Il secondo affondo
Salvini il precettatore, bis contro i sindacati per lo sciopero di lunedì: protesta nei trasporti da 24 a 4 ore
Come minacciato nei giorni scorsi, il ministro dei Trasporti e vicepremier Matteo Salvini ha firmato la lettera di precettazione per ridurre lo sciopero previsto lunedì 27 novembre da parte dei sindacati di base nel trasporto pubblico locale.
La protesta passerà dalle 24 ore previste in un primo momento con la proclamazione indetta dalle varie sigle sindacali a quattro, dunque dalle 9 alle 13.
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Nella nota diffusa dal Mit, Salvini ha mantenuto i toni usati anche per la precettazione della settimana scorsa contro Cgil e Uil: “Il ministro tiene a precisare che il diritto allo sciopero è sacrosanto – si legge nella nota – e ha auspicato un sempre maggior coinvolgimento di tutte le realtà sindacali da parte delle aziende con l’obiettivo di risolvere i contenziosi. allo stesso tempo, però, il titolare del Mit è altresì determinato a ridurre al massimo i disagi per i cittadini, anche alla luce di agitazioni che ormai sono diventate molto frequenti, e che colpiscono con particolare insistenza il settore dei trasporti. Troppo spesso gli scioperi creano complicazioni proprio nell’ultimo giorno prima del weekend o all’inizio della settimana lavorativa”.
Si è rivelato dunque inutile l’incontro tenuto questa mattina tra i sindacati di base e Salvini: all’uscita dal vertice al ministero, le varie sigle sindacali avevano infatti confermato lo stop di 24 per lunedì nel trasporto pubblico locale.
La reazione dei sindacati
Durissimi i commenti che arrivano dai sindacati dopo la mossa del ministero di Salvini. “Come organizzazioni sindacali di base e conflittuali non faremo un passo indietro sul diritto di sciopero”, afferma l’Usb in una nota dopo la precettazione del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti. Per il sindacato la decisione di Salvini “conferma le posizioni di un governo che vuole imporre la limitazione di un diritto costituzionale già fin troppo penalizzato da leggi e normative che si sono susseguite fin dagli anni 90 con tanto di benestare di Cgil, Cisl e Uil”.
“Salvini passa dalle minacce ai fatti. Ciò nonostante la totale chiusura delle parti datoriali rispetto alle rivendicazioni salariali, dei diritti, sulla sicurezza, contro le privatizzazioni”, accusa invece il segretario nazionale della Cub Trasporti, Antonio Amoroso, definendo la precettazione “un atto gravissimo per uno sciopero indetto nel rispetto delle regole”.