelle camere e nel serbatoio di accumulo delle acque. I risultati delle analisi si conosceranno non prima di una quindicina di giorni”. L’altra donna affetta da sintomi sospetti è una 77enne di Quartu Sant’Elena. È ancora ricoverata al Santissima Trinità di Cagliari. Come la 66enne deceduta aveva partecipato a inizio novembre a un incontro neocatecumenale all’Hostel Rodia.
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Cos’è la legionella
La legionella, legionellosi o “malattia del legionario”, è un’infezione polmonare causata dal batterio Legionella Pneumophila nel 90% dei casi. Le legionelle si trovano negli ambienti acquatici naturali e artificiali come acque sorgive, comprese quelle termali, fiumi, laghi, fanghi e possono raggiungere ambienti artificiali come condotte cittadine e impianti idrici degli edifici, quali serbatoi, tubature, fontane e piscine che possono agire come amplificatori e disseminatori del microrganismo, creando una potenziale situazione di rischio per la salute umana.
Ha un periodo di incubazione variabile da due a dieci giorni e si manifesta con una polmonite infettiva o con sintomi gastrointestinali, neurologici e cardiaci. È stata denominato nel 1976 dopo un’epidemia che si era diffusa a un raduno della Legione Americana al Bellevue Stratford Hotel di Philadelphia. 221 colpiti, 34 vittime. La fonte di contaminazione fu individuata nel sistema di aria condizionata dell’albergo.
Come curare e prevenire la legionella
“La legionellosi – si legge in un accurato approfondimento sul sito dell’Istituto Superiore di Sanità – viene normalmente acquisita per via respiratoria mediante inalazione, aspirazione o microaspirazione di aerosol contenente Legionella, oppure di particelle derivate per essiccamento. Le goccioline si possono formare sia spruzzando l’acqua che facendo gorgogliare aria in essa, o per impatto su superfici solide. La pericolosità di queste particelle di acqua è inversamente proporzionale alla loro dimensione. Gocce di diametro inferiore a 5µ arrivano più facilmente alle basse vie respiratorie. Sono stati inoltre segnalati in letteratura casi di legionellosi acquisita attraverso ferita”.
Il tasso di mortalità correlato alla legionella varia complessivamente tra il 5% e il 10% e dipende da fattori come gravità della malattia, appropriatezza del trattamento antibiotico iniziale, il luogo in cui è stata contratta l’infezione, le condizioni pregresse nel paziente. Può variare dal 40-80% nei pazienti immunodepressi non trattati al 5-30% in caso di un appropriato trattamento. Si cura principalmente tramite terapie antibiotiche. Gli esperti suggeriscono di prevenire le infezioni tramite soprattutto una corretta progettazione e realizzazione degli impianti che comportano un riscaldamento dell’acqua e/o la sua nebulizzazione.