Spiragli di pace

Ostaggi liberati, tra Hamas e Israele spiragli di pace: si lavora ad una tregua lunga

Alti dirigenti di Egitto e Qatar parlano di una trattativa per il cessate il fuoco. Ma la strada è in salita. Netanyahu avverte: “Gaza non tornerà quella di prima, porremo fine alla minaccia”

Esteri - di Umberto De Giovannangeli - 29 Novembre 2023

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Tregua a Gaza
Tregua a Gaza

Hamas: altri 10 ostaggi e 30 prigionieri liberati

Dieci ostaggi israeliani e trenta detenuti palestinesi liberati nel primo giorno di proroga della pausa umanitaria per lo scambio di prigionieri tra Hamas e Israele: lo ha annunciato il movimento islamista palestinese, citato dall’agenzia France-Presse.

La conferma della Cnn: «Rilasciati 10 ostaggi»

Funzionari israeliani hanno informato le famiglie, i cui parenti sono sulla lista degli ostaggi rilasciati ieri: lo ha detto un membro della famiglia alla Cnn. Un portavoce del primo ministro Benjamin Netanyahu ha poi confermato alla Cnn che ci sono 10 nomi sulla lista.

«Israele ha ricevuto un’altra lista di ostaggi, dieci ostaggi, che potenzialmente, si spera, saranno rilasciati… da Hamas», ha detto il portavoce Tal Heinrich alla Cnn. Heinrich ha detto che Israele ha un elenco di detenuti palestinesi che rilascerà in cambio, e che per ogni gruppo di dieci ostaggi rilasciati da Hamas, Israele prolunga la tregua di un giorno in più.

Wall Street Journal: «I mediatori puntano a una tregua a lungo termine e stop guerra»

I principali intermediari dello scambio ostaggi-prigionieri tra Israele e Hamas stanno premendo su entrambe le parti per un cessate il fuoco a lungo termine che prolungherebbe la tregua a Gaza oltre l’attuale estensione di due giorni e avvierebbe colloqui che metterebbero fine alla guerra del tutto. Lo scrive il Wall Street Journal citando dirigenti dell’Egitto e del Qatar.

Un cessate il fuoco a lungo termine, secondo queste fonti, probabilmente richiederebbe a Israele e Hamas di fare concessioni difficili da digerire, come lo scambio di soldati israeliani con potenzialmente migliaia di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. E richiederebbe a Israele di frenare l’offensiva nel sud di Gaza volta a controllare la Striscia e a uccidere i vertici di Hamas. Hamas potrebbe anche dover accettare la smilitarizzazione, stando alle stesse fonti.

Dirigenti americani e israeliani hanno affermato di aspettarsi che la guerra ricominci una volta che lo scambio di ostaggi e prigionieri si sarà concluso. Ma hanno sottolineato che la tregua temporanea sta creando il tipo di fiducia necessaria per andare avanti nelle trattative.

«Stiamo lavorando per rafforzare il ruolo di mediazione del Qatar nel raggiungimento di una tregua e poi di un cessate il fuoco permanente», ha detto oggi il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari. A dimostrazione della serietà dei colloqui, oggi è arrivato in Qatar il capo della Cia William Burns, per colloqui con il capo del Mossad David Barnea e il premier del Qatar.

Iran e Turchia: processare Israele per crimini di guerra

Il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian ha chiesto alla Corte penale internazionale che i funzionari israeliani siano processati “per una serie di crimini commessi a Gaza” e sia posta fine alla loro “esenzione dall’azione penale”. Dello stesso avviso anche il leader turco Erdogan, che ha sollecitato in tal senso il segretario generale dell’Onu Guterres.

Netanyahu: «Siamo impegnati per il rilascio tutti nostri ostaggi»

Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha riferito che Israele è «obbligato a completare la restituzione degli ostaggi ed è impegnato per il rilascio di tutti i nostri ostaggi, donne e bambini, e poi di tutti gli altri, senza eccezione». Netanyahu ha aggiunto che Israele deve portare a termine i suoi obiettivi nella guerra, tra i quali «l’eliminazione dell’organizzazione terroristica Hamas sopra e sotto terra, e ovviamente Gaza non tornerà ad essere quella che era e non potrà più rappresentare una minaccia per il nostro Paese».

