Cos’è l’anoressia. L’interrogativo è diventato ancora più forte dopo la triste notizia della scomparsa di Emanuela Perinetti. Il papà Giorgio Perinetti, storico dirigente sportivo del calcio, ha infatti spiegato che la figlia era affetta da questo grave disturbo alimentare. La persona affetta rifiuta, per svariati motivi, di cibarsi. Esiste poi l’anoressia nervosa che causa la diminuzione dell’appetito. Quest’ultimo sintomo non va sottovalutato perché può presupporre fastidi più o meno gravi.
Che cos’è l’anoressia
L’anoressia nervosa, letteralmente Disturbo della nutrizione e dell’alimentazione, è una patologia che può essere scaturita da più cause: psicologiche, neuroendocrine, ormonali e metaboliche. Rispetto ad altre malattie psichiche, l’anoressia nervosa comporta anche un forte degrado fisico. I sintomi: la progressiva restrizione calorica, che può tramutarsi in totale digiuno; la paura ossessiva di ingrassare e una patologica relazione con il proprio corpo; una percezione distorta del proprio corpo e delle proprie forme. Scriveva Hilde Bruch, medico psichiatra dell’800: “Ciò che è patognomico dell’anoressia non è la gravità della malnutrizione di per sé – gravi quadri di malnutrizione si riscontrano anche in altri pazienti psichiatrici malnutriti – ma piuttosto la distorsione dell’immagine corporea a essa associata: l’assenza di preoccupazione per la denutrizione, anche quando è avanzata, e la forza e caparbietà con cui l’aspetto spesso raccapricciante viene descritto e difeso come ‘normale’ e ‘giusto’, non troppo magro, e come unica sicurezza possibile contro il temuto destino di ingrassare“.
Anoressia: sintomi e cause
L’anoressia può essere causata clinicamente da: sindrome acuta da radiazioni, epatite virale acuta, malattia di Addison, polmonite atipica, tumori, appendicite, cancro, insufficienza renale cronica, insufficienza cardiaca, malattia di Crohn, demenza, depressione, tubercolosi, talassemia, malattie infettive con manifestazioni febbrili, colite ulcerosa, mancanza di zinco, sindrome dell’arteria mesenterica superiore, gastroenterite. La patologia si può riscontrare nelle persone di qualsiasi peso. Le peggiori conseguenze sono: danni ormonali, inedia e amenorrea, l’osteoporosi, compromissione epatica. Ma ad essere colpiti possono essere anche i denti, la pelle, il cuore.
Perché si muore di anoressia
L’anoressia di per se non causa direttamente il decesso. Quest’ultimo può giungere dopo un lungo periodo per il quale un organismo colpito dalla malattia, giunge in uno stato psicofisico altamente danneggiato. Di solito, ad aggravare il quadro clinico, è il tardo intervento nel curare la patologia. Questo può avvenire per diversi motivi. Il più frequente è quello di non rendersi conto di avere tale malattia. Un’altra motivazione è di solito il non voler accettare l’anoressia e i percorsi terapeutici previsti. Inoltre la riabilitazione può essere molto forte e lunga. Questo può scoraggiare l’intraprendere un percorso curativo.
Anoressia: le cure
Principalmente l’anoressia la si cura attraverso la psicoterapia. Non solo, il percorso riabilitativo può comprendere anche un processo nutrizionale e una rieducazione all’immagine corporea. Talvolta, può capitare che sia necessario il sostegno di una terapia farmacologica, da stabilire con lo psichiatra. In stati più gravi e avanzati, tali processi terapeutici passano in secondo piano: l’obiettivo principale, infatti, diventa preservare la salute fisica del malato. Non esistono esami specifici che possano diagnosticare l’anoressia.
Differenza tra anoressia e bulimia
La bulimia, in particolare quella nervosa, è anch’essa un disturbo alimentare. È una patologia che si sprigiona prima per cause psicologiche per poi causare conseguenze alla salute fisica. Essa si basa sul principio di ‘compenso’: il soggetto malato alterna a ‘grandi mangiate’, comportamenti opposti come il vomito autoindotto, l’utilizzo di lassativi, un’estrema attività fisica, il digiuno. La bulimia è di solito ‘motivata’ dal disturbo della percezione che si ha del proprio corpo. Può essere aggravata dall’assunzione non moderata di alcol e sostanze stupefacenti. Questa malattia causa danni anche evidenti alle mani e ai denti. Una delle conseguenze è la depressione che spesso può portare a un istinto suicida. I soggetti affetti da bulima aumentano nelle famiglie in cui ci sono stati già dei casi in passato.