Dove sono gli investimenti?
Stadio Maradona e De Laurentiis: 20 anni di chiacchiere e offese
L'ultimo scontro tra il presidente e il Comune di Napoli. Questa volta, però, le parole del patron azzurro sono state valutate per quello che sono: sciocchezze. Esternazioni di cattivo gusto, sbraitate in pubblico, condite di megalomania e prive di qualsiasi credibilità
Politica - di Andrea Aversa
Ci risiamo, il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis non ne ha potuto fare a meno. Così approfittando della vetrina che predilige, quella della Champions League, ne ha sparata una delle sue: “Se il sindaco juventino Manfredi si sgancia dai suoi consiglieri e mi dà lo stadio, prometto che in un anno costruisco l’impianto più bello d’Italia. Oppure, visto che Napoli non è la Campania, posso pensare di farlo a Pompei o Caserta“. Anni fa dichiarazioni del genere avrebbero scatenato quanto meno un dibattito sul tema stadio. Avrebbero spaccato l’opinione pubblica locale, tra sostenitori del patron e ‘papponisti’. Questa volta, invece, le affermazioni di Adl sono state interpretate come l’ennesimo delirio dell’uomo solo al comando. Al comando di una barca alla deriva, mentre la tempesta diventa sempre più forte.
Stadio Maradona: le parole di De Laurentiis
Le parole di De Laurentiis sono arrivate in occasione del match disputato dal Napoli contro una delle squadre più forti al mondo e più titolate della storia del calcio. Caso ha voluto che sulla panchina del Real Madrid ci fosse Carlo Ancelotti. Allenatore il cui unico fallimento, di una carriera stellare, è arrivato proprio con l’esperienza in azzurro. Poniamoci una domanda e diamoci una risposta. De Laurentiis è stato in grado di distruggere il miracolo fatto lo scorso anno e culminato con la vittoria dello scudetto. La stagione in corso è evidentemente vittima di una non programmazione e di una pessima gestione, nel sostituire gli uomini chiave andati via, dentro e soprattutto fuori dal campo.
Le promesse mai mantenute da De Laurentiis
Ma torniamo all’argomento stadio. De Laurentiis è proprietario del Napoli da ormai 20 anni. Se avesse voluto, avrebbe già investito nel ‘mattone’. Invece, la società ‘Famiglia Aurelio & Co‘ non possiede neanche il centro sportivo di Castelvolturno. Eppure, in merito, sono state tante le ‘super cazzole’ urlate dal patron azzurro. “Faccio lo stadio virtuale‘, “Faccio lo stadio come un teatro, da 20mila posti“, “Faccio lo stadio a Caserta“, “Faccio lo stadio a Melito, ho già individuato i terreni“. Ma la realtà ci dice altro. Al di là che tutte queste parole sono rimaste solo degli annunci-spot, l’unico vero investimento fatto per lo stadio a Napoli c’è stato grazie ai fondi stanziati per le Universiadi. Che fortuna! De Laurentiis si è persino trovato a far giocare la propria squadra, in uno stadio appena più decente, senza aver sborsato un centesimo. Molti, invece, sono stati gli incassi.
I precedenti tra De Laurentiis e il Comune di Napoli
Negli anni Adl non ha esitato a chiamare “cesso” la struttura per la quale con ‘fatica’ ha pagato il fitto. E per la quale la vecchia amministrazione comunale è finita nel mirino della Corte dei Conti, accusata di aver ‘svenduto’ un bene pubblico per far contento un privato, attraverso una convenzione che avrebbe favorito l’imprenditore. Quest’ultimo è stato ben contento di agitare il ‘popolo’ contro il sindaco De Magistris (è stato come sparare contro la Croce Rossa), dicendo in continuazione, “il calcio Napoli è l’unica cosa che funziona in questa città“. E non parliamo poi delle estenuanti polemiche ogni qual volta si è parlato del rinnovo si tale e fatidica convenzione.
Il sindaco Manfredi
Considerato che Napoli è davvero una città dai conti in rosso e dai pessimi servizi pubblici, ha fatto bene l’attuale primo cittadino Gaetano Manfredi a rispondere in modo chiaro e semplice: “Il Presidente del Napoli presenti un progetto concreto, l’amministrazione è disponibile a qualsiasi collaborazione, basta che essa nasca e viva nell’interesse dei cittadini“. Manfredi stia tranquillo quel progetto difficilmente sarà presentato. Purtroppo il sindaco dovrà al massimo sopportare l’ennesima ‘uscita di senno’ del presidente. Ma ormai non fa nemmeno più notizia. Ci sono voluti 20 anni ma ci siamo abituati.