Protagonista del 900
È morto Henry Kissinger: lo storico e controverso segretario di stato USA, mente dietro i golpe e Nobel per la pace
Consigliere di 12 presidenti, ispiratore della politica estera degli Stati Uniti durante la Guerra Fredda, politologo ed esperto di geopolitica. Aveva 100 anni
Esteri - di Redazione Web
È morto a cento anni, nella notte scorsa, Henry Kissinger, il potentissimo e controverso segretario di Stato americano dal 1973 al 1977, Premio Nobel per la pace, per lungo tempo consigliere per la Sicurezza nazionale. Un protagonista del Novecento, per tanti osservatori ed esperti autentico ispiratore della politica estera statunitense durante la Guerra Fredda, guidato da un pragmatismo che guardava soltanto alla realpolitik più che a questioni ideologiche. “Il punto principale nasce dal fatto che io abbia sempre agito da solo – disse in un’intervista a Oriana Fallaci per L’Europeo parlando del suo successo – Agli americani ciò piace immensamente. Agli americani piace il cowboy che guida la carovana andando avanti da solo sul suo cavallo, il cowboy che entra tutto solo nella città, nel villaggio, col suo cavallo e basta. Magari senza neanche una rivoltella perché lui non spara. Lui agisce e basta: dirigendosi nel posto giusto al momento giusto. Insomma, un western”.
Chi era Henry Kissinger
Kissinger si chiamava in realtà Heinz Alfred ed era nato in Germania, a Fürth, in Baviera, da genitori ebrei tedeschi piccolo-borghesi, il 27 maggio 1923. La famiglia rifugiò negli Stati Uniti per sfuggire alle persecuzioni razziali. Kissinger divenne Henry e cittadino statunitense nel 1943. Servì gli USA nella Seconda Guerra Mondiale, faceva da interprete per i soldati americani. Studiò ad Harvard fino a ricoprire l’incarico di direttore associato di un dipartimento dedicato allo studio delle tecniche di governo e delle relazioni internazionali. Divenne consulente di Presidenti sia repubblicani, come Eisenhower, che democratici, come Kennedy e Johnson. Fu licenziato da Johnson per la sua contrarietà alla guerra in Vietnam.
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Gli anni d’oro di Kissinger
Gli anni Sessanta segnarono l’apice della sua carriera: prima assistente speciale del presidente Nixon per la Sicurezza nazionale (1969-1975) e poi segretario di Stato (1973-1974), confermato nella carica dal successore di “Tricky Dick”, Ford (1974-1976). L’approccio di Kissinger portò al riavvicinamento alla Cina post-rivoluzione maoista, fino al viaggio di Richard Nixon a Pechino nel 1972, alle trattative per mettere fine alla Guerra del Vietnam con gli Accordi di Parigi del 1973. La sua attività fu legata a doppio filo a quella del presidente repubblicano Richard Nixon, soprattutto nel suo atteggiamento di apertura verso l’Unione Sovietica e la Cina. È considerata ancora oggi controversa per il suo ruolo nel golpe militare di Augusto Pinochet in Cile, dell’11 settembre 1973, sostenuto dalla CIA ai danni del governo democraticamente eletto di Salvador Allende. Lo stesso anno venne insignito del Premio Nobel per la pace. Kissinger era segretario di Stato anche durante il colpo di stato in Argentina del 1976.
Com’è morto Henry Kissinger
La sua influenza declinò progressivamente dopo lo scandalo Watergate, che nel 1974 portò alle dimissioni del Presidente Nixon. Fu sostituito come consigliere per la Sicurezza nazionale da Brent Scowcroft e nel 1976 lasciò anche l’incarico di Segretario di Stato. Divenne docente universitario, consulente e commentatore e fondato la società di consulenza Kissinger Associates. Kissinger, alla luce delle sue esperienze di governo e diplomazia, aveva scritto e pubblicato una serie di volumi di grande esito: Nuclear weapons and foreign policy (1957), American foreign policy: three essays (1969), Diplomacy (1994), Crisis (2003), On China (2011). Kissinger è morto la notte scorsa nella sua casa in Connecticut.