Il governo chiede la fiducia
Decreto migranti, altra stretta del governo: minori nei Centri fino a 45 giorni e oltre i 16 anni con gli adulti per 5 mesi
Il governo Meloni continua imperterrito la sua strategia di repressione disumana del fenomeno migratoria, colpendo anche e soprattutto i minori. Si leggono in questa le ultime modifiche al terzo decreto sui migranti, conosciuto come ‘Cutro 2‘: il testo è stato licenziato giovedì 23 novembre dalla Commissione Affari Costituzionali e riformulato con alcuni emendamenti del relatore, Francesco Michelotti.
Il governo, tramite il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, ha anche posto la questione di fiducia sul decreto, con la Camera convocata per lunedì 27 novembre alle ore 12.
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La stretta sui minori
Le novità più importanti e più dure da digerire sono quelle relative ai migranti minori di 18 anni. Con gli emendamenti della maggioranza si estende da 30 a 45 giorni il tempo massimo di permanenza dei minori nelle strutture di prima accoglienza. E, in caso di flusso migratorio significativo, i Centri potranno ospitare fino al 50% di persone in più rispetto al limite di capienza fissato.
Non solo. I minori non accompagnati che hanno compiuto 16 anni potranno finire nei Centri di accoglienza per gli adulti per 5 mesi: il decreto prevedeva che il periodo di permanenza di questi minori fosse di 90 giorni ma con un subemendamento presentato giovedì in Commissione Affari Costituzionali dal deputato della Lega Igor Iezzi se ne potranno aggiungere altri 60, arrivando così a complessivi 150 giorni.
Nel testo, come spiega l’Ansa, si stabilisce anche che l’attivazione delle strutture di prima accoglienza avvenga “sulla base delle esigenze del territorio e dell’entità degli arrivi in frontiera o dei rintracci” e si “elimina la possibilità per gli enti locali di gestire tali strutture” tramite convenzione con il Ministero dell’Interno”. Si consente, quindi, di realizzare o ampliare i CAS (Centri di Accoglienza straordinaria) per minori, in deroga al limite di capienza, nella misura massima del 50%.
Le vittime di abusi e violenze
Maggioranza che invece ha detto “no” in Commissione Affari Costituzionali della Camera agli emendamenti presentati dall’opposizione relativi alle donne abusate. La proposta, spiega il deputato di Alleanza Verdi/Sinistra Marco Grimaldi, era che “le donne migranti che avevano subito torture, abusi o maltrattamenti venissero ospitate direttamente nei Centri antiviolenza. Ma la maggioranza ha detto che la loro permanenza in questi Centri sarebbe dovuta avvenire senza alcun aggravio di spesa per le casse dello Stato. Il che significava penalizzare queste strutture così necessarie, che di fatto avrebbero smesso di funzionare“. “Abbiamo anche chiesto che i Centri venissero finanziati con i fondi parlamentari – aggiunge Grimaldi – ma ci hanno detto di no“.
Le critiche dell’opposizione
“Le modifiche approvate ieri alla Camera dei deputati dalla maggioranza alla legge che tutela i minori stranieri non accompagnati (legge 47/2017) stravolgono completamente le norme di civiltà che avevano fatto dell’Italia un modello in Europa. Quando ci si riduce a infierire su persone di minore età si è davvero senza umanità, senza intelligenza, e senza vergogna“. È il durissimo attacco che arriva dalla senatrice Sandra Zampa, capogruppo Pd nella Commissione Affari sociali, al nuovo testo del decreto migranti ‘Cutro 2’, con le misure introdotte sui minori fortemente contestate dalle opposizioni.
Da +Europa il segretario Riccardo Magi parla di “follia” in merito al “consentire il sovraffollamento dei centri minorili visto che l’Italia è già sanzionata in Europa per il sovraffollamento delle carceri e di luoghi indegni come i Cpr”.
Ma da +Europa si critica anche l’ennesimo ricorso del governo al voto di fiducia. Per il deputato Benedetto Della Vedova “il potere esecutivo si sta sostituendo al potere legislativo primario, piano piano. Rischiamo di avere in eredità un Parlamento delegittimato, e ancora quando la maggioranza sostiene di avere sempre ragione, come avvenuto con questi voti di fiducia, e la minoranza non osa reagire, allora è in pericolo la democrazia. Queste parole così nette, che io oggi rivolgo a lei ministro Ciriani, furono pronunciate dall’allora capogruppo di FdI Lollobrigida”. “Furono pronunciate il 22 aprile 2020 su un decreto potenzialmente del servizio sanitario nazionale. In piena pandemia, ministro Ciriani, il suo partito pronunciava in Aula parole definitive sull’apposizione della fiducia. E lei oggi viene qui in un momento ordinarissimo, per un decreto ordinarissimo, tradendo le premesse e le promesse, anche quelle istituzionali, che il vostro partito ha fatto quando era all’opposizione”, l’accusa di Della Vedova intervenendo in Aula.