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Regeni, a processo i quattro agenti segreti egiziani. La mamma di Giulio: “Oggi bella giornata”

Regeni, a processo i quattro agenti segreti egiziani. La mamma di Giulio: “Oggi bella giornata”

I quattro agenti dei servizi segreti egiziani accusati dell’omicidio di Giulio Regeni sono stati rinviati a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare di Roma. È l’attesa svolta nell’inchiesta sulla morte del ricercatore italiano ucciso il 3 febbraio 2016 dopo esser stato sequestrato il 25 gennaio: a processo andranno Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi e Magdi Ibrahim Abedal Sharif, accusati a vario titolo di concorso in lesioni personali aggravate, omicidio aggravato e sequestro di persona aggravato.

Il processo agli 007 egiziani

Il rinvio a giudizio dei quattro agenti dei servizi è stato possibile grazie alla sentenza della Corte Costituzionale emessa il 27 settembre scorso che consentiva il processo pur con gli imputati irreperibili, circostanza che la legge italiana invece impedisce perché senza la notifica degli atti processuali agli imputati non si può tenere alcun processo.

La prima udienza si terrà il prossimo 20 febbraio 2024 di fronte alla prima Corte d’Assise della Capitale. Ammessa come parte civile anche la Presidenza del Consiglio dei ministri.

Le parole della madre di Giulio

Fuori il tribunale di Roma dopo il verdetto, la mamma di Giulio ha parlato così ai cronisti presenti: “Ringraziamo tutti, oggi è una bella giornata“.

Le notizie di oggi sono la conferma della costituzione di parte civile della Presidenza del Consiglio dei ministri, la presa d’atto del giudice delle motivazioni della Consulta e l’ulteriore notorietà anche in Egitto del procedimento a carico dei 4 imputati per il sequestro, le torture e l’omicidio di Giulio Regeni. Una notorietà legata anche al recente incontro tra il ministro degli Esteri, Antonio Tajani e Al Sisi durante il quale il ministro ha informato il presidente egiziano che si procederà in Italia contro i 4 imputati“, ha aggiunto invece l’avvocato Alessandra Ballerini, legale della famiglia di Giulio Regeni, al termine dell’udienza preliminare. “Il giudice, inoltre, ha rigettato tutte le eccezioni compresa quella sulla giurisdizione perché non si può dubitare, come hanno fatto le difese degli imputati, che anche i “meri” sequestratori di Giulio gli hanno cagionato, catturandolo e tendendolo sequestrato per 9 giorni, sofferenze fisiche e psicologiche“, conclude il legale.

All’esterno del tribunale, a Roma, si è tenuto anche un sit-per Giulio a cui ha partecipato anche la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein.

Il rapimento e la morte di Regeni

Giulio venne rapito la sera del 25 gennaio 2016 e il suo cadavere ritrovato dieci giorni dopo, lungo la strada che collega Il Cairo ad Alessandria. Il corpo venne rinvenuto in una strada alla periferia della capitale egiziana, pieno di contusioni e con varie fratture, anche alle dita delle mani e dei piedi. Aveva inoltre molti segni di bruciature di sigarette e di coltellate.

Nelle prime settimane dopo il ritrovamento del corpo, tante false piste si susseguirono: prima si parlò di un incidente stradale, poi di una rapina finita male, successivamente si insinuò che fosse finito in un giro di spaccio di droga, di festini gay.

A un mese dalla morte di Giulio alcuni testimoniarono di averlo visto litigare con un vicino che gli aveva giurato morte. Il 24 marzo del 2016 arrivò l’ennesima ricostruzione non credibile e questa volta c’erano di mezzo cinque morti: criminali comuni uccisi in una sparatoria con ufficiali della National Security egiziana, alla periferia del Cairo.

I documenti di Giulio furono trovati quello stesso giorno in casa della sorella del capo della presunta banda e si disse che i cinque erano legati alla morte del giovane. Le verifiche di piazzale Clodio smentirono tutte le bugie del Cairo e chi indaga è convinto che il giovane sia stato torturato e ucciso dopo esser stato segnalato come spia ai servizi egiziani dal sindacalista degli ambulanti, Mohammed Abdallah, con il quale era entrato in contatto per i suoi studi.