Il 17% dei dipendenti
Spotify: sforbiciata di posti di lavoro, la piattaforma streaming licenzia 1500 persone
Terzo taglio nel 2023: il 17% dei dipendenti. "Riorientamento strategico, incredibilmente doloroso". Gli investimenti nell'IA del gigante dei contenuti audio, il ripensamento del sistema delle royalties
News - di Redazione Web
Riduzione del personale del 17%. Spotify annuncia i tagli, fatte fuori circa 1.500 persone dalla più grande piattaforma di streaming di musica e podcast al fine di un piano di riduzione dei costi. Anche se gli ultimi dati hanno fatto registrare un aumento degli utili relativo all’ultimo periodo. I dipendenti interessati dal taglio saranno informati lunedì e incontreranno il management delle risorse entro la fine della giornata di martedì. Il ceo Daniel Ek parlerà dei tagli mercoledì in una seduta dell’evento societario “Unplugged”. Il gigante dei contenuti audio ha lanciato negli ultimi tempi degli investimenti rilevanti nell’Intelligenza artificiale.
“Sono consapevole che per molti una riduzione di questa portata può sembrare sorprendente, visti il recente rapporto positivo sugli utili e le nostre prestazioni”, ha scritto l’amministratore delegato e cofondatore dell’azienda, l’imprenditore svedese Daniel Ek in una lettera ai dipendenti visionata dall’Afp. La società avrebbe fatto grossi investimenti tra il 2020 e il 2021, nel periodo della pandemia in cui i contenuti erano molto richiesti a causa dei vari lockdown dettati dalla pandemia da coronavirus, che al momento non sarebbero più sostenibili. “I licenziamenti dovrebbero consentire di allineare Spotify con i nostri obiettivi futuri e garantire che siamo adeguatamente dimensionati per le sfide a venire”.
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Il taglio di Spotify
La piattaforma di streaming di musica e podcast Spotify ha annunciato una riduzione del personale di “circa il 17%”, ovvero di circa 1.500 persone, al fine di ridurre i costi in un contesto di rallentamento della crescita economica. Nel terzo trimestre, il gruppo ha realizzato un utile operativo grazie a un aumento del 26% dei suoi utenti attivi, e un utile netto di 65 milioni di euro. Spotify aveva già annunciato altre due riduzioni del personale nel 2023: del 6% a gennaio e del 2% a giugno. La società è quotata in borsa a Wall Street.
“Abbiamo discusso di eventuali riduzioni minori nel corso del 2024 e del 2025. Tuttavia – ha aggiunto Ek – , considerando il divario tra il nostro obiettivo finanziario e i nostri attuali costi operativi, ho deciso che un’azione sostanziale per ridimensionare i nostri costi era l’opzione migliore per raggiungere i nostri obiettivi” anche se si tratta di un taglio “incredibilmente doloroso per il nostro team”. Il ceo ha parlato non di un passo indietro quanto più di un “riorientamento strategico”.
Un nuovo modello di streaming
Spotify l’anno scorso ha aumentato i prezzi degli abbonamenti premium in diversi Paesi, tra cui l’Italia. Sul versante IA a ottobre ha lanciato un generatore di mixtape digitali per gli utenti che si basa sul machine learning, a settembre era uscita la notizia di un tool capace di tradurre i podcast in tutte le lingue. Anche la società svedese, secondo quanto riportato da Billboard starebbe pensando di introdurre una soglia minima di riproduzioni annuali prima di generare royalties: le piattaforme di streaming audio stanno ripensando il loro modello economico per valorizzare i musicisti più ascoltati e penalizzare i contenuti proposti dagli algoritmi. Deezer per esempio sta pensando di premiare gli artisti proposti dagli utenti rispetto ai contenuti delle playlist.