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Netanyahu accusa Sanchez di essere amico di Hamas, l’Europa che fa?

Benjamin Netanyahu e Pedro Sanchez

Benjamin Netanyahu e Pedro Sanchez

La Spagna valuta decisione unilaterale su riconoscimento Stato palestinese

Il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez ha detto che Madrid potrebbe prendere una decisione unilaterale sul riconoscimento dello Stato palestinese se l’Unione europea non lo farà. Sanchez ha aggiunto che l’attuale tregua a Gaza è insufficiente e che c’è bisogno di un cessate il fuoco permanente.

Al-Sisi: «Siamo pronti a uno Stato palestinese demilitarizzato»

Il presidente egiziano al-Sisi ha auspicato ieri, alla presenza del premier spagnolo Pedro Sanchez e di quello belga Alexander De Croo, la creazione di uno Stato palestinese demilitarizzato con le garanzie della Nato e delle forze arabe. «Il processo politico per la soluzione dei due Stati si è esaurito in oltre 30 anni senza ottenere molto – ha detto -. Ci sono stati cinque cicli di guerre e scontri in cui sono stati uccisi 27.000 israeliani, e per tutto il tempo non c’è stato alcun orizzonte politico per la questione palestinese».

«Siamo pronti ad avere uno Stato smilitarizzato e anche ad avere garanzie affinché le forze delle Nazioni Unite, o della Nato, o le forze arabe in cooperazione con gli Stati Uniti, raggiungano una sicurezza per il nuovo Stato palestinese e per lo Stato di Israele».

Netanyahu condanna le parole di Sanchez e De Croo: «Non ritengono Hamas pienamente responsabile»

Netanyahu ha «condannato fermamente» le parole degli omologhi di Spagna e Belgio, Pedro Sanchez e Alexander De Croo, pronunciate durante la conferenza stampa di ieri al valico di Rafah, dalle quali, secondo Tel Aviv, non emerge una ferma presa di posizione contro Hamas. Lo scrive su X il portavoce di Netanyahu Ofir Gendelman.

«Il primo ministro Netanyahu condanna fermamente le dichiarazioni dei primi ministri del Belgio e della Spagna, che non ritengono Hamas pienamente responsabile di aver perpetrato crimini contro l’umanità, di aver massacrato il nostro popolo e di aver utilizzato i palestinesi come scudi umani», afferma Gendelman.

Israele convoca ambasciatori Belgio e Spagna

Il ministero degli Affari esteri israeliano ha annunciato la convocazione degli ambasciatori di Spagna e Belgio per un duro colloquio di rimprovero, in seguito alla conferenza stampa tenuta dai capi di governo dei due paesi al valico di Rafah. Lo riporta Ynet.

Sanchez e De Croo hanno chiesto un cessate il fuoco permanente tra Israele e Hamas, contestualmente alla liberazione degli ostaggi israeliani. Inoltre, Sánchez ha aggiunto che «Israele sta violando il diritto internazionale e sta compiendo uccisioni indiscriminate a Gaza», dopo aver visitato l’altro ieri Israele nel Kibbutz Beeri.

Qatar conferma 24 liberati, 13 israeliani 10 tailandesi e 1 filippino

Gli ostaggi liberati ieri sono 24: 13 israeliani, alcuni con doppia cittadinanza, dieci thailandesi e un filippino. Lo ha scritto su X il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari. «Confermiamo che la croce Rossa ha ricevuto 24 civili detenuti nella Striscia di Gaza, comprese donne e bambini, nell’ambito dell’accordo umanitario di tregua», ha detto il portavoce.

In precedenza si era parlato della liberazione di 13 israeliani e 12 thailandesi, ma anche la Croce Rossa ha confermato che gli ostaggi liberati sono in tutto 24 e non 25. Dodici dei 13 ostaggi rilasciati da Hamas nell’ambito dell’accordo con Israele provengono dal kibbutz di Nir Oz, dove nell’assalto del 7 ottobre sono state uccise 38 persone e rapite altre 75, tra cui 13 bambini.

Si calcola che un quarto dei 400 residenti di Nir Oz siano stati massacrati, feriti o rapiti in quello che è stato ribattezzato il «sabato nero». L’obiettivo finale – con uno o più giorni ulteriori di tregua – è quello di 100 rapiti per 300 detenuti: un rapporto di 1 a 3. Ad occuparsi materialmente dello scambio saranno la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa palestinese.

Media: “Residenti Nir Oz identificano 2 ostaggi, la 77enne Mozes e la 72enne Moshe”

I residenti del kibbutz di Nir Oz avrebbero identificato due degli ostaggi che sono stati rilasciati da Hamas: Margalit Mozes di 77 anni e Adina Moshe di 72 anni mentre si trovavano su un veicolo della Croce Rossa. Lo riferisce il canale tv israeliano Channel 12. Adina Moshe è stata rapita a Gaza dopo che suo marito, Said, è stato assassinato davanti ai suoi occhi.

La famiglia ha scoperto il rapimento attraverso un video circolato sui social media che mostra Adina in sella a una moto che la porta a Gaza, costretta ad aggrapparsi agli assassini del marito per evitare di cadere.

Margalit Mozes è stata rapita dalla sua casa a Nir Oz. Ha sconfitto il cancro, ma è stata fatta prigioniera senza le sue medicine. Fra le persone liberate c’è Danielle Haloni, mamma single che in un video aveva lanciato un durissimo appello a Benjamin Netanyahu per liberare “tutti gli ostaggi” subito: con lei la figlia Emilia.

