X

La Cedu condanna l’Italia: “È inumana coi ragazzi migranti”

migranti cedu

La Corte Europea dei Diritti Umani ha condannato l’Italia per avere detenuto illegalmente nel hotspot di Taranto diversi minori stranieri non accompagnati. Lo ha fatto in applicazione dell’articolo 5 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

L’Italia è accusata di avere utilizzato trattamenti inumani e degradanti nel predisporre le misure di accoglienza (art. 3 della Convenzione), di non avere nominato un tutore né avere fornito ai ragazzi alcuna informazione sulla possibilità di contrastare in giudizio la loro condizione di detenzione. Il Governo italiano dovrà risarcire i ragazzi per il danno subito.

Gli episodi ai quali si riferisce la sentenza risalgono al 2017, quando era in carica il governo Gentiloni e il ministro dell’Interno era Marco Minniti. E sono avvenuti nell’Hotspot di Taranto. Ma l’ASGI (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) in un suo comunicato fa notare che oggi nell’hotspot si trovano nella stessa condizione di allora nella stessa condizione ancora 185 minori.

L’ASGI chiede “l’immediato collocamento in strutture adeguate e la supervisione dell’attuazione delle precedenti sentenze che, come dimostra la situazione nell’hotspot di Taranto, non hanno fatto modificare le prassi illegittime”.

“Si tratta dell’ennesima sentenza contro l’Italia – rileva l’ASGIrelativa alla gestione del fenomeno migratorio e, in particolare, dei cittadini stranieri minorenni. La rilevanza della decisione è immediatamente percepibile nel contesto attuale, nel quale non solo non sono stati modificati gli approcci repressivi precedenti. Al contrario ne sono implementati ulteriori non rispettosi dei principi basilari dei diritti umani e fondamentali della persona, come dimostra l’accordo con l’Albania teso all’identificazione e detenzione dei cittadini stranieri all’estero. Essa è ancora più importante se si considera che, attualmente, sono quasi duecento i minori stranieri trattenuti di fatto, in assenza di ogni base legale e di ogni vaglio giurisdizionale all’interno dell’hotspot di Taranto, alcuni dei quali addirittura dallo scorso mese di agosto”.

“L’hotspot di Taranto è allestito su un parcheggio nel porto della città jonica, completamente isolato dal contesto urbano e sociale locale ed è assolutamente inadatto ad ospitare minori, tanto più se in condizioni di trattenimento”, hanno dichiarato l’avvocata Marina Angiuli e l’avvocato Dario Belluccio che hanno seguito il caso dinanzi alla CEDU.

“Supportati dalla decisione della Corte di Strasburgo si chiede alle Autorità competenti (Procura della Repubblica presso il Tribunale di Taranto, Tribunale per i Minorenni di Taranto, Prefettura e Questura locale, Garante nazionale e regionale per i diritti dei minori) di disporre l’immediato collocamento dei minori attualmente presenti presso l’hotspot nelle strutture per minori come previsto dalla normativa e di garantire il monitoraggio delle condizioni di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati nel rispetto degli standard di umanità e dignità volute dalla Costituzione e dalla Convenzione europea per i diritti umani”.

Sempre ieri è arrivata una dichiarazione dell’Alto commissario per i diritti umani dell’Onu. Volker Turk, a proposito dell’ipotesi di allestimento in Albania di Cpr speciali gestiti dall’Italia: “La situazione per i migliaia di migranti rifugiati in Europa resta estremamente difficile. È doloroso vedere che le discussioni si intrecciano con il populismo e la demagogia. La tendenza preoccupante di esternalizzare le procedure di asilo mandando i migranti in Paesi terzi non fa che alimentare i timori per i diritti dell’uomo. Il patto Ue sulla migrazione è una chance di andare oltre le dichiarazioni politiche. Spero che i negoziati siano basati sempre sul rispetto dei diritti”.