Una donna liberata da Hamas: il capo del movimento a Gaza incontrò alcuni ostaggi nei tunnel

Il leader di Hamas a Gaza, Yahya Sinwar, incontrò alcuni ostaggi israeliani nella Striscia nei giorni successivi all’attacco del 7 ottobre. Lo ha riferito una delle sequestrate liberata nei giorni scorsi ai familiari. Secondo il suo resoconto, il capo del Movimento islamico nell’enclave palestinese si recò nel tunnel dove erano prigionieri, si accertò delle loro condizioni e in un ebraico fluente li rassicurò che non sarebbe stato fatto loro del male e che sarebbero stati liberati in uno scambio di prigionieri.

Guterres: “Cessate il fuoco umanitario sia a lungo termine”

Il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha chiesto «un cessate il fuoco umanitario a lungo termine a Gaza, l’accesso illimitato agli aiuti salvavita, il rilascio di tutti gli ostaggi, la protezione dei civili e la fine delle violazioni del diritto umanitario internazionale». In una dichiarazione rilasciata ieri in vista della Giornata internazionale di solidarietà con il popolo palestinese, che si celebra il 29 novembre, Guterres ha affermato che i palestinesi stanno vivendo «uno dei capitoli più bui» della loro storia. Ha poi nuovamente condannato l’assalto di Hamas a Israele del 7 ottobre, sottolineando però che «non può giustificare la punizione collettiva del popolo palestinese».

Hamas-Israele: reciproche accuse di tregua violata

Le Idf, le Forze di difesa israeliane, hanno denunciato una violazione dell’accordo sul cessate il fuoco a Gaza. Secondo un portavoce, nelle ultime ore tre ordigni esplosivi sono stati attivati contro le Idf in due differenti punti nel nord della Striscia. Ma Hamas ha replicato che “In seguito ad una palese violazione da parte di Israele dell’accordo di cessate il fuoco nel nord della striscia di Gaza è avvenuta oggi una frizione tattica. I nostri combattenti hanno reagito a quella violazione”.

L’appello di Emergency e delle altre Ong: «Il cessate il fuoco sia permanente»

«La fragile tregua ottenuta per Gaza è il frutto di una lunga mediazione internazionale, ma servono un cessate il fuoco permanente e una vera soluzione politica per una prospettiva concreta di pace e giustizia». È quanto chiedono Emergency, Laboratorio ebraico antirazzista, Mediterranea e Assopace Palestina in un appello di cui sono promotori e che è stato sottoscritto da tante altre associazioni, tra cui Amnesty International Italia.

Bbc: almeno 5 milizie si sono unite ad Hamas nell’attacco sferrato il 7 ottobre

Sono cinque i gruppi armati palestinesi che si sono uniti ad Hamas nell’attacco sferrato il 7 ottobre contro Israele. Secondo la Bbc l’addestramento militare è andato avanti per tre anni, dal 2020, in esercitazioni congiunte a Gaza in un sito a meno di 1 chilometro dalla barriera che separa il territorio da Israele.

Durante queste esercitazioni, l’ultima delle quali si è svolta appena 25 giorni prima dell’attacco, hanno simulato la presa di ostaggi, le incursioni nei complessi e lo sfondamento delle difese israeliane. Bbc Arabic e Bbc Verify hanno raccolto prove che mostrano come Hamas abbia riunito le fazioni di Gaza per affinare i loro metodi di combattimento e, infine, eseguire un raid in Israele che ha gettato la regione nella guerra.

Il 29 dicembre 2020, il leader generale di Hamas Ismail Haniyeh ha dichiarato la prima delle quattro esercitazioni dal nome in codice“Strong Pillar” un «messaggio forte e un segno di unità» tra le varie fazioni armate di Gaza.

Essendo il più potente dei gruppi armati di Gaza, Hamas era la forza dominante in una coalizione che riuniva altre 10 fazioni palestinesi in un’esercitazione in stile giochi di guerra supervisionata da una «sala operativa congiunta» istituita nel 2018 per coordinare il tutto sotto un comando centrale. Prima del 2018, Hamas si era formalmente coordinata con la Jihad islamica palestinese, la seconda fazione armata più grande di Gaza.

29 Novembre 2023

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