Dall'Ucraina a Gaza
“Sperare dentro un mondo a pezzi”, il nuovo saggio di Monsignor Paglia
Per uscire dal “mondo a pezzi” è necessario saper dialogare con tutti, ripartire dagli ultimi, favorire l’incontro tra popoli diversi per edificare una convivenza pacifica, contrastando quelle tensioni che portano a confliggere.
Cultura - di Fabrizio Mastrofini
Dobbiamo fermare le guerre, dobbiamo sperare contro ogni speranza. Dobbiamo impegnarci per ricomporre un mondo che sta andando in pezzi e rispondere all’appello di Papa Francesco: nel cambiamento d’epoca in cui ci troviamo, serve “un nuovo inizio”.
Dobbiamo riflettere sul futuro, sul nostro futuro, che comprende il pianeta e tutta l’umanità. Il nuovo libro di mons. Vincenzo Paglia, Sperare dentro un mondo a pezzi – Conversazioni con Domenico Quirico (Torino, Sanpino Editore, 152 pp.), che conversa a tutto campo con Domenico Quirico, è un’inquietante e affascinante cavalcata dentro il nostro mondo: la geopolitica che da un lato rischia di distruggerci – se ispirata solo a dominio, sopraffazione, desiderio di arricchirsi di pochi a scapito dei molti – e dall’altro ha in se stessa gli anticorpi per guidarci verso una transizione positiva e umana.
Il libro inizia con un’ “ultim’ora” – che qui anticipiamo, su licenza dell’Editore – cioè una pregnante riflessione a partire dall’attacco di Hamas del 7 ottobre. E prosegue, il libro, parlando della guerra (in Ucraina e non solo) . In quattro densi capitoli, dunque, mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, dialoga con il giornalista e scrittore Domenico Quirico.
Scottanti i temi affrontati: la guerra, la pace, il mondo dei “senza nulla”, le sfide portate dalla presenza di migranti ed anziani che per la mentalità consumista ed economicista sono “scartati”, inutili. E invece sono, possono essere, saranno, una straordinaria risorsa di umanità, di sapere, di dialogo tra generazioni.
Il messaggio del libro e dei due interlocutori è chiaro: per uscire dal “mondo a pezzi” è necessario saper dialogare con tutti, ripartire dagli ultimi, favorire l’incontro tra popoli diversi per edificare una convivenza pacifica, contrastando quelle tensioni che portano a confliggere.
Purtroppo abbiamo visto in passato e continuiamo a vedere, quanto siano più drammatici quei conflitti che vengono sostenuti dall’odio religioso. Favorire l’incontro tra i credenti di fedi diverse richiede un lavoro lungo e paziente, di pazienza “geologica”.
I due autori credono fermamente nella possibilità di costruire un mondo “fraterno” ed invitano i lettori ad accogliere le loro riflessioni, perché tutti gli uomini e tutte le donne del nostro tempo – e di ogni tempo – hanno diritto a vivere, a sognare, a lavorare, a sperare e desiderare un futuro migliore per loro e per i loro figli e figlie.
La speranza è oggi la più sovversiva delle virtù. E la fratellanza è la parola-chiave di una “arte della gratuità” per costruire un mondo più giusto. Ripartire dagli ultimi è necessario per costruire un mondo diverso. Ma quali sono gli “anticorpi” che possono salvarci dalla spirale di odio e violenza?
La visione di Papa Francesco ci consente di effettuare una lettura critica del presente e guardare al futuro, a quel “nuovi inizio” di cui abbiamo disperatamente bisogno. La prospettiva è la fratellanza universale: non una gabbia ma l’unica possibilità di vivere insieme. Davvero qualcuno può pensare che con i conflitti e le guerre si risolvono i problemi?
Non sarà meglio progettare un modo di vivere insieme in maniera pacifica? E così il messaggio è chiaro, lapalissiano: pratichiamo l’arte della gratuità, della vicinanza, dell’attenzione agli altri, dell’empatia. Così gettiamo i semi di un nuovo umanesimo. È indispensabile farlo. Qui di seguito, per gentile concessione degli autori e dell’editore, pubblichiamo un ampio stralcio dell’introduzione di Sperare dentro un mondo a pezzi che mons. Paglia dedica al tema della guerra.