Le manifestazioni femministe contro la violenza sulle donne che ci sono state in tutta Italia la scorsa domenica, sono state macchiate dalla speculazione politica e propagandistica. Nell”ordine del giorno’ dei manifestanti c’era anche il mobilitarsi contro la guerra in Palestina. Così alcune bandiere palestinesi sono spuntate nei vari cortei che hanno affollato le strade e le piazze delle principali città italiane. Cosa c’entri tutto questo con il ricordo di Giulia Cecchettin non si sa. Ma una certezza c’è: le femministe hanno dimenticato di dedicare un pensiero o una sola parola per tutte le donne ebree violentate e uccise dai terroristi di Hamas durante il pogrom messo in atto lo scorso 7 ottobre.
Manifestazione contro la violenza sulle donne: iniziative, simboli e riflessioni
Innanzitutto, perché alcuni organizzatori dell’evento hanno messo al centro della manifestazione l’argomento “Israele stato colonialista“? Tema assolutamente off-topic rispetto a quello della violenza di genere. E in ogni caso perché parlare solo delle colpe dello Stato Ebraico e non degli stupri, le mutilazioni e le uccisioni perpetrati dai terroristi di Hamas contro le donne israeliane? Due pesi e due misure che hanno scatenato, purtroppo, troppa poca vergogna. Anche in quegli intellettuali e media sempre pronti a sollevarsi come baluardi dei diritti. Evidentemente sono talmente forti il sentimento, l’ideologia e la retorica anti-israeliane, che le donne ebree vittime di violenza sono state reputate di ‘serie B’.
Femminismo: il significato
Eppure tali abusi sono sempre meno presunti. I video e le testimonianze raccolte dalle autorità e dai media israeliani lascerebbero pochi dubbi. Stiamo parlando di scene orribili: donne picchiate, torturate e seviziate. Donne violentate, mutilate delle loro parti intime, utilizzate poi per giocare a calcio. Infine, l’omicidio. Con un proiettile o una coltellata. E l’umiliazione finale: urinare sui resti del cadavere. Se tutto ciò, vero o falso che sia, non ha scatenato indignazione nelle femministe (almeno nostrane), non ha scatenato la voglia di vederci chiaro, vuol dire che qualsiasi sensibilità della razza umana è andata perduta. Considerato anche il fatto che i regimi nei quali alle donne non sono garantiti i diritti sono proprio quelli arabi.
Violenza sulle donne oggi in Italia
Ha detto bene Noemi Di Segni. In una lettera inviata a La Repubblica, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha lanciato un appello nel nome di tutte le donne vittime di abusi. Indipendentemente dalla loro etnia, razza o religione. Lo stesso si è augurata la storica Tamar Herzig che ha parlato di un movimento ‘Me Too‘ negazionista. Per fortuna qualcun altro ha rotto questo muro fatto di silenzio e indifferenza. Su Liberation è stata pubblicata una petizione – firmata tra gli altri dagli scrittori Marc Levy e Marek Halter, dall’attrice Charlotte Gainsbourg, dalla sindaca di Parigi Anne Hidalgo – al cui interno è stato chiesto di riconoscere come femminicidi le violenze commesse dai terroristi di Hamas contro le donne ebree quel maledetto 7 ottobre. Giorno che ha poi scatenato la furiosa reazione militare israeliana che ha ucciso circa 5mila donne palestinesi. E ha fatto bene il Direttore Piero Sansonetti a ricordarle.