Tra ostaggi rilasciati anche donna ritenuta morta

C’è anche una donna ritenuta morta fra i 13 ostaggi israeliani rilasciati da Hamas nel quadro dell’accordo per una tregua con Tel Aviv. Lo riporta The Times of Israel citando la famiglia della donna. Si tratta di Hanna Katzir. Secondo la Jihad islamica palestinese la donna era morta durante la prigionia. Fra gli israeliani liberati ci sono anche tre membri di una stessa famiglia, vale a dire Keren Mundar, 55 anni, il figlio Ohad, di 9 anni, e la nonna di quest’ultimo Ruti, 78 anni. Il marito di Ruti, Avraham Mundar, sarebbe ancora in ostaggio.

I nomi di 12 ostaggi israeliani liberati dalla prigionia di Hamas

Si tratterebbe delle già citate Adina Moshe e Margalit Moses e di Danielle Aloni 44 anni, Emilia Aloni 5 anni, Yafa Adar 85 anni, Keren Mundar 54 anni, Ruti Mundhar 78 anni, Ohad Mundar 9 anni, Doron Katz Asher 34 anni, Raz Katz Asher 4 anni, Aviv Asher 2 anni e Hana Katzir 77 anni.

“Donne e bambini rilasciati sono in buone condizioni”

Sono in buone condizioni di salute le donne ed i bambini israeliani tenuti in ostaggio da Hamas e rilasciati ieri. Lo ha riferito l’emittente Channel 12 citando un funzionario israeliano.

Le famiglie degli ostaggi liberati arrivate negli ospedali

Alcune famiglie dei 13 ostaggi israeliani rilasciati sono arrivati negli ospedali dove sono attesi i loro congiunti. Lo ha riferito Haaretz. Nel frattempo, rappresentanti di altri ostaggi e centinaia di cittadini hanno svolto la cerimonia per l’ingresso di shabbat nel nord di Tel Aviv – come oramai avviene da sette settimane – in solidarietà con i rapiti. Alla cerimonia ha preso parte anche il ministro del governo di emergenza nazionale Benny Gantz.

Hamas pubblica i nomi dei prigionieri dello scambio, sono 24 donne e 15 minorenni

Hamas ha pubblicato i nomi dei 39 prigionieri palestinesi del primo gruppo da rilasciare nell’ambito dello scambio con Israele. Sono 24 donne e 15 minorenni. La maggioranza delle persone inserite nella lista vengono dalla Cisgiordania, riporta la Cnn.

I prigionieri sono stati trasferiti da due prigioni, quella di Damon e Megiddo, entrambe a sud est di Haifa, nella prigione di Ofer, a sud di Ramallah, nella Cisgiordania occupata.

L’avvenuto rilascio è stato confermato dal Qatar. Hamas ha chiesto ai palestinesi della città di Nablus di riunirsi per accogliere le donne e i bambini rilasciati dalle carceri israeliane. Lo riferisce al-Jazeera. Il gruppo ha detto che sta invitando i palestinesi a preparare una «massiccia accoglienza».

Israele ha ricevuto la seconda lista di ostaggi che saranno rilasciati oggi

Israele ha ricevuto ieri una seconda lista con i nomi degli ostaggi che verranno rilasciati oggi da Hamas. Lo scrive il Jerusalem Post spiegando che, dopo aver appreso i loro nomi, le autorità israeliane hanno informato le famiglie.

Netanyahu: “Impegno per liberare tutti gli ostaggi”

Il primo ministro israeliano ha rilasciato una dichiarazione in seguito al rilascio di 13 donne e bambini dalla prigionia di Hamas. “Abbiamo ora completato il ritorno dei primi nostri ostaggi – dice Netanyahu bambini, le loro madri e altre donne. Ognuno di loro è un mondo intero. Il ritorno delle persone rapite è uno degli obiettivi della guerra. Ci impegniamo a raggiungere tutti gli obiettivi della guerra. Ci impegniamo a liberare tutti i nostri ostaggi”.

Usa esultano: “Al lavoro per rilascio ostaggi americani”

La Casa Bianca esulta dopo il rilascio dei primi 24 ostaggi liberati da Hamas e ha fatto sapere di essere al lavoro “senza sosta” per garantire il rilascio dei cittadini americani sulla lista dei 50 che dovrebbero essere consegnati, tra cui una bimba di nome Abigail.

La piccola, rimasta orfana dei genitori, Roye e Smadar Idan durante l’assalto del 7 ottobre di Hamas a Israele, oggi compie 4 anni ed è attesa in Israele dai famigliari superstiti, i fratellini. Michael e Amalya, di 9 e 6 anni, si nascosero in casa per 14 ore in quella giornata terribile finchè non vennero tratti in salvo dall’esercito e oggi vivono con gli zii.

Gantz: “Dopo tregua riprenderemo a combattere”

Le Forze di difesa israeliane (Idf) riprenderanno a combattere a Gaza appena sarà terminata la tregua di quattro giorni. Lo ha detto Benny Gantz, ministro israeliano del gabinetto di guerra parlando alla folla riunita a Tel Aviv in una manifestazione di solidarietà con le famiglie degli ostaggi.

“Voglio rassicurare le famiglie degli ostaggi. Non ci fermeremo, riprenderemo gli sforzi e l’azione militare a Gaza per liberare gli ostaggi e ripristinare la deterrenza”, ha affermato Gantz, citato da Times of Israel.