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Black Friday Amazon, proteste in tutta Europa dei dipendenti: scioperi nei magazzini per stipendi migliori

Uno sciopero davanti ad una sede Amazon in Italia

Uno sciopero davanti ad una sede Amazon in Italia

Scioperi e proteste in 30 Paesi nel mondo in occasione del Black Friday, giornata chiave per Amazon. Il gigante dell’e-commerce fondato da Jeff Bezos si trova oggi di fronte ad una nuova battaglia dei proprio dipendenti, una 24 ore di protesta in occasione del giorno chiave per gli affari di Amazon.

La campagna di mobilitazione globale ha preso il nome di ‘Make Amazon Pay‘, ovvero  ‘Amazon deve pagare’, inteso come debito che la multinazionale ha nei confronti dei propri dipendenti, della società, del pianeta.

Le proteste in 30 Paesi

Le proteste secondo il sindacato GMB hanno coinvolto più di mille lavoratori del magazzino di Amazon a Coventry, in Inghilterra, ma scioperi sono in corso anche in Germania, secondo mercato di Amazon per vendite nel 2022. I lavoratori di cinque centri di smistamento a Bad Hersfeld, Dortmund, Koblenz, Lipsia e Rheinberg hanno avviato uno sciopero di 24 ore a partire dalla mezzanotte di giovedì per chiedere un accordo salariale collettivo.

Sul rinnovo del contratto il clima è infuocato in particolare nel Regno Unito, dove sulla questione sono già stati indetti altri scioperi il 7, 8 e 9 novembre. “Amazon ha perso quasi trenta giorni per gli scioperi nel Paese solo quest’anno“, ha affermato in una nota l’organizzatrice di GMB Amanda Gearing, che annuncia “il più grande giorno di sciopero” nella storia trentennale di Amazon. “Questa giornata di azione cresce ogni anno perché il movimento per rendere Amazon responsabile continua a diventare sempre più grande e più forte. I lavoratori sanno che non importa in quale paese ti trovi o quale sia il tuo titolo professionale, siamo tutti uniti nella lotta“, ha dichiarato il segretario generale di Uni Global Union, Christy Hoffman, presentando la mobilitazione nei giorni scorsi per ottenere salari più alti, una riduzione dei carichi di lavoro e più voce per i lavoratori.

In Francia invece a finire nel mirino sono stati i locker, i punti di ritiro Amazon: gli attivisti di Attac hanno organizzato una protesta con adesivi sui locker, bloccando così gli addetti alle consegne e i clienti che intendono aprirli per ritirare la merce comprata online.

Lo sciopero Amazon in Italia

In Italia ad essere interessato dalla protesta è in particolare il sito di Castel San Giovanni, nel Piacentino, sede del primo hub aperto da Amazon in Italia che impiega stabilmente 1700 operai. Si sono associati allo sciopero anche i 150 dipendenti di Amazon Fresh a Milano, che preparano le consegne di frutta, pasta, scatolame e verdura da far arrivare nelle case dei clienti entro una o due ore dall’acquisto online.

In Italia siamo abituati a difendere i nostri diritti e questa volta non è diverso. Lavorare in Amazon ci ha mostrato la necessità di un fronte unito per lottare per salari equi e condizioni di lavoro sicure. Questo sciopero del Black Friday è più di una protesta; è un messaggio che siamo tutti insieme, oltre i confini, lottando per ciò che meritiamo“, le parole del membro della Filcams Cgil Giampaolo Meloni, che lavora nel magazzino Amazon di Castel San Giovanni.

Adesione allo sciopero che nell’hub di Piacenza è “molto alta“, come spiega Roberto Brambilla della Filcams Cgil, impegnato a Coventry (Inghilterra) con una delegazione di lavoratori italiani che partecipa al presidio internazionale promosso da Uni Global Union. All’origine della protesta, ricorda Brambilla, c’è l’incremento di retribuzione “inaccettabile” a fronte dell’andamento economico di Amazon da record, l’assenza di forme di welfare e il mancato aumento dell’importo del buono pasto, la mancanza di attenzione alle problematiche di salute e sicurezza e il continuo ricorso a contestazioni disciplinari per futili motivi.