L’allarme scattato nelle scorse settimane in Cina, dove in particolare nell’area settentrionale del gigante asiatico si sono registrati accessi record negli ospedali di bambini affetti da polmonite, si sta espandendo anche altrove, in particolare in Francia.
È nel cuore dell’Europa che, come riferisce l’emittente radiofonica “Europe 1“, si stanno verificando un aumento anomalo di infezioni polmonari nei minori di 15 anni. Nella fascia d’età compresa tra i 2 e i 14 anni la scorsa settimana si è registrato un aumento del 26 per cento delle consultazioni mediche per questo tipo di infezioni, addirittura del 44% in quella dagli zero ai due anni: tendenza che, spiegano da Parigi, non si registrava da una decina di anni.
Il batterio e i sintomi
Sotto accusa c’è in particolare un batterio, il Mycoplasma pneumoniae, scomparso durante la crisi sanitaria legata al Covid-19 e che sarebbe responsabile di almeno una parte dei casi registrati in Cina. Questo piccolo batterio si trasmette per via respiratoria, in caso di contatti prolungati e il periodo di incubazione varia di 1-3 settimane. I sintomi sono simili a quelli dell’influenza o del coronavirus, con febbre, affaticamenti e tosse.
Parlando con AdnKronos Salute Fabrizio Pregliasco, virologo dell’università Statale di Milano, sottolinea che al momento non c’è “nessun allarme” per la ‘fiammata’ di polmoniti in Francia registrata tra bambini e ragazzi e della quale sembra essere responsabile il Mycoplasma pneumoniae, ma che allo stesso tempo serve “attenzione a livello istituzionale, nazionale e internazionale”.
Secondo il virologo “è necessaria una sorveglianza che sia sistematica. Il Covid ci ha allenato a questo e ha aiutato a rafforzare questi sistemi. Manteniamo alti i livelli per non farci trovare mai impreparati”.
Il fenomeno, continua il virologo, “potrebbe sicuramente avere anche la stessa causa delle polmoniti infantili in Cina. Il micoplasma è purtroppo un batterio con particolari caratteristiche e il ritorno, fortunatamente, a una vita comunitaria, senza le restrizioni a cui ci aveva costretti la pandemia, porta con sé anche alcuni rischi. È un periodo di maggiore possibilità di circolazione per questi microrganismi“.
L’Oms ‘interroga’ Pechino
Di fronte alle immagini provenienti dalla Cina l’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, già nei giorni scorsi ha presentato una richiesta ufficiale alle autorità di Pechino di fornire “dettagliate informazioni epidemiologiche e cliniche, nonché risultati di laboratorio” sull’aumento di malattie respiratorie e sui focolai di polmonite segnalati nei bambini.
Per ora le autorità cinesi, come riferisce la stessa Oms in una nota, hanno attribuito il rialzo dei casi alla revoca delle restrizioni anti-Covid e alla circolazione di agenti patogeni come l’influenza, il Mycoplasma pneumoniae, il virus respiratorio sinciziale, nonchè lo stesso SarS-Cov-2.
L’ospedale Chaoyang di Pechino, principale centro medico cinese per le malattie respiratorie, “ha registrato una crescita del tasso di positività al micoplasma tra i bambini pari al 40%, rispetto al 6% tra gli adulti”, ha spiegato il vice presidente dell’ospedale Tong Zhaohui durante un briefing tenuto in città nei giorni scorsi. Numero due che ha quindi avvertito: “Il micoplasma tende a causare grandi epidemie ogni tre-sette anni“.
Picco di malattie anche in Vietnam
Ma non solo Cina e Francia. Un picco di malattie respiratori si sta evidenziano anche in Vietnam, dove autorità sanitarie locali segnalano che dallo scorso ottobre si sta registrando un numero di casi maggiore rispetto a quello normalmente registrato in passato in questo periodo dell’anno.
Nel solo ospedale pediatrico di Can Tho, nel sud del Paese asiatico, sono stati diagnosticati 1.100 casi fra polmoniti, asma bronchiale e gravi malattie respiratorie. In Vietnam però il picco sta in realtà già proseguendo verso la sua parte calante: dopo esser stati costretti ad aumentare i posti letto negli ospedali pediatrici lo scorso ottobre, i casi stanno decrescendo.